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ARTE: la pittura
diventa opera-video con “Antologia Breve” Piero Zuccaro alle FAM di
Agrigento
Dall’antica
suggestione per l’acqua e i suoi riflessi alle manipolazioni pittoriche
del linguaggio video
Agrigento, 15 Luglio
2014 –
Grandi tele, piccoli pastelli e, in prima assoluta, la
videoinstallazione “Flyby”, cuore pulsante del progetto
espositivo di Piero Zuccaro per le Fabbriche Chiaramontane
di Agrigento, dove sarà protagonista con la mostra “Antologia
breve”, a cura di Marco Meneguzzo, dal 26 luglio al 14
settembre 2014.
Da sempre attratto
dalla superficie della pittura e dalle suggestioni dell’acqua e dei suoi
riflessi – persino quelli più inquietanti, come le chiazze oleose di
darsene e pontili che lo affascinavano sin da bambino - Piero Zuccaro
(Catania, 1967) riunisce per questa esposizione alle FAM i lavori degli
ultimi sette anni: il ciclo dei “Relitti”, studi sulla luce e i
suoi riflessi attraverso il medium acqua;
quello delle “Cattedrali”, studi sui “corpi-oggetto immersi nello
spazio”; e piccoli pastelli su tela, realizzati come appunti nella
lavorazione delle grandi tele. |
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Alle FAM in mostra una
trentina di opere di Zuccaro. Per descriverle Meneguzzo usa il
termine “fluidità” che, dice, “accomuna ogni suo dipinto sin
dagli esordi, negli anni Novanta”. E non solo. “E’ fluidità del corpo
nello spazio – spiega il curatore – anche l’arte della danza che Zuccaro,
nella sua biografia, racconta di aver studiato con la guida della
coreografa Donatella Capraro, coautrice e attrice di “Flyby”, il
video ambientale presente in mostra”. Ed è proprio nella pittura di
Zuccaro che la fluidità citata da Meneguzzo si fa visibile. “Nelle
“paste alte” – scrive nel saggio in catalogo - stese a spatola del
colore a olio, nel movimento sinuoso che resta fissato in ogni
pennellata, nella stessa scelta dell’olio, che non si asciuga mai e la
cui lucentezza fa scivolare la luce sulle creste e sugli avvallamenti
creati dal colpo di spatola, nell’idea di mescolare i pigmenti sino ad
ottenere un colore mescolato, persino “sporco”, che è però il risultato
di mille colori che si sono amalgamati”.
A parlare di “Flyby”,
l’opera-video in anteprima alle FAM di Agrigento, è il curatore
indipendente Antonio Sarnari che ha organizzato e collaborato
alla mostra. “Si tratta – spiega Sarnari - di una vera manipolazione
pittorica del linguaggio video, con cui Zuccaro ha deformato le immagini
“mobili”, a favore della tensione pittorica. La selezione delle opere
propone quindi un primo momento, in cui le tele sono state dipinte
osservando i “corpi-oggetto”, attraverso le immagini fotografiche e i
video; poi le opere-video, influenzate e costruite secondo i linguaggi
pittorici; infine le opere recenti, maturate dopo l’esperienza di Flyby.
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Alla mostra di “Piero
Zuccaro. Antologia Breve” - realizzata dall’associazione Amici della
Pittura Siciliana dell’Ottocento in collaborazione con Tecnica
Mista - è dedicato il catalogo con presentazione critica del
curatore, Marco Meneguzzo, docente dell’Accademia di Brera a Milano.
L’evento ha il patrocinio del Comune di Agrigento ed è sostenuto
da alcuni sponsor privati: Elenka, Cora Banche
e Benessere & Bellessere.
Gli spazi delle
Fabbriche Chiaramontane di Agrigento saranno aperti da martedì a
domenica, dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21. Chiusi i lunedì e a
Ferragosto. L’ingresso è gratuito.
L’inaugurazione è in
programma per le ore 19 di sabato 26 luglio.
Biografia
Piero Zuccaro nasce
nel 1967 a Catania, dove si diploma all’Accademia di Belle Arti. I suoi
studi sono stati influenzati dall’incontro con importanti personalità
del panorama artistico italiano, tra i quali Consagra, Forgioli,
Guccione e Sarnari, autore di una presentazione per la sua prima mostra
ufficiale. Per un certo tempo, il suo tema di ricerca è stato dominato
dallo studio delle immagini riflesse, mostrando aperture verso
l’astrazione, come non ha mancato di rilevare Piero Guccione. Nei suoi
dipinti, Zuccaro, mostra immagini immerse nella luce o nell’acqua, la
luce interna delle architetture, in particolare architetture sacre. Sono
immagini che, se assumono una nuova identità nella scomposizione della
forma, si appropriano, al contempo, dello spazio circostante in un
processo di dilatazione che supera lo spazio fisico che le contiene e le
rappresenta. |
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