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L’artista cinese Qiu
Zhijie, curatore dell’ultima Biennale di Shanghai, presenterà alla
Fondazione Querini Stampalia una selezione di opere inedite in occasione
della sua prima mostra personale in Italia durante la 55. edizione della
Biennale d’Arte di Venezia. Attraverso un’articolata ed eterogenea
scelta di lavori, l’artista esplorerà le dinamiche complesse che
tracciano gli itinerari spaziali e temporali tra Occidente ed Oriente,
tra passato e presente.
Considerato nel
panorama artistico cinese come un vero e proprio intellettuale - nel
senso rinascimentale della parola - Qiu Zhijie è un pensatore, un
attivista, un poeta, un cartografo e persino un archivista del sapere.
Nessuno meglio di lui potrebbe esplorare queste storie intricate che si
estendono parallelamente nel tempo e nello spazio. Come artista Qiu
Zhijie definisce il suo modo di operare come “arte totale”,
sostanzialmente una presa di coscienza che la creazione artistica non
può essere sradicata e sottratta alla situazione storica e culturale che
la circonda e che l’ha innestata.
La mostra di Qiu Zhijie è la prima tappa di New Roads, un
progetto triennale di collaborazione internazionale tra Cina e Italia
nato dalla volontà di creare una piattaforma di dialogo multiculturale
attraverso l’arte contemporanea. |
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Tre sono le
istituzioni coinvolte: Fondazione Querini Stampalia di Venezia e
il Museo Aurora di Shanghai che, attraverso il fondamentale
intervento di mediazione interculturale e artistica di Arthub Asia,
mettono a confronto la loro storia e le loro collezioni, analizzandole e
espandendole attraverso progetti commissionati a artisti contemporanei
occidentali e orientali.
Le opere site specific di Qiu Zhijie, così come tutti i
precedenti progetti di arte contemporanea del programma Conservare il
Futuro, sviluppati dal 2000 alla Fondazione Querini Stampalia, sono
state pensate in relazione agli oggetti della collezione permanente. In
questo caso, il confronto e l’analisi si estenderanno oltre, costruendo
dei ponti concettuali e stilistici tra le opere della Fondazione
veneziana e la preziosa collezione asiatica d’arte antica del Museo
Aurora di Shanghai.
Eludendo la distanza geografica e smascherando quei pregiudizi secolari
accumulati nel corso degli scambi culturali tra Oriente e Occidente,
l’approccio cartografico di Qiu Zhijie traccia, scopre ed evidenzia le
connessioni tra i due musei ma anche tra Shanghai e Venezia, due città
accomunate da molteplici aspetti tra cui la loro innata indole
all’apertura e allo scambio, tipica dei luoghi che si affacciano sul
mare. |
Guardando le mappe di Qiu Zhijie, viene subito in mente
l’organicità e la Fluidità della mappa di Venezia, sinuosa e densa. Qiu Zhijie
le costruisce individuando un sistema di cellule tipologiche e simboliche che si
aggregano l’una all’altra come nel tessuto urbano della Serenissima, dando vita
a straordinarie e organiche cartografie che come grandi arazzi capovolti
raccontano dei molti nodi e fili che le tengono insieme.
Il titolo della mostra L’Unicorno e il Dragone. Una cartografia delle
collezioni della Fondazione Querini Stampalia e del Museo Aurora, trova
ispirazione nella conferenza di Umberto Eco - “Cercavano gli unicorni” - tenuta
all’Università di Pechino nel 1993. Lo studioso, in un’analisi dei meccanismi
che scaturiscono dal confronto e dalla scoperta di culture diverse, puntualizza
una certa tendenza, protratta attraverso i secoli, a classificare simboli,
nozioni e concetti estranei, adattandoli ai propri sistemi di referenze
culturali. L’esempio più clamoroso citato da Eco è proprio quello secondo il
quale Marco Polo, vedendo un rinoceronte durante i suoi viaggi in Oriente, lo
identificò subito come un unicorno, seguendo l’unica possibile classificazione
che la tradizione occidentale gli aveva messo a disposizione per definire una
creatura con un corno. |
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La serie inedita di mappe di Qiu Zhijie, alcune impresse su carta
con una tecnica secolare cinese di tamponamento con spugne (rubbing),
altre disegnate ad inchiostro direttamente sulle pareti, illustrerà proprio
questi bizzarri equivoci nati dai rapporti di scambio culturale tra Italia e
Cina e, in senso allargato, tra Occidente e Oriente. Attraverso molteplici
referenze storiche, filosofiche e figurative, l’artista non solo ci guiderà
nella storia ed evoluzione di queste mistificazioni, ma ci aiuterà a scoprire
come tali interpretazioni fuorvianti possano rivelarsi basilari nella scoperta
di nuove e inaspettate analogie transculturali.
È infatti molto facile identificare l’errore palese di Marco Polo, ma quello che
Qiu Zhijie ci sa rivelare è che in realtà, anche nella tradizione cinese è
sempre stato presente un unicorno, che non è né un cavallo con un corno in
fronte, né un rinoceronte. L’unicorno cinese è infatti una figura mitologica
chiamata Qilin o Tianlu, e in alcune raffigurazioni appartenenti alla collezione
Aurora, sorprendentemente simile al leone alato di San Marco.
L’opera dell’artista si vuole focalizzare quindi anche sul processo di
trasformazione di quelle immagini che, pur strutturate già da antichi innesti di
forme, vengono “contaminate” e trasformate dall’interazione e comunicazione tra
culture.
Queste commistioni di significati mistici e forme verranno rappresentati da Qiu
Zhijie anche attraverso una serie di sculture in vetro di animali mitologici che
racchiudono immagini provenienti da due depositi di memoria: le collezioni del
Museo veneziano e del Museo Aurora di Shanghai.
Fondazione
Querini Stampalia
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