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La Querini Stampalia,
dal 23 marzo al 12 maggio, fa rivivere il tempo in cui la
Serenissima era "regina dei mari".
La mostra Navi, squeri, traghetti da Jacopo de' Barbari,
realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno di Società Duri i
Banchi di Venezia, conduce lo spettatore dentro il brulichio di
attività del porto e dei cantieri nautici, gli "squeri". Nell'epoca
d'oro dell'antica Repubblica erano numerosi, concentrati specialmente
nel sestiere di Castello. Nascevano lì le imbarcazioni adatte ai fondali
bassi della laguna: gondole, sandali, burci.
I vascelli progettati
per il mare aperto, dalle navi da carico alle galere da guerra che le
scortavano, prendevano invece forma all'Arsenale. Quest'ultimo campeggia
nella celeberrima veduta di Venezia a volo d'uccello del de' Barbari, di
cui la Fondazione possiede uno dei primi esemplari. La pianta lo disegna
com'era nell'anno 1500 con le tese, i bacini, le torri e le mura che
ancora in parte lo cingono. Proteggevano la flotta e i segreti
dell'organizzazione formidabile del cantiere di Stato, che fu la
fabbrica più imponente dell'Europa medioevale. |
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Nei versi dell'Inferno
Dante Alighieri evoca il fervore del lavoro all'Arsenale, per
rendere l'idea della concitazione di Malebolge: "Quale ne l'arzanà
de' Viniziani / bolle l'inverno la tenace pece / a rimpalmare i legni
lor non sani, / ché navicar non ponno - in quella vece / chi fa suo
legno novo e chi ristoppa / le coste a quel che più viaggi fece; / chi
ribatte da prora e chi da poppa; altri fa remi e altri volge sarte...
".
Proiettati alle pareti, i dettagli suggestivi della carta, con le rive
piene di vita, i mercantili numerosi alla fonda intorno alla Dogana, il
traffico in Canal Grande, le scene di regata, daranno la sensazione di
muoversi nella Venezia marinara di Jacopo. Sarà una scoperta
appassionante confrontarli con le riproduzioni virtuali di altre stampe,
di dipinti e rintracciarli nell'incisione originale. È una sbalorditiva
xilografia in sei tavole, di quasi tre metri di larghezza per un metro e
mezzo d'altezza, considerata fin dall'inizio, per le qualità estetiche e
la padronanza della prospettiva, un capolavoro della storia della
cartografia. L'esemplare della Querini risale al primo stato: porta la
data in numeri romani MD e il campanile faro di San Marco vi compare
ancora privo di cuspide.
L'affiancano, restaurate, altre opere, tratte dalla spettacolare
miscellanea "Arsenale di Venezia e Marina", pressoché inedita,
patrimonio anch'essa della Fondazione. È una raccolta di
centoquarantadue tra acquerelli, disegni preparatori a penna,
acqueforti, bulini. |
Spiccano per valore documentaristico, ma anche per l'eccellenza
artistica, i disegni della Pianta a colori dell'Arsenale, delineata dal
perito Filippo Rossi nel 1776. Vi sono raffigurati tutti i settori di attività
del cantiere, dal punto di raccolta dei roveri allo squero delle galeazze.
Straordinarie immagini di naviglio veneziano sono riunite in Navi o vascelli
di Vincenzo Maria Coronelli, pubblicato nel 1697.
La miniatura di una buzonavis dal Capitulare Nauticum del XIII
Secolo è fra le prime raffigurazioni di quel tipo d'imbarcazione duecentesca,
dalla caratteristica forma circolare.
Chiude idealmente l'esposizione, la Commedia dantesca, aperta su quel
Canto XXI dell'Inferno che descrive l'Arzanà, nella prestigiosa
edizione veneziana commentata da Cristoforo Landini. È del 1491, l'anno prima
della scoperta dell'America, che avrebbe segnato la fine di un mondo e, con
esso, della Venezia ancora trionfante della pianta di Jacopo de' Barbari.
L'esposizione è a cura di Cristina Celegon e Angela Munari, con la
consulenza scientifica di Guglielmo Zanelli.
Progettazione multimediale e allestimento "happytobehappywith". Ad
accompagnare la mostra è il volume Navi, squeri, traghetti da Jacopo de'
Barbari, curato da Guglielmo Zanelli, con prefazione di Giovanni Sarpellon,
edito dal Centro Internazionale della Grafica. |
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La mostra è realizzata grazie alla Società Duri i Banchi di
Venezia. Un rapporto, quello con la Fondazione Querini Stampalia, che segna
l'inizio di una collaborazione finalizzata alla valorizzazione del patrimonio
culturale, sociale e umano di Venezia, come previsto dallo statuto della storica
Società, che quest'anno compie centodieci anni.
Il 22 marzo, alle 18, si terrà un incontro di presentazione della mostra, a
cui interverranno:
Marino Cortese, Presidente Fondazione Querini Stampalia; Giovanni
Sarpellon, Presidente Centro Internazionale della Grafica; Cristina
Celegon, Fondazione Querini Stampalia; Vladimiro Valerio, professore
ordinario di geometria descrittiva e prospettica; Guglielmo Zanelli,
curatore del volume Navi, squeri, traghetti da Jacopo de' Barbari.
Fondazione
Querini Stampalia
Santa Maria Formosa
Castello 5252, 30122 Venezia
tel 041 2711411 fax 041 2711445
www.querinistampalia.it
Navi, squeri, traghetti da Jacopo de' Barbari 23 marzo / 12 maggio 2013
orari di apertura
da martedì a domenica 10 / 18 lunedì chiuso
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