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Parte la terza
edizione di F4 / un’idea di Fotografia, il festival promosso da
Fondazione Francesco Fabbri con un ampio programma di esposizioni,
workshop e incontri con l’autore a Casa dei Carraresi a Treviso. Ad
aprire il festival saranno le esposizioni Sguardi sul tempo. Percorsi
nella fotografia d’autore e Venezia / L’eredità dei precursori,
mostra personale di Francesco Jodice.
La prima rassegna, curata da Carlo Sala, proporrà oltre duecento lavori
dalle origini del mezzo fino ai nostri giorni provenienti dalla
collezione privata di Dionisio Gavagnin, finora rimasta inedita al
pubblico. La selezione qui proposta è un percorso volto a raffigurare i
cambiamenti culturali e sociali della storia tramite l’occhio
privilegiato della fotografia con opere tra gli altri di Henri Cartier
Bresson, Robert Capa, Candida Höfer, Robert Mapplethorpe, Félix Nadar,
Man Ray, Thomas Ruff e Sebastião Salgado.
Ad aprire la prima esposizione un intenso dialogo tra alcuni dei maestri
delle fotografia che in momenti differenti hanno raffigurato la
condizione sociale dell’uomo: i ritratti l’alta borghesia di Félix Nadar
si confronta con la volontà classificatoria che emerge nei volti della
gente comune del tedesco August Sander, ma anche con le immagini
patinate uscite dalle riviste di moda di Robert Mapplethorpe e Irving
Penn. |
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Il novecento si apre
con la carica dirompente e sovversiva della avanguardie storiche:
l’inconscio surrealista è testimoniato dalle distorsioni di André
Kertész, i graffiti di Brassaï, le bambole di Hans Bellmer o i celebri
ritratti “solarizzati” di Man Ray; ma anche l’antiaccademismo del
movimento Dada con i collage di Raoul Hausmann o le visioni
razionali del Bauhaus.
A continuare questo ideale percorso un’ampia sezione è dedicata alla
fotografia sociale e documentaria con alcuni dei grandi maestri europei
e americani. Autori che hanno lavorato in contesti al limite, dalle
scene del Bronx a New York di Weegee ai vari fronti di guerra come lo
sbarco dei tanks in Cina raccontato da Robert Capa negli anni Trenta o
la Cipro descritta da Donald McCullin.
La fotografia è anche specchio del proprio tempo che narra eventi
epocali: ecco apparire gli scatti realizzati dalla NASA l’11 luglio 1969
per celebrare lo sbarco sulla luna; ma anche fatti che hanno segnato le
coscienze collettive come l’attentato al presidente Ronald Reagan colto
da Sebastião Salgado e le scene di mafia della palermitana Letizia
Battaglia. Un nucleo di lavori che sanno anche tracciare i tratti
identitari dei luoghi e delle genti che li popolano, dall’America di
Walker Evans, all’Italia di Mario Giacomelli fino alla Francia narrata
da Robert Doisneau e Henri Cartier-Bresson. |
La fotografia italiana è documentata come un mosaico di varie
esperienze, partendo da una delle immagini simbolo del dopoguerra, “Il
Tuffatore” di Nino Migliori. Un’Italia dai tanti volti che alterna immagini
rurali alla Dolce Vita colta dal “paparazzo” Tazio Secchiaroli. Ma anche
la stagione della mutata coscienza del paesaggio con Luigi Ghirri, Gabriele
Basilico, Vincenzo Castella, Guido Guidi, Franco Fontana e Walter Niedermayr.
Una parte cospicua della mostra racconta delle ricerche degli anni settanta, con
un rinnovato impegno linguistico che per alcuni si traduce con l’uso delle
immagini di archivio come per Franco Vaccari e Mario Cresci, con i celebri “Ritratti
reali”. Ma anche l’uso del corpo come forma di emancipazione e scardinamento
degli assetti sociali con Vito Acconci, gli azionisti viennesi Hermann Nitsch,
Günter Brus, e Arnulf Rainer, l’intimità di Gina Pane, fino ai lavori di Cindy
Sherman con uno dei celebri camuffamenti della serie “Murder Mystery”.
Le tensioni delle contemporaneità appaiono sotto una pluralità di declinazioni
come le analisi rigorose degli autori della scuola di Düsseldorf con i lavori di
Thomas Ruff e Candida Höfer; ma anche le tensioni grottesche di Joel Peter
Witkin e la forza simbolica di Andres Serrano. A concludere, le prospettive più
attuali sull’arte italiana, specchio di un ibridazione culturale e sociale,
testimoniata tra gli altri dai lavori di Vanessa Beecroft, Stefano Cagol, Silvia
Camporesi e Alessadra Tesi. |
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A concludere il percorso a Casa dei Carraresi è la mostra
personale di Francesco Jodice. L’esposizione, presenta un corpus di
lavori inediti legati al quarto film del ciclo Citytellers che l’autore
sta realizzando proprio sulla città lagunare.
Francesco Jodice, ricognitore dei fenomeni sociali e urbanistici, non si è
confrontato con l’aspetto esteriore della città, ma ha mosso la sua indagine da
un peculiare interrogativo: perché oltre mille anni fa è stata edificata una
città proprio in un luogo così ostile? L’autore non ha potuto non lasciarsi
attrarre da questa impresa costruttiva e politica che sembra infrangere le
normali logiche e cautele.
Le immagini che ne emergono parlano dell’essenza attuale della città attraverso
i suoi caratteri archetipali negandone una iconicità strettamente contemporanea
del presente. Con un giro di parole potrebbero essere definite un “film in
costume”, per porre una analisi profonda senza alcun intento celebrativo o
nostalgico.
Stupisce una fotografia sospesa tra realtà e finzione che mostra la facciata di
un palazzo veneziano. E’ il ritratto di un modellino trovato al Museo Fortuny
che diviene imponente e nella sua “pesante” monumentalità esalta la perizia di
averlo costruito sopra una serie di palafitte in legno. Un atto di ingegno, ma
anche una dimostrazione di potere e forza per un’impresa che appare quasi
impossibile: riuscire dal nulla ad edificare una città che in alcuni secoli
diverrà una delle più popolose d’Europa e uno dei centri culturali ed economici
più floridi del continente.
Ogni immagine esposta costituisce una narrazione corale, quasi costituisse
singolarmente uno storytelling complesso. Se dal punto di vista
compositivo ha una apparente semplicità semiotica, dischiude in realtà una
complessità narrativa che volutamente viene appena accennata. L’intento è di
stimolare lo spettatore a rapportarsi con le opere quasi per completarne
l’indagine. Il fruitore posto di fronte all’immagine e agli spunti che la
accompagnano è quasi costretto ad assumere una presa di posizione e completarla
così con le proprie risposte.
A concludere la rassegna i tre film precedenti del progetto Citytellers:
Sao Paulo_Citytellers (2006), Aral_Citytellers,
Dubai_Citytellers (2010). I tre lavori costituiscono un vero e proprio ciclo
di indagine sulle città del presente sotto una lente geopolitica.
F4 / un’idea di Fotografia
“Sguardi sul tempo. Percorsi nella fotografia d’autore”
“Francesco Jodice. Venezia / L’eredità dei precursori”
A cura di Carlo Sala
Casa dei Carraresi, Treviso - Via Palestro, 33/35
15 giugno – 11 agosto
Inaugurazione: venerdì 14 giugno, ore 18.30
Evento promosso da Fondazione Francesco Fabbri e Fondazione Cassamarca.
Con il patrocinio di FIAF, Landscape Stories, TRA e Enzimi, con il supporto di
Associazione Amici Fondazione Fabbri, FAST e Galleria Michela Rizzo, Venezia.
Rassegna inserita in RetEventi Cultura Veneto realizzata da Provincia di Treviso
e Regione del Veneto.
Orari di apertura: da lunedì a domenica, 10.00 – 21.00.
Ingresso: Intero euro 7,00. Ridotto euro 5,00 dai 12 ai 25 anni; over 65;
studenti universitari; aderenti FIAF; gruppi di almeno 15 persone. Gratuito
minori di 12; portatori di handicap con accompagnatore; giornalisti con
tesserino.
Info mostra e prenotazioni:
segreteria@fondazionefrancescofabbri.it
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www.fondazionefrancescofabbri.it
tel. 0422.513150 -
casadeicarraresi@fondazionecassamarca.it
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