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“La voce di Carlo –in memoria di Carlo Petrini” .
Incontro-dibattito sul triste fenomeno del doping nello sport.
Dopo aver affrontato il delicato tema della strage di Ustica, con
ospiti del calibro del giudice Rosario Priore e con alcuni familiari
delle vittime, secondo appuntamento nell'ambito della Stagione teatrale
2013-14 del teatro Leopardi di San Ginesio con il "teatro d'inchiesta":
- Sabato 14 Dicembre 2013 h. 21.15 con:
“La voce di Carlo –in memoria di Carlo Petrini” .
Incontro-dibattito sul triste fenomeno del doping nello sport.
con : Adriana Petrini
(vedova di Carlo), Sandro Donati (già capo settore Ricerca
Sperimentazione del Coni).
Intervista: Massimo Del Papa. Conduce: Valentina Polci.
Presentazione.
Le due vite di Carlo Petrini, calciatore spericolato negli anni
Sessanta, accusatore spietato, tra gli anni Novanta e i Duemila, di
quello stesso sport che lo aveva reso celebre ma al prezzo di
conseguenze terribili. S'è arreso il 16 aprile del 2012, Petrini, mentre
il calciatore del Livorno Piermario Morosini veniva schiantato da
attacco cardiaco. Un anno dopo, l'ennesima morte sospetta: quella di
Stefano Borgonovo, la bandiera del Genoa, anche lui portato via dalla
sla. E si allungano i sospetti su una certezza, quella del doping, nel
calcio e in tutti gli sport. |
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Una piaga che Carlo Petrini ha denunciato libro dopo libro, sempre
maledetto, mai querelato da nessuno. Petrini si occupò anche di Damiano
Bergamini, il calciatore “suicidato” del Cosenza, sul quale la
magistratura nel 2013 ha a sorpresa riaperto l'inchiesta con ipotesi di
omicidio doloso. Una possibilità che Petrini aveva messo nero su bianco,
per primo: sarebbe rimasto l'unico.
Ne parleranno al teatro Leopardi di San
Ginesio il 14 dicembre 2013, in due distinti incontri, uno mattutino per
le scuole, (ore 11:00), l'altro serale con il pubblico (ore 21:15):
* Adriana Petrini, sua moglie
negli ultimi dieci anni di vita difficile e tormentata di Carlo,
devastato da plurime patologie che infine l'avrebbero portato alla morte
ad appena 64 anni;
* Sandro Donati, già allenatore
di atletica leggera, già a capo del settore Ricerca e Sperimentazione
del Coni, attuale consulente WADA (organismo mondiale antidoping),
impegnato da molti anni nella battaglia contro il doping, autore di
diversi libri. Donati porterà un documento rarissimo, un documentario
con interviste e immagini inedite di Carlo Petrini.
Ulteriori informazioni:
Carlo Petrini: dopo essere
cresciuto nelle giovanili del Genoa ha indossato le maglie del Milan di
Nereo Rocco (1968-1969), del Torino (dal 1969 al 1971) con cui vinse
anche la Coppa Italia nella stagione 1970-1971, transitando poi per il
Varese, il Catanzaro e la Ternana prima di approdare alla Roma di Nils
Liedholm (1975-1976). Proseguì la carriera con Verona, Cesena e Bologna.
Da tempo malato di tumore è deceduto ad aprile 2012. |
Carlo Petrini è stato uno dei primi calciatori a
rompere il muro di omertà, denunciando l'uso del doping negli spogliatoi tra
negli anni Sessanta e Settanta. Venne però coinvolto nello scandalo del calcio
scommesse della stagione 1979-1980 (rimediando una squalifica di tre anni e sei
mesi) e abbandonò il calcio nel 1985 dopo aver giocato nel Savona e nel Rapallo
(di cui fu anche allenatore nel 1986). Ha scritto diversi libri, soprattutto
sulla sua esperienza personale. In carriera ha totalizzato complessivamente 112
presenze e 19 reti in Serie A e 179 presenze e 41 reti in Serie B.
Dopo
aver chiuso la carriera nel calcio si dedicò agli affari, gestendo per qualche
tempo una propria società finanziaria. Dopo un iniziale successo, l'attività fu
compromessa dall'accumulo di debiti nei confronti di usurai e dal coinvolgimento
dell'ex calciatore in un giro di cattive conoscenze. Per sfuggire ai creditori
abbandonò l'Italia e si rifugiò in Francia, dove visse per alcuni anni nel
completo anonimato. Le cronache tornarono a occuparsi di Petrini nel 1995,
quando il figlio 19enne Diego, morente per un tumore al cervello all'ospedale "Galliera"
di Genova, lanciò un appello chiedendo di poter rivedere il padre, di cui non
aveva notizie da sei anni. Diego però, a sua volta promettente calciatore, morì
senza aver rivisto Petrini, che aveva deciso di non tornare in Italia.
Rientrato nel 1998 ha vissuto nella natia Monticiano, soffrendo di una grave
forma di glaucoma, che gli ha procurato la quasi completa cecità dell'occhio
sinistro e la seria compromissione del destro. |
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A detta dei medici che lo hanno curato nel corso
degli anni, sottoponendolo a ben cinque interventi chirurgici, la malattia
potrebbe essere correlata all'assunzione dei farmaci avvenuta durante la
carriera di calciatore. Nel 2000 Petrini pubblicò la sua autobiografia,
intitolata “Nel fango del dio pallone”, in cui narrò in prima persona
fatti e trascorsi nel mondo del calcio. In particolare denunciò la pratica
del doping che negli anni Sessanta e Settanta era dilagante. Ma Petrini
denunciò anche le partite decise in anticipo dalle società, i pagamenti in nero
e la bassezza morale di tanti suoi ex colleghi. Nel 2006, insieme ad altri ex
calciatori tra cui Aldo Agroppi, ha aderito all'Associazione Vittime del Doping
fondata da Claudia Beatrice, figlia di Bruno Beatrice, ex centrocampista della
Fiorentina morto di leucemia nel 1987 a soli 39 anni. |
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