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e con
MAGO SCAPINELLI
MARTA FARRA
DANILO CELLI
Costumi: STEFANO CIONCOLINI
Musiche: PERICLE ODIERNA
Aiuto regia: Iolanda
Salvato
Luci: Marco Zara
Nella sua
autobiografia, Edith Wharton dichiara di essere stata
ossessionata per diversi anni, nella sua adolescenza, da un’assurda
paura del soprannaturale, come pure narra della strana, ambigua (e in
fondo divertita, vissuta come una sorta di antidoto agli autentici
timori) fascinazione costantemente provata dinanzi a prestigiatori,
ventriloqui, illusionisti e “maghi” di ogni genere… Anche per questo,
forse, la scrittrice frequentò, sia pure in modo sporadico, il genere
tipicamente anglosassone della ghost story, iniziando a
“cimentarsi con l’altrove” nel 1909 e continuando a più riprese fino al
1937, anno della sua morte. Le sue “storie di fantasmi”, dunque,
punteggiano come una sorta di controcanto una vasta produzione di cui
non sono certo un aspetto marginale, rivelandosi profondamente
innovative, abolendo qualsiasi effetto à sensation per immettere
nell’assoluta “normalità l’evento “disturbante”: filo conduttore
l’ironia, il gioco, l’incredulità e al tempo stesso la meraviglia per i
tanti enigmi che la realtà propone a ogni passo… |