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Amelia,
complice una videocassetta porno, si invaghisce dello spogliarellista
Rino, in arte Jeff, e lascia, tra mille sensi di colpa, il suo compagno
Tiberio, insegnante di latino e greco senza fissa cattedra e stipendio.
Con un avvio mozzafiato, la commedia agrodolce dipana una storia che
prevede fisicità e sentimenti.
NOTE DI
REGIA
"Non devi
fare finta ... questa è la vita vera!". In questa affermazione di
Amelia, l'animo della pièce. Ho riflettuto su come le abitudini possono
divenire una coltre impermeabile alla naturale essenza dei sentimenti e
quanto il "complesso di colpa", presente inconsapevolmente in ognuno,
non permetta una visione nitida e frontale dei fatti e delle cose. Il
pesante fardello, l'ostile ricatto, il ristretto "Impero" induce alla
visione obliqua, ridotta dell'agire, non dando soluzione e compiutezza
all'Eros fuso a Thanatos. Ho provato infinita tenerezza per questi tre
personaggi, che si perdono in un continuo giustificarsi, confidandoci le
loro scelte, di cui a loro vedere non hanno responsabilità alcuna. E
allora anche l'amore, disperatamente cercato, diventa un'incredibile
"bolla", una finzione strana ed ostile. Mi ha fatto sorridere il modo in
cui Duccio Camerini ha trattato la forma, e questo "piccolo e nudo",
diventa qui immagine di una fragilità, di una incapacità di darsi,
mediata da uno spassoso e ridente gioco teatrale.”
Giuseppe
Tesi |