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Qui
Matteo incontra Fratel Vincenzo, un religioso di circa quarant'anni, con
cui inizia un rapporto ambiguo ed esclusivo. All'età
di dodici anni, conosce Luca, un ragazzo poco più grande di lui, e da
subito prova un'attrazione che non riesce a spiegarsi, che lo tormenta.
I loro incontri segreti segnano la formazione sessuale di Matteo.
Quando Fratel Vincenzo scoprirà
l'innocente relazione clandestina tra i due ragazzi, per loro inizierà
un vero e proprio calvario fatto di ricatti, violenze e persecuzioni.
“Ma questo
testo non è un'accusa o un'inchiesta sulla pedofilia all'interno della
chiesa cattolica.” - afferma deciso Giovanni Franci (Premio Siae
2012 come miglior autore emergente al 55° Festival di Spoleto) - “E' un
omaggio alla purezza che resiste ad ogni tentativo esterno di
corruzione. Il protagonista è il simbolo di un fanciullo che non
assimilerà mai l'alfabeto di orrore che gli viene dettato, né saprà
mettere in pratica la grammatica della paura che gli è stata insegnata.
Non c'è un giudizio esterno, non ci sarà né un'assoluzione né una
condanna, noi siamo il tribunale di noi stessi, è dentro di noi che si
svolge il processo, siamo noi a essere chiamati come avvocati difensori,
come accusa e come giudici.”
Per la regista
Marianna Galloni, che collabora con Franci già da qualche anno, “Matteo
Diciannove Quattordici è una sceneggiatura priva di fronzoli e ricca
di elementi poetici che non lascia spazio a falsi sentimentalismi. Una
piece che spara dritta alla storia di due giovani ai quali è stato
negato l’ossigeno della vita. |