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Lo spettacolo è l’eco di un teatro occupato e
ritrae la storia di quattro attori di una compagnia teatrale stabile che
occupano, in segno di protesta, il loro storico teatro destinato a
chiudere per permettere la costruzione di un parco commerciale. Nascono
così alcuni personaggi e scene che sfiorano vari generi e stili
teatrali. Emergono storie personali come in una eterna confessione,
facendo venire a galla questioni attuali come droga, omofobia, rapporto
genitori-figli e legalità.
Antonio Diana mette in scena con
Mariano
Riccio, Mario Piana, Arianna Luzi
Individui
intrappolati in un limbo a tratti reale e a tratti immaginario, che
sembra sia terreno che di un'altra dimensione. Uomini che si preparano
inconsapevolmente ad un passaggio; persone al bivio dell’essere e
dell’essenza, ad un passo dal passaggio dalla vita alla morte e dalla
morte alla vita, raccontano storie, come in una eterna confessione,
spinti dal luogo e dalla condizione in cui si trovano, attraversando
mutamenti di stato e di condizioni, passando da un periodo all’altro del
loro vissuto.
Argomenti
che si incatenano ai personaggi in un contesto a tratti brillante che
spinge la rappresentazione dal comico al drammatico in maniera radicale,
ponendo e imponendo diversi stati d’animo e condizioni in cui per ognuno
avverrà un passaggio diverso, ma per tutti un eguale rinascita. |