Un giorno, il poeta
surrealista Paul Eluard, che assisteva alle «prove» assieme al regista russo
Sergej Ejzenstejn, protestò rumorosamente: «Basta! Basta! E’ a Desbordes che lei
sta telefonando!». In qualche modo, attraverso il personaggio femminile, Cocteau
aveva messo se stesso sul palcoscenico e la propria disperazione. Jean Desbordes
morirà il 16 luglio del ’44, torturato dai tedeschi e rifiutando di dare i nomi
dei suoi compagni francesi della Resistenza. Morirà eroicamente. Non era un uomo
frivolo.
Molto diverso Il
bell’indifferente, scritto nel ’40 per Edith Piaf e il suo compagno di
quell’epoca, l’attore Paul Meurisse (celebre per il suo modo molto distaccato di
recitare, appunto quasi indifferente). Lo stile è più gergale, meno «borghese»,
meno compassionevole. Con un tono più spiritoso e scherzoso. Si sente un’altra
voce, insieme più brutale e più sfumata. L’uomo questa volta è presente, ma
muto. Mentre il primo era assente, o almeno astratto, nel mitico telefono.
Comunque in entrambi i casi, la donna è sola. Ma la sua solitudine non è la
stessa.
René de Ceccatty
Benoît Jacquot è sicuramente
uno dei registi cinematografici francesi più raffinati.
Dalla sua collaborazione con
Marguerite Duras, quando verso la metà degli anni sessanta iniziò la sua
carriera nel cinema, ad oggi ha girato ventitre film che lo hanno reso noto al
pubblico sia europeo che americano.
Il suo cinema è in Europa
molto più conosciuto nei paesi della Mitteleuropa e dell’Est che non in Italia
dove puntualmente rimbalzano notizie dei suoi successi, come quello di Les
Adieux à la reine dell’anno scorso al Festival di Berlino.
Questa messinscena teatrale è
una prima assoluta per lui sulle tavole del palcoscenico ed è dedicata alla
grande Adriana Asti.
Se Benoît Jacquot non ha
bisogno di presentazioni, non è Adriana Asti ad averne bisogno, perchè è senza
ombra di dubbio una delle più grandi attrici italiane.
Sarebbe pura retorica
rievocativa perdersi in citazioni attraversando l’enorme numero di ruoli da lei
magistralmente interpretati, ma mi pare interessante sottolinearne, oltre
all’immenso talento, la raffinata intellettualità che appartiene ad una Roma
coltissima, ormai dissolta nel passato. A quella Roma di Natalia Ginzburg, di
Moravia, di Pasolini e di Elsa Morante che lei assiduamente frequentò,
assimilandone profondamente l’essenza poetica.
Forse non tutti sanno che
Adriana Asti è molto conosciuta e amata in Francia, dove ha spesso recitato in
lingua francese e questo rende la collaborazione Asti-Jacquot eccezionalmente
naturale.
Ed è certo che l’opera di Jean
Cocteau formerà con questi due artisti un triangolo perfetto e che la sua
Voce umana e il suo Il bell’indifferente ritroveranno ora più che mai
la voglia di parlarci con inaudita intensità e con poetica cattiveria della
nostra vita.
Il Festival dei due Mondi di
Spoleto e Il Teatro Metastasio Stabile della Toscana hanno unito le forze per
varare questa nuovissima scintillante produzione, che dopo il debutto al
Festival avrà una lunga tournée nazionale e internazionale.
Paolo Magelli
Direttore Artistico Teatro
Metastasio Stabile della Toscana
BENOÎT JACQUOT
Benoît Jacquot debutta nel
1965 come assistente alla regia. Fra il 1970 e il 1976 si occupa della
realizzazione di documentari e nel 1975 dirige il suo primo film, ispirato ad un
racconto di F. Dostoïesvski, L’Assassin musicien. Dopo Les Enfants du
placard (1976), gira Les Ailes de la colombe (Storia di donne,
1981) tratto dal romanzo di Henry James, e interpretato da Isabelle Huppert,
Dominique Sanda e Michele Placido; poi è la volta di Corps et biens, un
giallo adattato dal romanzo Tendre femelle di James Gunn, e di Les
Mendiants, basato sul romanzo di Louis-René Desforêts (1986). Con La
Désenchantée (1989), interpretato da Judith Godrèche, si allontana dal
cinema d’autore. La Fille seule (1995), con Virginie Ledoyen, viene
elogiato dalla stampa internazionale. Le Septième ciel (1997) con
Sandrine Kiberlain e Vincent Lindon è il suo primo grande successo di pubblico.
Nel 1998 ritrova Isabelle Huppert per l’adattamento di un romanzo di Y. Mishima,
L’école de la chair, presentato al Festival di Cannes. Nel 1999 dirige
Fabrice Lucchini, Vincent Lindon e Isabelle Huppert in Pas de scandale.
Segue un periodo piuttosto prolifico, scandito dalla regia di film ‘in costume’:
La Fausse Suivante (2000) di Marivaux, con Isabelle Huppert, Sandrine
Kikerlain e Mathieu Amalric, Sade (2000) con Daniel Auteuil, Tosca
(2001) con Angela Georghiu e Roberto Alagna e Adolphe (2002) con Isabelle
Adjani e Stanislas Merhar. Nel 2003 gira Princesse Marie con Catherine
Deneuve e Heinz Bennent, e nel 2006 Gaspard le bandit, con Jean Hughes
Anglade e Natacha Régnier. La figura femminile - centrale del cinema di Benoît
Jacquot - viene nuovamente celebrata in À tout de suite (2004), in
L’intouchable (2006) con Isild Le Besco, in Villa Amalia (2008) con
Isabelle Huppert. Nel 2012 adatta Les faux-Monnayeurs dal romanzo di
André Gide per un film interpretato da Melvil Poupaud, e gira Au fond des
bois con Isild Le Besco. La sua opera più recente, che ha inaugurato il
Festival di Berlino 2012, è Les Adieux à la Reine, tratta da un romanzo
di Chantal Thomas, con Lea Seydoux, Diane Kruger e Virgine Ledoyen. Benoît
Jacquot è inoltre un autore televisivo: ha realizzato documentari su Jacques
Lacan, Alfred Deller, Merce Cunningham, Marguerite Duras. Per il piccolo schermo
ha adattato numerosi spettacoli teatrali: Voyage au bout de la nuit di
Louis-Ferdinand Céline e L’étonnant voyageur, entrambi interpretati da
Fabrice Lucchini, La bête dans la Jungle tratto da un romanzo di Henry
James (con Delphine Seyrig e Sami Frey), Dans la solitude des champs de coton
di Bernard-Marie Koltès, Il faut qu’une porte soit ouverte ou fermée di
Alfred de Musset, La Place Royale tratto da Pierre Corneille. Nel 2004
mette in scena Werther di Massenet alla Royal Opera House di
Covent Garden con Marcelo Alvarez nel ruolo protagonista. La stessa produzione è
andata in scena all’Opéra Bastille nel gennaio 2011, con Jonas Kauffman nel
ruolo di Werther. Nel 2014 metterà in scena La Traviata all’Opéra
Bastille.
ADRIANA ASTI
Nel corso della sua carriera
teatrale è stata diretta, tra gli altri, da Strehler, Visconti, Ronconi, Harold
Pinter, Susan Sontag, Alfredo Arias interpretando con riconosciuta maestria
grandi personaggi del teatro classico e moderno. Ha ispirato autori come la
Ginzburg, Siciliano, Patroni Griffi, Cesare Musatti e Franca Valeri, che hanno
creato per lei indimenticabili protagoniste per le nostre scene. Da molti anni
recita anche in lingua francese ed è riuscita a far conoscere, con grande
successo, alcune delle sue eroine, sui palcoscenici di Parigi. Ha scritto due
commedie, Caro Professore e Alcool, rappresentate per più di 200
repliche, e due romanzi pubblicati in Francia, Rue Ferou e Se souvenir
et oublier. Ha partecipato ad oltre 60 film diretta, tra gli altri, da
Visconti, De Sica, Pasolini, Bertolucci, Bolognini, Brass, Giordana, Techiné e
Bunuel. Stramilano, nostalgia in musica della sua città, e Ja das Meer
ist blau, poemi e canzoni di Brecht e Weill, spettacoli da lei ideati, la
vedono nella sua nuova veste di cantante. Per le sue interpretazioni ha ottenuto
il Premio Ennio Flaiano, tre Maschere d’oro, quattro Nastri d’argento, il David
di Donatello, la Grolla d’oro, il Premio De Sica e il Ciak d’oro. Dal 2004 è
Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Nel 2009 Robert Wilson l’ha diretta
in Giorni Felici di Samuel Beckett. Nel 2011 è stata insignita del titolo
di Chevalier dans l’Ordre des Arts et de Lettres.
MAURO CONTE
Mauro Conte esordisce come
attore teatrale nel 2007. Tra i suoi spettacoli: Mercury Fur con la regia
di Carlo Emilio Lerici, Il caso Braibanti, diretto da Giuseppe Marini e
L’Uomo della Sabbia, regia Luca De Bei. Nel 2007 partecipa al programma
televisivo "Decameron" di Daniele Luttazzi. Dal 2010 interpreta Mercuzio nel
Romeo e Giulietta di Giuseppe Marini, giunto al suo terzo anno di repliche.
Sempre nel 2010 viene scelto dal regista francese André Téchiné come
coprotagonista di Impardonnables (presentato al Festival di Cannes 2011-
sezione Quinzaine des Realizateurs) al fianco di André Dussollier, Carole
Bouquet e Adriana Asti. Nel 2010 è tra i vincitori del premio Oscar dei Giovani.
Nel 2012 partecipa al cortometraggio Fratelli Minori di Carmen Giardina
(con Paolo Sassanelli ed Alessio Vassallo) ed è nel cast de I sogni delle
ragazze di Mirca Viola. Nel 2013 viene scelto ancora una volta da André
Téchiné per far parte del cast de L’homme qui l’on aimait trop, al fianco
di Catherine Deneuve.
ROBERTO PLATÉ
Artista, pittore e scenografo,
Roberto Platé è nato a Buenos Aires nel 1940. Influenzato dal nonno paterno,
disegnatore e pittore di talento, acquisisce ben presto la consapevolezza di
quanto il disegno costituisca mezzo privilegiato di espressione. Studia
all’Accademia di Belle Arti di Monaco attratto anche dal movimento della scuola
Bauhaus e al ritorno in patria entra a far parte dell’avanguardia artistica
argentina. Nel 1966 con una dozzina di artisti, fra i quali Alfredo Arias, forma
il gruppo TSE (Théâtre Sans Explication). Il collettivo artistico emigrerà poi a
Parigi quando la censura del regime militare mette fine al periodo di libertà di
cui il movimento d’avanguardia aveva goduto fino ad allora. Alcune delle sue
creazioni hanno provocato scalpore per l’audacia del suo stile fino ad aprirgli
poi, più tardi, le porte del successo. Terminata negli anni ’70 la
collaborazione con il collettivo artistico TSE, Platé si apre ad altri generi,
al teatro e all’opera. Espone le sue installazioni e opere di pittura a Parigi,
e regolarmente anche nei musei e gallerie d’arte di Buenos Aires. Ha ricevuto
numerosi premi per le sue opere e nella sua lunga carriera ha allestito le
scenografie di moltissimi spettacoli nei più prestigiosi teatri francesi,
europei, argentini e negli Stati Uniti.
NICOLETTA ERCOLE
Costumista di cinema, teatro,
televisione, ha collaborato con molti registi italiani e internazionali, fra i
quali, Marco Ferreri, Bolognini, Visconti, Benigni, Tornatore, Margarete Von
Trotta, Vanzina, Pieraccioni, Nuti, James Cameron, Richard Loncrain, Julie
Taymor, Francis Ford Coppola. Ha curato i costumi di più di 130 film per il
cinema, la televisione e di diversi spettacoli teatrali con Polansky,
Barbareschi, Giorgio Ferrara e molti altri. Nel settore della moda ha
collaborato con stilisti come Pier Luigi Tricò, Renato Balestra, Valentino,
Laura Biagiotti, Trussardi. È stata consulente per Bulgari, per il Gruppo Tod’s
e per Cinecittà Holding. Ha curato l’organizzazione dei festeggiamenti per i 70
Anni di Cinecittà. È stata nominata come miglior costumista a tre Nastri
d’Argento, tre David di Donatello, un Emmy Awards e un Oscar con Milena Canonero.
Attualmente è Consigliere per gli Eventi Speciali, Relazioni Esterne e Progetto
Mecenati del Festival dei Due Mondi di Spoleto.
CHRISTIAN GASC
Creatore di costumi per il
cinema, il teatro e l’opera. Ha realizzato i costumi per più di 55 film, 19
opere e 35 pièce teatrali. Ha ricevuto un César per Le bossu di Philippe
de Broca, per Ridicule di Patrice Leconte e per Madame Butterfly
di Frédéric Mitterrand. Ha vinto un Moliére per Il ventaglio di Lady
Windermere di Oscar Wilde, al théâtre du Palais-Royal. Tra le sue creazioni
più conosciute, i costumi di: Le donne del 6° piano, Farewell,
My Queen e I tempi che cambiano, Les Adieux à la Reine,
Chocolat.
DANIELE NANNUZZI
Nato a Roma nel 1949, inizia a
lavorare nel 1966 come assistente di suo padre nel film Incompreso di
Luigi Comencini. Nel 1972 gira il primo film da operatore alla macchina,
Appassionata, prodotto da Tonino Cervi. Affianca grandi direttori della
fotografia e nel 1976 firma fotografia e regia della seconda unità di Gesù di
Nazareth di F. Zeffirelli, con cui collaborerà per Il giovane Toscanini
e Toscana, nei due film-opera Cavalleria Rusticana e Pagliacci,
vincitori di due Emmy Award, e nel recentissimo Omaggio a Roma. Ha
collaborato con registi come Lizzani, Brass, Jodorowski, Bondarciuck, Cervi,
Bolognini, London, i fratelli Frazzi, Oldoini, Negrin, fino al magico incontro
con Monteleone, regista di El Alamein; il film ottiene il David di
Donatello, il Globo d’Oro, il Premio Gianni di Venanzo, la candidatura al Nastro
d’Argento 2003. Nel 2004 firma la fotografia di Empire, una saga sulla
Antica Roma prodotta dalla Touchstone e dalla Disney. A fianco di Boris Eifman
realizza a San Pietroburgo la versione filmica dei balletti Anna Karenina
e Onegin. Nel 2012 Giorgio Ferrara gli affida l’ideazione delle luci per
Madama Butterfly al Teatro dell’Opera di Roma e per l’opera The Turn
of the Screw di B. Britten al Festival di Spoleto. Con il Regista Iraniano
Babak Payami ha appena terminato di girare in Canada il film Manhattan
Undying.
JACQUES ROUVEYROLLIS
Jacques Rouveyrollis firma la
sua prima "ideazione luci" con Les Jelly Roll. Dopo una collaborazione
con Michel Polnareff diversifica la sua opera creando sia per gli spettacoli dal
vivo che per i grandi eventi. Da Joe Dassin a Barbara, da Johnny Hallyday a
Charles Aznavour, da Serge Gainsbourg a Michel Sardou, sono moltissimi gli
artisti e i produttori che fanno appello alla magia di ombre e luci che è in
grado di realizzare. In teatro debutta nel 1983 grazie all’incontro con Jean-Luc
Tardieu che fa appello al suo talento per Cocteau Marais, al quale
succedono centinaia di pièce in collaborazione con importanti registi. Vince due
Molière per le luci di À tort ou à raison e per La boutique au coin de
la rue. Crea le luci per molte opere e balletti prestigiosi. La sua opera si
diffonde inoltre in tutti i continenti illuminando le vie e i maggiori luoghi di
richiamo delle più belle città del mondo.
ORARI E PREZZI
martedì, giovedì, venerdì
e sabato ore
20.45
mercoledì, domenica ore
17.00
Posto
unico: Intero 20 euro - Ridotto 17
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