Gustav Mahler disse: “Tradizione non è culto delle ceneri ma
custodia del fuoco”.
Omaggiare la tradizione non è “chinare il capo al passato”, non è lasciare alle
“ceneri del ricordo” il compito di portare fino a noi le immagini di un tempo
ormai andato. Omaggiare la tradizione è ben altro: è mantenere vivo quel “fuoco”
che brucia vispo nei solchi lasciati dalle vite di chi abita questa terra,
alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti. Ciò che rende così
affascinante il fuoco è la sua indomabilità, è impossibile imprigionarlo così
come è impossibile impedirgli di bruciare. Ecco che nasce la necessità di
costruire un riparo, dove non si opprime la sua fiamma ma la si plasma, la si
lascia ardere fiera seppur in balia del nostro volere. La musica assume così il
compito di Custode di una tradizione di antichi ed infuocati canti siciliani,
capaci di ardere anche il più gelido degli animi. La donna contemporanea si
specchia in quella del passato, trovandosi in storie di passione carnale, di
volontà di emarginazione, bisogno di indipendenza, di integrazione e di riscatto
dallo sfruttamento sul lavoro.
Il canto diventa così funzionale a descrivere una condizione, riuscendo a non
essere più fine a se stesso e permettendo alla volontà di riscatto di ergersi al
di sopra della fiamma.
ELEONORA BORDONARO voce
LUCREZIO de SETA batteria e percussioni
ALESSANDRO PATTI basso elettrico e
contrabbasso
PRIMIANO DI BIASE piano,
sintetizzatore, fisarmonica. Effetti
opening:
Damiano Rozzi - Pianoforte
Edoardo Bombace - Basso
Salvatore Caruso - Batteria
Prima romana di questa lauda, concepita per un solo quadro
musicale, è un tributo personale da parte di un attore e un musicista verso la
figura di S. Francesco, giullare, cantore e poeta. Uno spettacolo intenso e
poetico realizzato da due preziosi esponenti del mondo artistico del nostro
paese. Eugenio Allegri sicuramente uno dei più grandi attori italiani, noto al
grande pubblico anche per aver replicato innumerevoli volte il monologo
"Novecento" che Alessandro Baricco scrisse proprio per lui. Attore di grande
talento, ammirato per la maestria si è spesso misurato con grande successo in
impegnativi monologhi ("La storia di Cyrano", "Shylock" e "Novecento"). Ramberto
Ciammarughi pianista e compositore raffinato in questo spettacolo è autore anche
del testo poetico.
Il virtuosismo pianistico di Ciammarughi che da sempre lo contraddistingue, non
lo allontana tuttavia dalla creazione improvvisativa poetica ed evocativa;
musicista completo difficilmente collocabile in riduttive classificazioni
linguistiche, possiede una vena compositiva che negli ultimi anni l'ha portato a
scrivere per tutte le formazioni e ancor più per il teatro.
San Francesco, nelle pagine che ci ha lasciato, si è premurato di liberare la
luce delle sue laudi verso ogni direzione. Scritta da Ramberto Ciammarughi la
“lauda”, vuole essere un atto di riconoscenza rivolto a San Francesco. “A lui
che ha lodato tutto, e che, ringraziando ogni creatura, di ogni piccolo
elemento, ha in fondo, regalato all'umanità un nuovo significato da dare
all’esistente.” R.C.
EUGENIO ALLEGRI voce recitante
RAMBERTO CIAMMARUGHI piano
Un piccolo teatro musicale è la scena dove la parola, il gesto e
il suono si muovono come in una partitura, in modo melodico o armonico.
Molte voci si rincorrono all’interno di questo spettacolo, voci che diventano
canti e si inseriscono naturalmente dentro trame sonore. Voci che fanno
riflettere, sopravvissute, intime e di condanna. Parole e voci di grandi
personaggi come Carmelo Bene, Dino Campana, Abbas Kiarostami, Antonin Artaud,
solo per citarne alcuni, che edificano con la loro arte un monumento di grazia e
libertà artistica.
Ora sopra, adesso intorno a queste voci si snoda la musica che, come un attore
sul proscenio sussurra, urla, ride con un linguaggio fatto di suoni e di colori.
MICHELE RABBIA percussioni ed
elettronica
Opening:
Andrea Saffirio - piano
Francesco Criscuoli - contrabbasso
Matteo Bultrini - batteria
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