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GALLERIA
MARCHETTI
Via Margutta 8
- ROMA
ICONE
DELL’INVISIBILE
21 volti
dell’astrazione nell’arte italiana contemporanea
a cura di
Silvia Pegoraro
14 novembre –
14 dicembre 2013
Giovedì 14
novembre 2013 alle ore 18.30, nella prestigiosa sede della Galleria
d'Arte Marchetti di Roma, Via Margutta 8, verrà inaugurata la mostra
ICONE
DELL’INVISIBILE – 21 volti dell’astrazione nell’arte italiana
contemporanea
(a cura di Silvia Pegoraro), aperta fino al 14
dicembre 2013.
Saranno esposte
opere di Carla Accardi, Gianni Asdrubali, Nanni Balestrini, Luigi
Boille, Nicola Carrino, Alfredo Celli, Luciano De Liberato, Alberto
Di Fabio,
Sidival Fila,
Licia Galizia, Giorgio Galli, Edoardo Landi, Sergio Lombardo,
Carlo Lorenzetti, Teodosio Magnoni, Renato Mambor,
Gianfranco Notargiacomo, Achille Perilli, Serj, Mauro
Staccioli, Antonella Zazzera.
L’esposizione
sarà documentata dal volumetto n. 3 della collana “I Quaderni della
Galleria” (Edizioni Grafiche Turato).
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Che cos’è esattamente il contemporaneo?
Contemporaneo può essere aggettivo o sostantivo, un periodo
storico o una nozione filosofica. Tuttavia, il problema che si pone,
nel momento in cui si cerca di capire cosa sia il contemporaneo in
arte, è: contemporaneo rispetto a cosa? Esiste un solo tempo, quello
cronologico, tempo che scorre in modo uniforme dal passato verso il
futuro, nastro lineare e monodirezionale, come il linguaggio
verbale? O invece esistono più tempi, fratture temporali e cesure
profonde, come Walter Benjamin, ma anche gli astrofisici, ci dicono
da tanti decenni? Gli artisti presenti in questa mostra ci dicono a
loro volta che il “contemporaneo”, soprattutto, non coincide con
l“attuale”, con “ciò che è in atto”, ma esprime una potenzialità,
qualcosa che può essere, qualcosa che è rivolto verso il
futuro (“L’arte non esiste ancora: è solo agli inizi”, come
affermava Constantin Brâncuşi), e nello stesso tempo può recuperare
istanze del passato, come dimostra l’attrazione che l’arte e la
letteratura del Novecento hanno provato per l’arcaico, per il
primitivo. Per l’arte contemporanea, dunque, risolvere il problema
del tempo significa cercare e trovare un tempo che non è il proprio,
mentre l’attuale si realizza tutto nel tempo presente, perché è già
in atto.
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Il contemporaneo è dunque l’inattuale, per dirla con
Nietzsche (Considerazioni inattuali 1873-1876), vive in una
sconnessione e in una sfasatura. Dunque, chi coincide troppo col proprio
tempo – con l’attualità – non è veramente contemporaneo. Come
afferma Giorgio Agamben, il tempo del contemporaneo è necessariamente
discontinuo: l’artista contemporaneo atomizza e manipola il proprio
tempo, lo mette in relazione con altri tempi, scava nel passato per giungere
nel futuro.
Su una linea di ricerca di questo genere si collocano gli
artisti qui presenti, compulsando in modo affascinante e significativo i
vari registri dell’astrazione.
Con l’astrazione, in arte, si è attuata nel Novecento una
rottura radicale nei confronti del codice naturalistico plurisecolare della
tradizione figurativa occidentale: ciò che conta, qui, non è tanto la caduta
dei riferimenti al mondo esterno, quanto il fatto che le regole del
linguaggio visivo si fondino su elementi interni alla forma.
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Ma le vie per arrivare a questo sono molteplici, anche se
possono forse ricondursi a due direzioni fondamentali: una
espressivo-simbolica, che presta la massima attenzione agli aspetti
emotivo-psicologici del colore e al ritmo prodotto dai rapporti di forze in
atto nel campo visivo, e che nasce con Kandinskij e Klee, ed una
matematico-razionale, tendente alla massima rarefazione della forma
individuata nella pura astrazione geometrica, che trova la sua prima
espressione nell’arte moderna con Mondrian e Malevič. Alcune delle
espressioni artistiche che ritroviamo in questa mostra sono allora
riconducibili a un’astrazione di gesto, segno o materia, altre a
un’astrazione di tipo geometrico. Altre ancora tendono a una felice
combinazione-passaggio tra le due tendenze. In ogni caso, il rifiuto di
ridurre l’immagine a rappresentazione figurativa, vale a dire referenziale e
visibile, può configurarsi, implicitamente, come un richiamo alle idee che
gli antichi Padri della Chiesa avevano formulato riguardo al problema
dell’icona, all’epoca della disputa tra iconoduli e iconoclasti. Si
trattava, certo, di una teologia dell’immagine che non aveva niente a che
vedere con un qualche programma artistico, dal momento che era allora ignota
la nozione moderna di “opera d’arte”, eppure manifestava l’esigenza di
qualcosa che, pur essendo altro dal visibile, si rivelasse tuttavia nel
visibile stesso.
In questa prospettiva intende porsi la mostra ICONE
DELL’INVISIBILE , nel realizzare la quale la Galleria Marchetti si è in
gran parte ispirata al lavoro sull’astrazione svolto quest’anno dalla Mostra
del XLVI Premio Vasto d’Arte Contemporanea: Oltre l’immagine – Le molte
anime dell’astrazione nell’arte italiana (la maggioranza degli artisti
presenti figuravano nell’edizione 2013 dello storico Premio, che dal 1959
Roberto Bontempo organizza nella splendida cittadina dell’Adriatico
abruzzese) .
L’esposizione assume così un profilo insieme storico e di
ricerca, focalizzando l’attenzione dell’osservatore su alcuni artisti -
tutti viventi e operativi - del contesto italiano contemporaneo, con opere
dagli anni ’50 ad oggi: percorsi tutti riconducibili alla via articolata e
multiforme all’astrazione, che mettono in evidenza il perdurare della
vitalità di questo linguaggio artistico.
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SCHEDA TECNICA
Mostra:
ICONE DELL’INVISIBILE – 21 volti dell’astrazione nell’arte italiana
contemporanea
Artisti
:
Carla Accardi,
Gianni Asdrubali, Nanni Balestrini, Luigi Boille, Nicola Carrino, Alfredo Celli,
Luciano De Liberato, Alberto Di Fabio, Sidival Fila, Licia Galizia,
Giorgio Galli, Edoardo Landi, Sergio Lombardo, Carlo Lorenzetti,
Teodosio Magnoni, Renato Mambor, Gianfranco Notargiacomo, Achille Perilli, Serj,
Mauro Staccioli, Antonella
Zazzera.
A cura di:
Silvia Pegoraro
Sede:
Galleria d’Arte Marchetti
Indirizzo:
Via Margutta 8 - 00187 Roma
Inaugurazione:
giovedì 14 novembre 2013, ore 18.30
Periodo
espositivo: 14
novembre – 14 dicembre 2013
Ingresso:
libero
Orari:
LU 16.30-19.30 ; MAR-SA 10.30-13.00 / 16.30-19.30
Catalogo
: “I Quaderni
della Galleria Marchetti”,
n. 3, a cura di
S. Pegoraro, Edizioni Grafiche
Turato.
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