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TEATRO – Il regista Antonio Caracciolo propone “L’ORSO” di Checov a
Roghudi.
Martedì 30 Luglio
2013, con inizio alle ore 21,50 si alzerà il sipario sull’opera teatrale
“L’ORSO” di Anton Chevov, rivisitata per la regia di Antonio Caracciolo.
Il tutto è possibile
grazie all’organizzazione dell’associazione “Artefici della Moda” di
Caterina Ficara ed alla preziosa collaborazione dell’amministrazione
comunale di Roghudi - una caratteristica cittadina in provincia di
Reggio Calabria ed al supporto della locale Pro Loco.
Infatti l’opera verrà
proposta in Prima Nazionale – nella piazza Comunale, in una produzione
originale per “Roghudi città cultura” per la regia di Antonio Caracciolo
che vede attore protagonista lo stesso Antonio Caracciolo con Erica
Filocamo e Francesco Figliomeni. I Costumi originali sono stati
realizzati della Stilista villese Caterina Ficara, mentre la Scenografia
e Dipinti sono stati approntati da Sara Parlongo. Assistente alla Regia
è il reggino Gregorio Panetta.
Adesso Antonio
Caracciolo è tornato in Calabria – oltre che per un brevissimo periodo
di ferie - per cimentarsi in questa nuova esperienza, quella di regista
teatrale che va ad affiancare quella di attore e con tanti nuovi
progetti da realizzare nella sua Calabria. |
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Antonio Caracciolo
è un attore
professionista,
nato a Reggio Calabria e formatosi professionalmente a Roma, dove vive.
Infatti si
è
formato
professionalmente
presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma.
Lavora a teatro facendo parte della compagnia dei giovani del Teatro
della Tosse di Genova.
Ha lavorato con molti Maestri teatrali, tra i
più importanti
vanno ricordati: Vittorio Gassman, Paolo Terni, Massimo
Foschi, Paolo Ferrero,
Franco Branciaroli, Alessandro Haber, Flavio Bucci, Walter Manfrè,
Enrico Maria Lamanna, Ennio Fantastichini, Lugi Maria Musati, Nikolay
Karpov.
Ha partecipato a diverse fiction televisive fra cui: Don
Matteo,
Gente di Mare,
Nati Ieri,
Butta La Luna2,
Una sera d’ottobre,
Paolo VI,
Il Mattatore;
mentre ad
Ottobre
sarà
su Rai 1nella fiction "UN MATRIMONIO" di PUPI AVATI.
Al cinema ha partecipato ai seguenti films: E adesso
sesso,
I Banchieri di Dio caso Calvi,
Ora e per sempre,
Vicino al fiume,
500.
Attualmente
l’artista reggino è
impegnato su due fronti: sul set del film tv “IL BAMBINO CATTIVO ” di
PUPI AVATI, che andrà in onda su RAI1 il 24 Novembre 2013, in occasione
della giornata mondiale dei diritti dei bambini, nonché sul set del film
“UN RAGAZZO D’ORO” sempre di PUPI AVATI, con Sharon Stone, Riccardo
Scamarcio, Giovanna Ralli, Cristiana Capotondi, film che vederemo nelle
sale cinematografiche nella prossima stagione.
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In alcune battute già si
intravede l’essenza dell’opera, da “Orso, orso, orso” a “Mi sono innamorato
come un liceale, sono caduto in ginocchio…” per proseguire con “Lui giace nella
tomba ed io mi sono sepolta tra quattro mura...siamo morti entrambi” e quindi
“La bellezza sapete non dura mica in eterno” per concludere “Proprio fatta per
godere la vita…”.
Ma per recepire tutta
l’essenza dell’opera è fondamentale essere presenti Martedì 30 Luglio 2013 –
inizio ore 21.50 nella Piazza Comunale di Roghudi.
Cerchiamo di capire dalle
parole di Antonio Caracciolo la sintesi di un’opera datata ma più che mai
attuale
“Elena
Ivanovna Popova, una vedova inconsolabile che ha giurato, dopo la morte del
marito, di non uscire più di casa e di non frequentare più alcun uomo,
nonostante le insistenti preghiere a ripensare la sua decisione da parte del suo
servitore Luka. La situazione si capovolge quando l’inaspettata visita dell'ex
ufficiale di artiglieria Smirnov si presenta dalla Popova a riscuotere delle
cambiali. Il rifiuto di lei a pagare e la volontà di lui ad esigere quanto
dovuto originano un dialogo concitato, che degenera in un duello fra la vedova e
l'ex ufficiale…
Leggero e diretto, fin dalla
prima battuta all’ultima, “L’Orso” di Anton Checov accompagna lo spettatore,
nella sua semplice scrittura/struttura in un intrigante viaggio di “stati
d’animo” e/o “sentimenti mutabili” nell’universale tema dell’Amore.
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I protagonisti sono volubili
figure di carattere forte, anche se non all’apparenza, nelle quali ciascuno,
forse, può riconoscere lo specchio del proprio “io” nel più basilare valore del
sentimento. Quello che mi ha colpito in modo particolare in questa opera
teatrale è il cambiamento improvviso, nel giro di poche battute, del “Pensiero”
che oltre ad alimentare un apertura intelligente verso il confronto con se
stessi ed il prossimo non si fossilizza sugli input socio-culturali o regole
poco chiare che spesso ci precludono o ci limitano la gioia della vita.
Portare in scena un linguaggio
cosi semplice, come quello di Checov, paradossalmente diventa, complesso ed
intenso nel restituire credibilità recitativa e comunicativa , proprio per
questo ho voluto ricercare la qualità della “metamorfosi” non dichiarata dei
personaggi, mettendo a nudo gli attori nella costante/continua mutazione degli
stati d’animo, lavorando sia sui pretesti che l’essere scenico costruisce, sia
su un percorso vicino alla trascendenza onirica a conferma dell’illogicità di
sentimento, tale è l’amore.
Una chiave interpretativa
basata principalmente sull’azione fisica, sulla labile area della ragione e
dell’ istinto.
Aldilà delle battute
umoristiche e delle situazioni paradossali che si susseguono nella scena, i
protagonisti, nell’affrontare i loro amori, tradimenti, problematiche
economiche, speranze , fantasie, strizzano l’occhio a quelle persone che possono
definirsi “vive” e che si riconoscono nel coraggio del cambiamento e nella
voglia di mettersi in gioco per andare forse oltre un confine non tracciabile
nella psiche umana che l’uomo stesso tende a delimitare.
Inoltre, pur essendo stato
scritto nel 1880, l’atto unico dello scrittore russo tratta un argomento cosi
innato nell’uomo, che mi ha spinto a non dare una identificazione temporale
sulla scena e nei costumi, a sospensione dell’eterna attualità in ogni luogo ed
in ogni tempo…”
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