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Il film esplora le
interpretazioni che artisti del calibro di Pasolini, Lattuada, Rosi,
Rondi, Arrabal o Salvatores, hanno dato del paesaggio, della luce, della
storia e della gente di Basilicata. Confrontando le loro inquadrature
direttamente con la quotidianità delle location dove i film sono stati
girati, l'autore sottolinea come il paesaggio lucano abbia saputo
interpretare la Palestina riarsa de “Il Vangelo secondo Matteo”, la
Sicilia delle turgide passioni de La Lupa o la Spagna “brutale e
selvaggia” che Arrabal cercava per il suo “L'albero di Guernica”.
Il documentario,
inoltre, ripercorre il racconto che il Cinema ha fatto dell'evoluzione
socio-culturale della Basilicata dal mondo contadino alla modernità,
mantenendo sempre al centro dell'attenzione il ruolo di co-protagonista
svolto dallo splendido paesaggio delle location lucane scelte dai
registi per ambientare le loro storie.
Nonostante il
budget molto basso, il film è realizzato con grande cura e da ogni sua
inquadratura emerge nitido l'amore dell’autore per la sua terra e il
rispetto con cui la guarda. Gerardo Caputi ha personalmente svolto tutte
le attività della produzione: soggetto, testi, sceneggiatura,
produzione, regia, direzione della fotografia, registrazioni audio,
conduzione in video, montaggio, sonorizzazione, effetti speciali,
grafica e prototipizzazione. Soltanto per la fase di ripresa in esterni
si è avvalso dell’aiuto di un collaboratore alla macchina da presa.
Ufficio stampa:
Francesco Mastrorizzi
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