|
[…] A consolidare la coerenza del percorso
di questo artista intervengono, in modo forse ancor più netto e
distintivo, i ponderatissimi temi: il mare, le isole. Sempre ispirati a
una mediterraneità raccolta e contemplata nel calore sotteso dei legami
personali, dei miti millenari e nella variabile intensità di una luce
che sembrerebbe essersi affrancata dall’obbligo della verosimiglianza,
per esaltare la dimensione metafisica di questi luoghi ideali.
Caratteristiche, in parte, già timidamente
annunciate nelle tele dipinte tra la fine degli anni Ottanta e per buona
parte dei Novanta, attraverso quello zelo particolaristico che lo aveva
spinto molto avanti nell’intenzione di restituire un’immagine
severamente oggettiva, fino quasi ad accettare l’insidiosa sfida
iperrealista.
E’ facile vedere nelle frastagliate isole
di oggi l’evoluzione più aggiornata dei relitti metallici, le fiere e
totemiche figure postindustriali di ieri, degli “arcipelaghi” di boe
all’imbocco del porto, dei misteriosi residui di scafandri sugli
arenili.
E se il colore si spendeva allora
nell’ammiccante dimostrazione del più consumato mestiere, con la resa
dell’odore di mare e di marcio delle cime sbiancate dal sole abbandonate
sulla battigia o aggrovigliate alle bitte, nei riflessi cangianti dei
metalli ossidati, al pari dei cirri impalpabili disseminati in cieli
luminosi, già si potevano individuare profili e colori delle opere di là
da venire. |