[…] Sono Immagini che seducono per una
forza che, sorprendentemente, si esprime con la fragile vulnerabilità di
corpi che quasi faticano ad imporsi sull’atmosfera circostante e che
talvolta sembrano addirittura sfumare e dissolversi in essa.
Corpi che esprimono una leggerezza fragile
ed evanescente cui la Mariotti ha sovente integrato un filo d’oro,
elemento esterno, ma certo non estraneo al suo discorso.
L’oro è l’essenza preziosa del sé che
abita ogni individuo e che fatica a manifestarsi. E se cercare il filo
d’oro significa vivere, trovarlo vuol dire conoscersi.
A volte lo si trova in seguito ad un
trauma, ma in quel filo, tanto sottile quanto fragile, c’è anche la
possibilità di relazione con l’altro e, per estensione, la piena
consapevolezza della propria facoltà generativa […]
(Dal testo in catalogo di Andrea Romoli
Barberini)
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