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a cura di Simone
Soldini e di Elena Pontiggia
Pino sul mare
1921, Crepuscolo 1922, L’attesa 1926, L’estate 1930
(Museo del Novecento di Milano), I nuotatori 1932 (MART Museo di
arte moderna e contemporanea, Trento e Rovereto), Capanni al mare
1927 (GAM, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino), Canale a
Venezia 1926 (Kunsthaus di Zurigo), Lo Squero di San Trovaso
1938, I contadini della Versilia 1938 sono alcuni dei capolavori
che costellano la mostra sui paesaggi di Carlo Carrà al Museo d’arte di
Mendrisio.
Curata da Elena Pontiggia e da Simone Soldini, in collaborazione con
Chiara Gatti e Luca Carrà, si tratta della prima ampia retrospettiva
allestita da un museo svizzero sull’opera di questo grande protagonista
della pittura moderna europea.
Figura di importanza capitale nella storia dell’arte moderna italiana,
Carrà fu tra i fondatori del movimento futurista nei primissimi anni del
‘900. I viaggi nelle capitali europee, ma soprattutto a Parigi, dove
frequentò tra gli altri Apollinaire e Picasso, lo misero in contatto con
le altre avanguardie europee, facendolo conoscere internazionalmente. La
prima guerra mondiale sancì la fine del Futurismo e determinò l’inizio
di un breve, fecondo periodo metafisico in cui Carrà entrò in stretti
rapporti con i fratelli De Chirico. |
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Gli anni tra il 1915 e
il 1920 furono un momento decisivo, di svolta, per l’uomo e per
l’artista. Legatosi d’amicizia con Soffici e Papini, Carrà cominciò un
intenso periodo di meditazione sulla pittura italiana del ‘300 e del
‘400 che sfociò nei sorprendenti scritti su Giotto, Paolo Uccello, Piero
della Francesca e Masaccio. Il recupero in chiave moderna dei
“primitivi”, e in primo luogo di Giotto, lo condusse a una pittura –
come ebbe a dire – di «forme primordiali», dove la natura si rivela in
tutta la sua essenza spirituale. Sintesi, forza plastica, spazialità,
architettura accordata a colori tonali: cominciava su queste basi la
terza, più lunga e più intensa stagione, quella del «realismo mitico».
Essa si aprì con un capolavoro assoluto della storia dell’arte europea
del ‘900, presente nella mostra di Mendrisio: Pino sul mare del
1921, dipinto da Carrà appena quarantenne e che venne acquistato dal
compositore Alfredo Casella, amico del pittore e figura di primo piano
nella cultura europea del ‘900. «Con questo dipinto – scrisse Carrà
nella sua autobiografia – io cercavo di ricreare una rappresentazione
mitica della natura». Al capolavoro del ’21 ne seguirono altri, una
stretti lunga serie di opere che scaturì in gran parte da un’immersione
totale nel paesaggio: i monti della Valsesia, le marine di Forte dei
Marmi, la laguna veneziana, le campagne e i laghi lombardi, le alpi
apuane. |
Il paesaggio fu spunto continuo di sperimentazione; da una
pittura di sintesi Carrà poteva passare a una forma mediata di impressionismo,
da un’immagine realista a una visione onirica e surreale, sempre ottenendo
risultati di straordinaria intensità.
In questo concetto di rappresentazione mitica della natura rientrò a partire
dalle grandi composizioni d’inizio anni ‘30 anche la figura: Estate, I
nuotatori, I contadini della Versilia sono alcuni capolavori di
questo genere, ben documentato in mostra.
Grazie ai contributi dell’Archivio Carrà, degli Archivi del ‘900 del MART e del
Gabinetto Vieusseux di Firenze si è potuto allestire per l’occasione una sezione
dedicata alla figura – importantissima – del Carrà teorico e pubblicista (si
ricordino solo i contributi a “Valori plastici” e “l’Ambrosiano”) attraverso un
vasto e prezioso materiale documentario.
A margine della retrospettiva viene presentata una selezione di opere di autori
ticinesi, dipinte tra il 1920 e il 1950, che intende gettare un po’ di luce
sulla grande influenza esercitata da Carrà su un contesto locale, di provincia
italiana del Nord come il Ticino; cioè, sul suo determinante ruolo nel passaggio
da un’arte ancora ottocentesca ad una moderna |
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comitato scientifico Elena Pontiggia, Luca Carrà, Chiara Gatti, e Simone
Soldini (direttore Museo)
catalogo edito dal Museo d’arte Mendrisio, circa 150 pagine di testi e
apparati e riproduzione delle opere in mostra
Orari
ma-ve: 10.00
– 12.00 / 14.00 – 17.00
sa-do: 10.00 – 18.00
lunedì chiuso, tranne festivi
Entrata
Fr 10.- ridotto Fr 8.-
Info
www.mendrisio.ch/museo
museo@mendrisio.ch
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