Come ne veniamo fuori da un mondo che, in
tante parti tra cui l’Italia e l’Area dell’euro, ha smarrito la strada
della crescita economica, anche a causa delle sempre più scarse
opportunità offerte ai giovani di contribuire allo sviluppo economico e
sociale con la loro capacità innovativa?
Come ne veniamo fuori da un mondo in cui
gli antichi valori sono andati giù, in cui il mare ha inghiottito le
boe, sicure e galleggianti, cui attraccavamo le imbarcazioni in
pericolo?
La risposta, come ha indicato un maestro–testimone, vescovo–poeta,
profeta–prossimo Santo, don Tonino Bello, è che non basta più
enunciare la speranza: occorre organizzarla.
La risposta è che occorre far pervenire
tanti messaggi di coraggio e operatività ai giovani capaci di dar vita
ad attività imprenditoriali, vale a dire alla punta più avanzata di
organizzatori della speranza, per sé e per gli altri.
Chi sono i giovani? Sono le persone capaci
di coltivare degli ideali per i quali valga la spesa battersi, a
prescindere dal numero degli anni vissuti.
Chi è l’imprenditore? È una persona che -
sapendo, sapendo fare e facendo sapere - è capace di creare valore
aggiunto, tanto valore aggiunto, vedendo quasi sempre il bicchiere mezzo
pieno.
L’ingresso è libero. |