la grande crisi
2011-2013
in poesie per
immagini
“Horror vacui”,
orrore del vuoto: il vuoto incolmabile che lascia un amore, il vuoto
inarrestabile dei
valori odierni e poi il più temibile, il vuoto dell’anima che si
manifesta,
assordante, “a noi
orfani del Signore”. Ancora una volta Giuseppe Vanni ha scelto di
accompagnare la
sua raccolta poetica con immagini che ne potenziano e ne completano il
senso e, fin dal
titolo, l’assenza è l’assoluta protagonista di questa mostra.
Ma diversamente
dalla sua precedente raccolta, “Al mare”, in cui l’autore si immergeva
negli abissi della
propria in-coscienza, qui si apre al mondo, inteso però non come la
caleidoscopica
sede della molteplicità, ma come un grande, desolante deserto spirituale
in
cui il nulla
dilaga. Quella descritta da Vanni è una realtà in cui “nel sacro nome
della
secolarizzazione
abbiamo smarrito la speranza nella resurrezione”: un mondo disperato,
quindi,
caratterizzato dall’”autismo digitale”, da un’identità frammentata in
cui non sai “se
tu sei frutto di
somma o sottrazione”, da un’aritmetica dei sentimenti in cui “la
passione ci
vince e ci miete”,
da una scienza medica incapace di sanare la malattia più profonda, il
“dolore muto”
dell’animo umano.
Su tutto, domina
come una divinità sanguinaria la Finanza globale, pronta a sacrificare
gli
individui in nome
del potere. Ed ecco incastonate nel flusso del linguaggio poetico le
aride
parole della crisi
che ormai da troppo tempo fanno da grigio sfondo alla nostra esistenza:
rigore, bilancio,
conti, manovra, recessione, finanche il neologismo “areaeuropanico”.
Chi salverà allora
questo individuo precario, soffocato dalle proprie nevrosi, schiacciato
dalla cieca
avidità dell’era globale? Forse, si intravede una fioca luce in fondo al
tunnel:
sarà la vita
stessa l’antidoto, la bellezza, le parole dei classici, che riecheggiano
spesso
nei testi
dell’autore come citazioni e come interlocutori. E il sorriso di un
figlio che, ancora
ignaro del
marciume che ci circonda, sorride spensierato dal suo seggiolone a
ricordarci
“che abbiamo
ancora un’anima non quotata al mercato dell’immonda iena”.
Claudia Rubbini
Giuseppe Vanni
vive a Cattolica; laureato in Lettere e Filosofia all’Università di
Bologna,
insegna Storia e
Letteratura al Gobetti di Morciano di Romagna. Horror Vacui segue
la
raccolta Al
Mare esposta nel 2011: rappresenta la seconda parte di una trilogia
di poesie
per immagini il
cui ultimo capitolo sarà Paris-Necker.
Giuseppe Vanni
HORROR VACUI
la grande crisi
2011-2013
in poesie per
immagini
Palazzo Rubini
Vesin
Borgo di Gradara
Dal 15 giugno al 7
luglio 2013
Info orari