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TINTO BRASS PREMIO ALLA CARRIERA - Firenze

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Tinto Brass arriva a Firenze per girare alcune scene del film-documentario sulla sua vita

Sabato 11 Maggio il maestro dell’eros all’italiana riceverà anche il premio alla carriera al Disco Excelsior di San Donnino per i suoi meriti come cineasta e portatore di un messaggio liberatorio nella società moderna.

 


Dopo quello consegnato a Rocco Siffredi lo scorso marzo, un altro “Premio Excelsior” sarà in programma, stavolta dedicato al maestro indiscusso del cinema softcore tricolore.

Sabato 11 Maggio, il Disco Excelsior renderà omaggio alla carriera del celebre regista veneziano che con le sue pellicole ha avuto più di chiunque altro il merito di sdoganare l’erotismo all’italiana a livello internazionale dagli anni ’60 ad oggi: Tinto Brass.

 

Il regista, sceneggiatore e montatore giungerà nel locale fiorentino per girare alcune scene del film-documentario dal titolo “IstintoBrass, prodotto da Think'o Film e Federico Lami  (quest’ultimo giovane imprenditore toscano appassionato di cinema) e diretto dal regista Massimiliano Zanin, sceneggiatore e assistente del Tinto nazionale da oltre un decennio.

 

 

Il film è una cronistoria sulla sua vita e sulla sua carriera del maestro dell’eros narrata attraverso una confidenziale intervista allo stesso Brass. Oltre a materiali inediti e retroscena sui film la pellicola includerà numerose testimonianze dei molti artisti che nel corso di quasi 50 anni di carriera hanno incrociato il suo cammino. Tra questi Gigi Proietti, Stefania Sandrelli, Serena Grandi, Franco Nero e tanti altri...

 

"E' un vero maestro - racconta Zanin - un anarchico del cinema e un genio assoluto, ma soprattutto lo ritengo un artista nel vero senso della parola. Egli infatti ha saputo affermare il suo cinema al di là di ogni imposizione e censura, con mille battaglie e rinunciando spesso ai favori della critica. E come tutti i veri artisti Tinto è un benefattore. Il suo messaggio di libertà, la sua rappresentazione continua del piacere come vittoria dell'eros sul thanatos e il suo modello di donna libera e liberata in grado di rompere gli schemi vogliono indicare al pubblico una visione positiva della vita, una via da seguire verso la libertà dell'individuo e dunque verso un maggiore benessere nel mondo”.

Non solo, oltre a ricevere il “Premio Excelsior”, il regista selezionerà proprio nel locale di San Donnino il miglior lato B (scegliendo tra le 50 sexy girls) da inserire nella nuova pellicola attualmente in fase di lavorazione.

 

Biografia TINTO BRASS

Regista famoso per il suoi film osé, Tinto Brass è nato il 26 marzo 1933 a Venezia. Le sue pellicole (in particolare quelle dal 1975 in poi) maltrattate da critica e mass-media (che però non perdono occasione di pubblicizzarle alla grande, fomentandone la "pruderìe" di cui sono circondate), sono però sempre recensite con curioso interesse e seguite nelle sale con grande partecipazione di pubblico.

Personalità goliardica e amante delle provocazioni, il giovane Brass si accorge in breve tempo che l'Italia puritana caratteristica degli anni cinquanta gli sta stretta e così, dopo la laurea in legge, decide di trasferirsi a Parigi, dove per alcuni anni lavora come archivista alla Cinematheque Française.

Tornato in Italia, diventa aiuto regista di Alberto Cavalcanti e del Nume tutelare dei registi italiani, Roberto Rossellini. I suoi esordi come autore sono di alto livello e all'ombra di grandi nomi: nel 1963 debutta con il film "Chi lavora è perduto" e un anno dopo dirige i due episodi, "L'uccellino" e "L'automobile", del film "La mia Signora", con Silvana Mangano e Alberto Sordi.

 

Numerose sono le pellicole firmate Tinto Brass in cui il regista spiega ed esplora i meandri dell'erotismo. Nel 1966, con la pellicola "Col cuore in gola", interpretato da Jean Louis Trintignant, dà inizio a quella serie di film diventati noti come "londinesi": "Nero su bianco" (1967); "L'urlo" (il film del '68 che venne censurato) e "Drop out" interpretato da Vanessa Redgrave e Franco Nero. Nel 1975 si consuma la svolta definitiva del Brass autore: passa dalle tematiche più disparate che avevano caratterizzato i suoi film precedenti per concentrarsi sul tema dell'erotismo e della sua "liberazione". Realizza un paio di pellicole decisamente forti per l'epoca, come "Salon Kitty", e "Caligola".

Cavalcato ormai il filone del voyeurismo, Brass non si fermerà più. Nel 1979 è la volta di "Action", ancora pudico, ma nel 1983 diventa famoso per lo scabroso "La chiave", che gli procura valanghe di copertine sui più affermati tabloid nazionali, anche grazie alla presenza di un'attrice di culto come lo era Stefania Sandrelli in quegli anni. Senza contare che non era certo comune vedere un'attrice di tale fama eseguire evoluzioni erotiche in un film di cassetta (come lo chiameremmo oggi).

Al botteghino, insomma, il film va ottimamente e anche la critica, per una volta, è benevola col regista veneto. Due anni dopo Brass ritenta il colpaccio e torna sugli schermi con "Miranda", in cui spadroneggia da protagonista un'altra icona del sogno erotico all'italiana, l'abbondante Serena Grandi; divenuta però tale proprio al film di Brass.

La caratteristica principale di Brass, infatti, è quella di formidabile scopritore di talenti o meglio, di bellezze. Abilità che ha perfezionato film dopo film. A parte Stefania Sandrelli, che quando arrivò alla sua corte era già attrice affermata, tutte le altre protagoniste sono state di fatto alla loro prima esperienza cinematografica, ma sono poi diventate puntualmente famose grazie alla grancassa pubblicitaria che immancabilmente si crea intorno ai film del regista. Da qui a diventare apprezzate e più "corrette" donne di spettacolo il passo è breve.

Nel 1986, ad esempio, "Capriccio" lancia Francesca Dellera, poi volto onnipresente per alcuni anni tra schermo televisivo e cronache mondane. Quattro anni dopo è la volta di Debora Caprioglio, protagonista della pellicola "Paprika". Nel 1991 Tinto Brass dirige "Così fan tutte", con Claudia Koll, e nel 1994 "L'Uomo che guarda" con Katarina Vassilissa.

Dalla metà degli anni '90, Tinto Brass continua a produrre una pellicola ogni due anni, ma "Fermo Posta", (1995) "Monella" (1997) e "Tra(sgre)dire" (1999) hanno avuto uno scarso seguito di pubblico e di critica. Secondo gli esperti il re del cinema erotico è a corto di idee originali e i suoi ultimi film hanno una sceneggiatura quasi inesistente. Nel suo nuovo film la protagonista è Anna Galiena, una delle maggiori attrice italiane apprezzata anche dal cinema internazionale, divenuta famosa con il film "Il marito della parrucchiera". Tra le pellicole più recenti nel 2002 dirige Anna Galiena e Gabriel Garko in "Senso '45", liberamente ispirato al racconto "Senso" di Camillo Boito.

Nel 2003 torna invece alla commedia erotica con il film a episodi "Fallo!".

Nel gennaio 2002, la Cinémathèque Française di Parigi ha dedicato a Tinto Brass un omaggio-retrospettiva dal titolo "Eloge de la chair" (Elogio della carne), con la proiezione nella prestigiosa sala dei Grands Boulevards parigini di 10 film del "più erotomane dei cineasti ma anche del più cineasta degli erotomani".

 

 

"Solo la forma, il significante, lo stile possono dare un senso, un significato, un contenuto al nonsense della realtà. Come le ninfee di Monet, i girasoli di Van Gogh, le bottiglie di Morandi [...] come i culi delle mie attrici, ossessioni primarie e iperboli linguistiche in cui si racchiude, sintetizza e rispecchia il contenuto e il senso del mio cinema. Che è sempre quello dei miei film cosiddetti anarchici [...] Per cui "il culo è lo specchio dell'anima" non significa solo rendere omaggio al culto del culo, ma è anche la sintesi poetica per riconoscere allo stampo del culo le stesse valenze dello stampo di quel paese utopico che speravo emergesse ma poi non è emerso".

 

 

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