Numerose sono le pellicole
firmate Tinto Brass in cui il regista spiega ed esplora i meandri dell'erotismo.
Nel 1966,
con la pellicola "Col cuore in gola", interpretato da Jean Louis Trintignant, dà
inizio a quella serie di film diventati noti come "londinesi": "Nero su bianco"
(1967); "L'urlo" (il film del '68 che venne censurato) e "Drop out" interpretato
da Vanessa Redgrave e Franco Nero. Nel 1975 si consuma la svolta definitiva del
Brass autore: passa dalle tematiche più disparate che avevano caratterizzato i
suoi film precedenti per concentrarsi sul tema dell'erotismo e della sua
"liberazione". Realizza un paio di pellicole decisamente forti per l'epoca, come
"Salon Kitty", e "Caligola".
Cavalcato ormai il filone del
voyeurismo, Brass non si fermerà più. Nel 1979 è la volta di "Action", ancora
pudico, ma nel 1983 diventa famoso per lo scabroso "La chiave", che gli procura
valanghe di copertine sui più affermati tabloid nazionali, anche grazie alla
presenza di un'attrice di culto come lo era Stefania Sandrelli in quegli anni.
Senza contare che non era certo comune vedere un'attrice di tale fama eseguire
evoluzioni erotiche in un film di cassetta (come lo chiameremmo oggi).
Al botteghino, insomma, il
film va ottimamente e anche la critica, per una volta, è benevola col regista
veneto. Due anni dopo Brass ritenta il colpaccio e torna sugli schermi con
"Miranda", in cui spadroneggia da protagonista un'altra icona del sogno erotico
all'italiana, l'abbondante Serena Grandi; divenuta però tale proprio al film di
Brass.
La caratteristica principale
di Brass, infatti, è quella di formidabile scopritore di talenti o meglio, di
bellezze. Abilità che ha perfezionato film dopo film. A parte Stefania
Sandrelli, che quando arrivò alla sua corte era già attrice affermata, tutte le
altre protagoniste sono state di fatto alla loro prima esperienza
cinematografica, ma sono poi diventate puntualmente famose grazie alla grancassa
pubblicitaria che immancabilmente si crea intorno ai film del regista. Da qui a
diventare apprezzate e più "corrette" donne di spettacolo il passo è breve.
Nel 1986, ad esempio,
"Capriccio" lancia Francesca Dellera, poi volto onnipresente per alcuni anni tra
schermo televisivo e cronache mondane. Quattro anni dopo è la volta di Debora
Caprioglio, protagonista della pellicola "Paprika". Nel 1991 Tinto Brass dirige
"Così fan tutte", con Claudia Koll, e nel 1994 "L'Uomo che guarda" con Katarina
Vassilissa.
Dalla metà degli anni '90,
Tinto Brass continua a produrre una pellicola ogni due anni, ma "Fermo Posta",
(1995) "Monella" (1997) e "Tra(sgre)dire" (1999) hanno avuto uno scarso seguito
di pubblico e di critica. Secondo gli esperti il re del cinema erotico è a corto
di idee originali e i suoi ultimi film hanno una sceneggiatura quasi
inesistente. Nel suo nuovo film la protagonista è Anna Galiena, una delle
maggiori attrice italiane apprezzata anche dal cinema internazionale, divenuta
famosa con il film "Il marito della parrucchiera". Tra
le pellicole più recenti nel 2002 dirige Anna Galiena e Gabriel Garko in "Senso
'45", liberamente ispirato al racconto "Senso" di Camillo Boito.
Nel 2003 torna invece alla
commedia erotica con il film a episodi "Fallo!".
Nel gennaio 2002, la
Cinémathèque Française di Parigi ha dedicato a Tinto Brass un
omaggio-retrospettiva dal titolo "Eloge de la chair" (Elogio della carne), con
la proiezione nella prestigiosa sala dei Grands Boulevards parigini di 10 film
del "più erotomane dei cineasti ma anche del più cineasta degli erotomani".
"Solo la forma, il
significante, lo stile possono dare un senso, un significato, un contenuto al
nonsense della realtà. Come le ninfee di Monet, i girasoli di Van Gogh, le
bottiglie di Morandi [...] come i culi delle mie attrici, ossessioni primarie e
iperboli linguistiche in cui si racchiude, sintetizza e rispecchia il contenuto
e il senso del mio cinema. Che è sempre quello dei miei film cosiddetti
anarchici [...] Per cui "il culo è lo specchio dell'anima" non significa solo
rendere omaggio al culto del culo, ma è anche la sintesi poetica per riconoscere
allo stampo del culo le stesse valenze dello stampo di quel paese utopico che
speravo emergesse ma poi non è emerso".
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