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“bisogna entrare nello
spirito del personaggio: qui è la difficoltà di immaginare questa
fisionomia nello spazio dell’umanità, cioè quello che rappresenta
riguardo agli altri uomini, alle altre personalità umane; detto questo è
tutto fatto. Questa verità deve resistere in me fino a completare
l’opera ritrattistica. (...) esaurito questo compito, piazzato il
soggetto nel regno dei morti che rimangono vivi, consegno la mia opera”.
Marino Marini
Al confine tra la vita solare e la vita oscura, i filosofi sono lì a
meditare e ogni tanto danno una voce verso il buio, affinando l’udito
per ascoltare inavvertiti echi. Risponde la poesia.
Fausto Melotti
Il Museo Marino Marini presenta sabato 30 novembre 2013, alle ore
19.00, Melotti guarda Melotti, un progetto che mette a
confronto il ritratto di Fausto Melotti eseguito da Marino Marini del
1937, nella sua versione in cera, della collezione del museo fiorentino,
e Teorema del 1971 di Fausto Melotti, una delle sue opere più
leggere e trapunte d’aria, come scrive Fabrizio D’Amico nel testo che
accompagna l’esposizione. |
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Poste una di fronte
all’altra, nel sacello della cripta del Museo, le due opere stabiliscono
un dialogo tra i due artisti escludendo, data la lontananza nel tempo
delle due sculture, riferimenti filologici e caricando di fascino
evocativo questo immaginifico dialogo.
Melotti guarda Melotti, grazie alla collaborazione con la
Collezione Merlini, offre l’opportunità di iniziare a esplorare in
maniera approfondita il rapporto tra i due artisti, permettendo agli
studiosi di potersi soffermare grazie a indagini accurate su ciascuna
delle due sculture.
L’esposizione si collega a The Player. Viaggio nelle passioni
contemporanee, un progetto annuale del Museo Marino Marini, curato
dal direttore artistico Alberto Salvadori, dedicato a preziose
collezioni private italiane e soprattutto alla passione che anima il
collezionista nella continua ricerca e nella scelta delle opere, nella
conoscenza dell’arte e degli artisti. |
Il catalogo a cura di Alberto Salvadori con Mariella Gnani,
curatrice e conservatrice della Collezione Merlini, edito da Silvana editoriale,
è arricchito dall’introduzione di Alberto Salvadori, dal fondamentale
approfondimento di congiunzione tra i due artisti di Fabrizio d’Amico, dal testo
di Denis Viva incentrato sulla scultura di Melotti, da quello di Mattia Patti
che sta continuando qui la sua proficua ricerca sugli anni ’30 di Marino Marini
e dal testo di Mariella Gnani che verte su approfondite indagini esplorative
sulle tecniche esecutive.
Melotti guarda Melotti rimarrà aperta fino al 4 gennaio 2014.
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