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Due artisti
tecnicamente opposti fra loro ma vicini per appartenenza territoriale:
Maximo Pellegrinetti,
nato a Viareggio nel 1960, e Ivo Lombardi, nato a Livorno nel 1936,
vedranno le loro opere accostate in un dialogo silenzioso ed enigmatico
in un universo di linguaggi paralleli. La marmorea scultura di
Pellegrinetti si assottiglia fino a divenire “quadro” da collocare a
parete, mentre i quadri di approccio dadaista e astratto di Lombardi,
acquisiscono la tridimensionalità attraverso molteplici materiali
corposi.
Maximo Pellegrinetti,
attualmente Direttore del dipartimento di Scultura presso l’Accademia di
belle Arti di Brera, predilige l’uso del marmo per la sue opere,
realizzando delle superfici sottili, sulle quali scolpisce un segno
inciso e profondo. Linee cromaticamente attraenti, espressione di un
alfabeto immaginario, sconosciuto e misterioso, che spinge lo spettatore
a interrogarsi sulle sue forme, percependo le sensazioni e le emozioni
dell’artista solo attraverso segni apparentemente indecifrabili.
Confini, sotto le spoglie di immagini arcane, che portano a un mondo
sospeso di silenzio e contemplazione.
Nell’opera di Ivo
Lombardi, la prevedibilità della visione è alterata da una simultaneità
di sistemi che si impregnano di altri sistemi, di insiemi che si
fondono e si allargano, di presenze inconsuete che affiorano in maniera
caparbia.
Realtà astratte nel
segno di una materia pittorica forte, tangibile. Le sue opere, profane e
attraenti, protettive e ingannevoli, sembrano voler trasudare le
diverse emozioni di un tempo che è impossibile distinguere in passato,
presente e futuro. |