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Sabato 13 Aprile ore 20.30

Domenica 14 Aprile ore 18.00

 

Sabato 27 Aprile ore 20.30

Domenica 28 Aprile ore 18.00 

 

Rinaldo, Ginevra 

e l'aspra legge di Scozia

 copione ariostesco elaborato da Alessandro e Fiorenzo Napoli 

sulla base dei canovacci di tradizione

dell'Opira catanese

 

nell'ambito della Rassegna di Opera dei Pupi di scuola catanese Marzo/Giugno '13

  

presso 

 

TEATRO DEI PUPI MARIONETTISTICA F.LLI NAPOLI 

Vecchia Dogana - via Dusmet, 2 Catania

 

INGRESSO: 10 euro (adulti); 5 euro (bambini)
RIDUZIONI per gruppi e cral


Info e prenotazioni: Botteghino TEATRO-MUSEO MARIONETTISTICA F.LLI NAPOLI- Vecchia Dogana 095/7678888; 095/7465195 

 

 

SINOSSI

La bella storia della principessa Ginevra di Scozia viene raccontata nei canti IV, V e VI del Furioso. Ginevra ama riamata il bel cavaliere italiano Ariodante e i due sono sul punto di convolare a giuste nozze con la benedizione del sovrano. Ma ciò suscita ire e gelosie nel Connestabile Polinesso, primo ministro di Scozia, il quale ama Ginevra e avrebbe voluto sposarla con la segreta intenzione di succedere al re suo padre. Per vendetta, Polinesso architetta un terribile quanto raffinato intrigo. Contando sull’ignara complicità della sua amante Dalinda, dama di compagnia di Ginevra, le chiede per una notte di abbigliarsi come lei e di riceverlo per il consueto abboccamento notturno, facendolo salire proprio dal verone della stanza da letto della principessa. Dalinda acconsente, nulla sospettando e ritenendo anzi che questo sia per Polinesso il modo di scordare definitivamente Ginevra. Ma ben altri sono gli intenti del traditore: egli infatti si reca da Ariodante e gli dice che lui è stato ingannato da Ginevra, la quale riceve nottetempo un amante. Ariodante pretende le prove: Polinesso lo invita la notte seguente al giardino per fargli vedere che quanto afferma è vero. L’inganno riesce. Ariodante, seguito dal fratello Lurcanio all’appuntamento notturno, crede alla colpevolezza di Ginevra e si getta in mare per la disperazione. L’indomani, Lurcanio accusa Ginevra di infedeltà e invoca contro di lei il giudizio di Dio secondo “l’aspra legge di Scozia”: se entro un mese nessun cavaliere dimostrerà l’innocenza di Ginevra con la spada in pugno, ella subirà la pena capitale. Nel frattempo, Polinesso, per togliere di mezzo scomodi testimoni, ordina di uccidere Dalinda. Ma giunge provvidenzialmente a salvare la fanciulla Rinaldo, che aveva attraversato la Manica per chiedere aiuti contro Agramante.

Rinaldo apprende da Dalinda la verità e corre alla salvezza di Ginevra. Giunge in tempo per interrompere il duello a morte tra Lurcanio e un misterioso cavaliere nero difensore della principessa, campione che all’Opira catanese portava sullo scudo l’insegna della morte e sulla bandiera il motto “Amor mi vinse”. Rinaldo rivela l’innocenza di Ginevra e uccide Polinesso costringendolo a confessare. La gioia è completa quando si svela anche l’incognito campione: egli è Ariodante, che si era salvato e aveva deciso di prendere le difese dell’amata.

La serata di Ginevra di Scozia, con la giustizia che trionfava sull’innocenza ingiustamente calunniata, era una delle più belle serate di chiamo dell’Opira catanese, spesso rappresentata anche isolatamente come serata per famiglie. Tutti i personaggi dell’episodio, che s’impongono per il notevole spessore psicologico dei caratteri, erano e sono un importantissimo banco di prova per i parlatori: a tale proposito, ci piace qui notare che questo copione è un omaggio a Biagio Sgroi e Italia Chiesa Napoli, grandissimi interpreti di questa serata con le loro parlate improvvisate. Infine, va ricordato che per il convegno notturno al chiaro di luna era d’obbligo la scena in fondo, con la ricostruzione di un lussureggiante giardino adorno di fontane sul quale si apriva il verone da cui la finta Ginevra avrebbe mandato giù la scala di seta per far salire Polinesso. Grandi maestri nella realizzazione di questa scena furono Sebastiano Zappalà prima e Natale Napoli poi, dei quali abbiamo raccolto in quest’allestimento la grande lezione di scenotecnica. (Alessandro Napoli)

 

 

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