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Sfila ancora,
preceduto dalla banda del paese, il carro della Vecchia che viene
processata e bruciata, e sfilano ancora i “carri di pensiero”,
ogni anno ricchi di forme nuove, di allegorie sempre più raffinate, di
costumi e colori più ricercati e con dimensioni sempre più imponenti (alti
fino a sei metri, accolgono anche venti figuranti). Inoltre, come è
sempre stato, i figuranti restano immobili in forme plastiche per
tutto il tempo della sfilata, dando vita e dei veri e propri
quadri viventi, una sorta di pagina tridimensionale di letteratura
popolare.
Si tratta di un
linguaggio che, anche in questo nuovo millennio, conserva tutta la sua
forza di comunicazione e di impatto emotivo per l’originalità delle
idee, per la ricercatezza dei costumi e dei colori, per l’imponenza e
l’arditezza delle forme. Un linguaggio che resta ancorato alla
tradizione, pur adeguandosi ai mutamenti di costume e di cultura. Come
una volta, i costruttori dei carri lavorano gratuitamente per oltre un
mese, per la soddisfazione di un premio simbolico, per l’applauso della
folla e, soprattutto, per l’affermazione dell’idea che esprimono con il
carro. |