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La
Festa di Santa Rita
(12 -
22 maggio)
La
festa che Cascia tributa a Santa Rita è particolarmente articolata e
momenti puramente celebrativi si alternano ad ampi spazi di
riflessione e ad una liturgia che ormai conta secoli di storia. È il
caso dei “giovedì di Santa Rita”, una particolare devozione nata
quasi trecento anni fa e mai interrotta: per i 15 giovedì
antecedenti la festa del 22 maggio, si svolgono in diverse ore della
giornata, incontri di fede in preparazione della festa.
Le
funzioni religiose della novena vedono partecipare per ogni giorno i
comuni della Valnerina, che organizzano specifici, affollati,
pellegrinaggi. Insomma, nel nome di Rita, aderendo a quel messaggio
di pacificazione che la Santa ha lanciato nel sec. XV, c’è un’ampia
mobilitazione, e per l’occasione cadono tutti quei particolari
campanilismi, quasi fisiologici fra le genti della vallata.
Questa
autentica esigenza di fratellanza viene manifestata anche con il
gemellaggio che, annualmente, Cascia intrattiene, con una diversa
città italiana o europea: per una buona parte dell’anno avvengono
periodici incontri con la città gemellata, vengono organizzate
manifestazioni, reciprocamente svolte, il tutto per creare saldi
legami fra le due realtà urbane.
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Per il
2013, il “Gemellaggio di Fede”, vede la città delle
rose unita con la città romena di Ramnicu Valcea, in cui nel 2006 è
stata edificata una chiesa greco-ortodossa dedicata a Santa Rita,
l’unica chiesa dedicata alla Santa casciana della Romania.
Il messaggio che il Gemellaggio di Fede di
Cascia vuole diffondere è incentrato sui valori che Santa Rita ha
insegnato alla sua comunità e a milioni di fedeli nei secoli.
L’augurio e la speranza che muovono l’unione, sono quelli di
vivere insieme questo momento di festa, con grande devozione e fede.
Uno dei momenti più suggestivi, durante la visita della delegazione
casciana alla città gemellata, è quello dell’accensione della
tradizionale “Fiaccola della Pace”, portatrice di speranza
cristiana, il cui ardere rappresenta l'amore e la devozione di Santa
Rita.
Dalla
città gemellata, ogni anno, nei giorni precedenti la festa di Santa
Rita – solitamente una settimana prima – parte la “Fiaccola della
Pace” che gli atleti del gruppo sportivo più rappresentativo della
città, portano, con lunghissime staffette, fino a Cascia.
Maratoneti, ciclisti, pattinatori, calciatori … tutti sono giunti
puntuali la sera del 21 maggio di fronte al sagrato della Basilica
di Santa Rita a consegnare, dopo aver percorso centinaia di
chilometri, la fiaccola al Sindaco della propria città. Ed è proprio
il Sindaco ospitato che, alla presenza del primo cittadino di Cascia
e di tutti i Sindaci della Valnerina, accende la fiamma sul
monumentale tripode, a suggello di un’amicizia duratura, atto che dà
il via all’accensione delle migliaia di fiaccole che per tutta la
notte arderanno a Cascia e nelle colline circostanti: è l’incendio
di fede, suggestivo rito di fuoco in onore della Santa.
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Le fiaccole
rischiarano una notte frenetica per l’incessante arrivo dei pellegrini. Per
tutta la notte una colonna interminabile di pullman ha come meta Cascia.
L’indomani i pellegrini, a migliaia, attenderanno lungo i bordi delle strade
lo snodarsi della processione.
La sfilata del
Corteo, che si unisce alle porte di Cascia, alla processione proveniente da
Roccaporena, è il momento più atteso da chi, giunto a Cascia affrontando
impegnativi viaggi, vuole vivere le emozioni che la vita di Rita sa rendere
ancora nell’animo dei fedeli. La sfilata è anche particolarmente attesa dai
numerosi turisti che apprezzano il rigore storico con il quale, in quadri
viventi, viene riproposta la vicenda umana della Santa. Ed è una vicenda che
del Medioevo coglie gli aspetti più forti: nella vita di Rita si parla di
amore ed odi, di vita e di morte, di guelfi e ghibellini, in una inconsueta
prospettiva tutta al femminile. E mentre altrove a dominare questi eventi ci
sono re, condottieri, capitani di ventura, eserciti, qui, a Cascia,
protagonista è un’umile donna, piccola di statura, ma incrollabile nella sua
fede e determinata nel proporre ideali di pace: il suo esercito è la sua
gente, la gente normale, i contadini, i pastori, gli artigiani, i
mendicanti, le consorelle del Monastero, quella parte di umanità che la
storia la subisce e che ne porta drammaticamente i segni. Il Corteo Storico
si fa ammirare lungo tutto l’itinerario urbano, per giungere poi al Sagrato
della Basilica di Santa Rita, ove viene impartita la benedizione. I ruoli si
invertono: protagonisti diventano gli spettatori, i fedeli che a migliaia
levano alti, rivolti al cielo, mazzi di rose, il fiore amato da Rita, il suo
simbolo. Un gesto poetico che rinnova un miracolo del sec. XV.
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