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Il
testo della commedia di Alessandro Fullin parte da qui ma contraddice
subito la verità storica immaginando che Wilde venga invece assassinato
durante un party in cui sono stati invitati i più famosi personaggi
delle sue commedie. Ipotesi pirandelliana dunque che pone da subito la
domanda: chi ha ucciso Oscar Wilde? E perché?
Siamo in Scozia, nella residenza di Lady Windermere e la vicenda si
colora subito di giallo e quindi molti bassotti, capellini Principe di
Galles, lenti d’ingrandimento, la solita armatura, due fantasmi, otto
donne e un indizio. A condurre le indagini la non certo acuta Lady
Bracknell che naturalmente interroga tutti i conventi, una poco
raccomandabile combriccola di presunti assassini: la romantica
americana, la madre pragmatica, il canonico un pò gay, la governante
assai ninfomane, il dandy sculettante, il tutto naturalmente condito dei
migliori aforismi di Wilde e da una visita accurata dal rigattiere fin
de siecle: quadri preraffaelliti, Salomè tentatrici e tentate, mosaici e
nostalgia di Bisanzio, gite in giardino a vedere i giardinieri che
tagliano le rose e fan le marchette…
Alessandro Fullin:
“Siamo in tre sulla scena e vestiamo i panni di
una ventina di personaggi; io, oltre ad interrogare i presunti colpevoli
nelle vesti di Lady Bracknell, dò voce anche ad un personaggio
omosessuale.
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