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incontri
GIOVEDì
4 LUGLIO, ORE 19.00
Federico Montanari
e Alberto Masala
Dialogo/intervento poetico su:
Storia di immagini spezzate e memorie
dilavate;
ombre, corpi, conflitti.
Dal Kosovo ai Balcani all'Europa.
IN
OCCASIONE DELLA MOSTRA PERSONALE DI
VIRGINIA FARINA
“KOSOVA” LA MATERIA DELLA MEMORIA
L'intervento,
partendo dall'occasione offerta dalle fotografie di Virginia Farina,
illuminerà il rapporto, drammatico, ma anche poetico, fra immagini e
fatti, fra accadimenti e memorie di un mondo, quello del lungo post
conflitto, in Kosovo, in Bosnia, nei Balcani. Un mondo sospeso nel
tempo, in una dimensione di pace/non pace, ma con la necessità e il
desiderio di andare oltre, tra la voglia di dimenticare l'urgenza di una
giustizia che permetta di tornare a ricordare. E sospeso nello spazio,
in Europa e non in Europa, tra confini instabili eppure resistenti.
Il dialogo alternerà momenti di riflessione teorica al
reading delle poesie di Izet Sarajlic uno dei più grandi
poeti contemporanei, voce della Sarajevo assediata e ostinatamente
multi-etnica. |
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Alberto Masala.
Sardo.
Poeta e scrittore. Agisce in contesto internazionale. Nella scrittura
usa diverse lingue. Pubblica in Italia, USA, Francia. In raccolte e
antologie in USA e vari paesi arabi ed europei. Ha tradotto Kerouac,
Malina, Ferlinghetti, Pey, Mereu. Ha diretto progetti d'arte in Europa
(Berlino, Amsterdam, Salonicco, Bologna, Sardegna). Nel percorso anche
performance, teatro, cinema, radio. Sperimenta in concerto (di recente
ha composto “Mercy Mercy Mercy - a continuum for Jaco Pastorius”
scrivendo anche le ritmiche e gli andamenti).
Federico Montanari.
È
professore a contratto presso il Dipartimento di Discipline della
Comunicazione dell'Università di Bologna e alla University of Denver -
Bologna Center per il corso di "City and Democracy".Ha insegnato alla
University of California - San Diego.
I suoi interessi di ricerca si
concentrano particolarmente attorno a guerra e
Conflict Studies,
considerati da una prospettiva semiotica e di analisi culturale, e su
media e rappresentazioni estetiche di guerre e conflitti. Lavora
attualmente a un progetto di ricerca su processi di memorializzazione,
lutto e trauma all'interno di diari di guerra, lettere e memoir e dei
loro effetti sulla tradizione culturale europea e l'ideologia. |
Izet Sarajlić
(1930 - 2002). Bosniaco. Poeta simbolo di Sarajevo dove tra gli anni ‘50 e ’70
anima diversi gruppi letterari. Testimone della tragedia della guerra e
dell’assedio di Sarajevo, è voce della città martire da cui rifiuta di fuggire.
Durante la guerra perde le sorelle, e, subito dopo, la moglie provata dagli
stenti. Famiglia musulmana, moglie cattolica, genero ortodosso, ha sempre difeso
la cultura laica della pluralità e della convivenza, storica in
Bosnia-Erzegovina. Autore di una trentina di raccolte, è il poeta più tradotto
dal serbo-croato (da autori come Brodskij, Evtušhenko, Enzensberger, Retamar,
Simic).
café
de la paix
via Collegio di Spagna
n.5/b,
Bologna
A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE BOLOGNA
SOQQUADRO |
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