Nei progetti più recenti di Giulia Caira è
possibile intravedere in nuce il tema oggetto del nuovo video Evil Sisters
(Perfide sorelle), il cui titolo riprende quello di un saggio del ’96
dell’americano Bram Dijkstra, in cui l’autore analizza le motivazioni
dell’affermazione, tra Ottocento e Novecento dell’immagine, nell’arte e nella
letteratura, di una donna vampiro, peccaminosa e sessualmente pericolosa, in
antitesi a quella rassicurante della donna madre. Evil Sisters - spiega
l’artista
- è una doppia video-installazione e una serie
fotografica. Una visione poetica, costituita da brevi segmenti di una storia su
alcuni aspetti tipici delle relazioni tra donne: l'amicizia e la complicità, da
una parte, l'invidia, la rivalità e il conflitto dall’altra. Un focus sulle
problematiche di genere con la speranza di stimolare una riflessione in chiave
autocritica sulla questione femminile. Girato in una storica sala da ballo, il
Dancing Lutrario di via Stradella (ora Le Roi), che ancora conserva gli
splendidi arredi originali ideati dall’architetto Carlo Mollino nel ‘59, il
video di Giulia Caira prende spunto da un fatto di cronaca nera avvenuto nel
settembre 2006 nella stessa via: l'uccisione di una ragazza di 19 anni al
quarto mese di gravidanza, trovata morta, nel suo appartamento, con otto colpi
di ferro da stiro e sette coltellate alla gola. Per quell'omicidio l'unica
responsabile è stata ritenuta la migliore amica della ragazza assassinata. Il
fidanzato dell’accusata, in un primo tempo condannato, è stato assolto in quanto
ritenuto succube della ragazza. Per la difesa, infatti, ‘era finito nelle mani
di una erinni’ che, nella mitologia greca, sono le personificazioni femminili
della vendetta. Nel cosiddetto processo del ‘delitto del ferro da stiro’, le
erinni sono dunque state associate all'imputata principale, che avrebbe ucciso
l'ex amica del cuore per ragioni da ricondurre, secondo gli inquirenti, al
complesso rapporto fra le due ragazze.
Colpita da questo episodio di cronaca, Giulia
Caira ha iniziato a riflettere sulla poco studiata questione della rivalità tra
donne, attraverso letture molto eterogenee, dal più ampio saggio storiografico
di Dijkstra al più specifico testo di carattere psicologico di Renata Puleo, dal
titolo Donne, potere e conflitto fra donne. Giulia Caira infatti, dopo aver
riflettuto sulla diffusione di un’immagine della donna amante tanto negativa
come quella che è stata veicolata da letteratura ed arte tra la fine
dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, si chiede, sulla scorta delle
riflessioni della Puleo, quali siano state le effettive conquiste del più
recente femminismo, se la rivalità tra donne continua ad essere un tabù tra i
più resistenti della società contemporanea.
In Evil Sisters, rinunciando per la prima volta
alla messa in scena del proprio corpo, Giulia Caira ricorre a quello di due
attrici dal fascino ombroso, Roberta Lanave ed Alice Spisa. Riprese in un
dinamico ballo a due, le protagoniste sono morbidamente illuminate dalle tante
luci colorate che seguono una spirale fino al centro della sala del Le Roi.
Tutt’attorno una corona di figure femminili
danzanti, una sorta di coro muto, testimone silenzioso dell’imprevedibile
epilogo. All’improvviso la scena cambia e ci si ritrova nel bel mezzo di una
lotta furiosa, senza esclusione di colpi tra le due donne. Il clima
inizialmente gioioso e divertito è ora via via più violento e grottesco in un
climax ascendente che coincide con il progressivo spostamento delle due donne
verso l’ingresso maiolicato del Le Roi. La scena è talmente surreale da creare
dei dubbi in chi guarda. Se ne Le parole nascoste la Caira gioca consapevolmente
con la constatazione della possibile dicotomia tra il dire e il pensare, in
Evil Sisters l’ambiguità suggerita è quella tra il fare e il pensare di fare.
Evil Sisters è, a mio avviso, la più compiuta
espressione del temperamento passionale di Giulia Caira che, nel tempo breve di
un video in loop, riesce a condensare alcuni dei tratti più riconoscibili del
suo lavoro degli ultimi anni: teatralità, pathos, sottile erotismo, bellezza e
decadenza, affermazione della personalità, complicità e rivalità, successo e
fallimento nella società contemporanea. Senza distinguo culturali, senza
attenuanti di alcun genere, il conflitto tra le donne, teatralmente messo in
scena dalle protagoniste di Evil Sisters, continua ad essere un nodo irrisolto
della questione femminile, che tuttavia è direttamente collegato alla
considerazione dell’universo femminile nel suo insieme, determinato da un certo
contesto socio culturale. È dunque impossibile risolvere il problema del
conflitto tra donne, se prima non si prova a modificare il contesto in cui
questo conflitto si determina, attraverso un lungo lavoro di educazione
collettiva che giunga, pur nelle differenze, alla comparazione tra uomini e
donne in quanto persone tout court.
Francesca Referza
Muratcentoventidue-Artecontemporanea
Via G. Murat 122/b – Bari
Inaugurazione
Sabato 18 maggio 2013, ore 19.30
Periodo
18 maggio -30 giugno 2013
Orario di apertura
dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20
Info 393.8704029 – 392.5985840
info@muratcentoventidue.com
www.muratcentoventidue.com
www.facebook.com/MuratcentoventidueArtecontemporanea
Giulia Caira (Cosenza, 1970) vive e lavora a
Torino.
Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e
private. Tra le
collezioni pubbliche da segnalare: Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo -
acquisizione effettuate nel corso della mostra
curata da Francesco
Bonami Che Cosa Sono Le Nuvole? 1997 - e la GAM di
Torino – acquisizioni
effettuate nel corso delle seguenti mostre: 2001-
LA GAM costruisce il
suo futuro curata da Pier Giovanni Castagnoli,
2008 e 2006, acquisizioni
effettuate dai comitati tecnici – Nel 2009 la
Camera di Commercio di
Torino ha acquistato una delle sue video
installazioni Le Parole
Nascoste . Nel 2012 ha vinto il Primo Premio -
Premio Fondazione VAF -
Italienische KUNST HEUTE, Frankurt Fondazione, con
l'installazione video
Le Parole nascoste e il primo Premio Fabbri ,
sezione fotografia.
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