Con la Festa delle Etnie Arborea
celebra il suo passato “nordico”
Quando
si pensa alle bonifiche messe in atto dal regime Fascista, e al
trasferimento dei contadini del Nord nelle nuove terre rese coltivabili,
la mente di tutti va subito all’Agro Pontino. Pochi invece sanno che in
Sardegna, in quel tratto della provincia di Oristano dove ora sorge
Arborea, il 29 ottobre del 1928 veniva inaugurato il “Villaggio
Mussolini'', che due anni dopo divenne comune autonomo con il nome di
Mussolinia di Sardegna. Appena sei anni dopo, erano già più di tremila
le persone che vivevano in quella che è la prima città di fondazione
creata dal Fascismo: contadini soprattutto veneti, ma anche friulani ed
emiliani, e gli stessi Sardi, partirono per un lungo viaggio alla
ricerca della “terra promessa”, quella Sardegna che molti di loro
avevano solo sentito nominare o visto disegnata sulle cartine
geografiche. Il 17 febbraio del 1944, il nome della città mutò per
decreto in Arborea, una comunità molto giovane ma altrettanto
interessante, perché nata da questo curioso miscuglio di storie,
tradizioni e dialetti.
Un mix che trova la
sua massima sublimazione della Festa delle Etnie, giunta all’11°
edizione e prevista quest’anno dal 6 al 7 luglio. Sarà curioso e al
contempo affascinante raggiungere questo tratto del Campidano e sentirsi
dire “Tuti a toea, el pranzo xe' servio”, in perfetto dialetto veneto.
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