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Stupiscono per la
precisione dei dettagli, tanto da essere studiate come documenti
sull’arredamento e la quotidianità di vita in tempi ormai lontani. Sono
le Case di Bambola, un genere nato nel Seicento in Europa settentrionale
e diventato, nei secoli successivi, “di moda” in tutte le case
dell’aristocrazia e della ricca borghesia.
Dal 25 maggio al 3 novembre alla Rocca Borromeo di Angera, all’interno
di quello che è il più ricco ed importante Museo della Bambola e del
Giocattoli attivo in Europa, si potranno ammirare pezzi di assoluta
eccezione di Case di Bambola. Il Museo, voluto da Bona Borromeo Arese, è
curato da Marco Tosa.
Si tratta per lo più di esemplari rappresentativi dell’epoca d’oro del
giocattolo industriale europeo databili tra la seconda metà
dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Meraviglie lillipuziane
come le casette e i negozi in miniatura prodotti dalla ditta tedesca di
Moritz Gottschalk, eseguiti in legno con finiture di pregio, carte da
parati nelle stanze e perfino l’illuminazione elettrica per i modelli
più moderni. Mobili, porcellane, tessuti, quadri, accessori vari
completano gli arredi di queste incredibili creazioni. |
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Non solo abitazioni
ma, sempre con ogni dettaglio al suo posto, le casette-scuole in scala
ridotta, perfettamente complete di tutto il corredo didattico del tempo,
dalle carte geografiche appese alle pareti fino ai piccoli banchi con
libri e quaderni minuscoli, maestra e allieve comprese.
Nei negozi, piccoli oppure a misura di bambino, adatti ad un gioco senza
tempo sempre attuale, si possono osservare le molte merci ridotte di
taglia, esposte nelle vetrine, sugli scaffali, nei cassetti, vere e
proprie testimonianze di usi e abitudini oggi distanti anni luce da noi,
specialmente se confrontati con gli attuali centri commerciali e
supermercati.
Così come nella stanza-cucina, ricchissima di accessori e con i semplici
mobili di legno dipinto di fattura tedesca, gli occhi si perdono tra la
varietà di tantissimi strumenti domestici che oramai ci appaiono spesso
sconosciuti nella loro funzione antica. Rami lucenti, pentole di stagno
e alluminio, padelle di ferro, grattugie, scope, scopine, secchi, tutto
quello che poteva servire per l’igiene della casa e, immancabile, la
vecchia stufa di ferro a legna; indispensabile cuore caldo della stanza. |
Conclude la stupefacente rassegna la piccola casa della favola di
Hansel e Gretel, fatta di marzapane, biscotti e delizie dolci, perduta nel bosco
e custodita dalla famiglia dei porcospini; un piccolo ricordo di sogni e fiabe
spesso paurose ma ghiotte, nelle quali i bambini che si allontanavano da soli e
si perdevano nel bosco erano sempre vittime di astute streghe cannibali:
metafora di una società che già allora aveva ben chiari i rischi che i bambini
potevano correre, ma che a differenza di quelli odierni ben peggiori, si
sarebbero risolti, nel peggiore dei casi, con una crisi glicemica e una bella
indigestione.
Stupiscono, ma non troppo, altre “case di bambola”: si tratta di altari
giocattolo con arredi sacri e paramenti pensati per “educare” bambini destinati
dalla famiglia al sacerdozio. Perché le case di bambola non erano solo giochi ma
strumenti educativi per future padrone di casa, per gestori di negozi ed
attività commerciali, per educatori e, perché no, per suore e sacerdoti.
Le case di bambola ebbero origine e diffusione presso le classi aristocratiche a
partire dal XVII secolo, prevalentemente nell’Europa del nord e in nazioni quali
l’Olanda, la Germania e l’Inghilterra. Inizialmente progettate come veri e
propri modelli di case reali in scala ridotta, abbandonarono la connotazione
puramente architettonica per trasformarsi in giocattoli di lusso, spesso vere e
proprie copie della dimora nella quale erano ospitate e della quale portavano il
nome. |
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Durante il XVIII secolo si erano oramai diffuse in tutta Europa,
sempre ad appannaggio dei nobili, diventando preziosi balocchi per grandi e
piccini che, insieme e attraverso successive generazioni, continuavano a
conservarle e arredarle seguendo una continuità storica spesso influenzata dal
mutare delle mode e degli stili.
Il mondo domestico del passato è qui rappresentato attraverso lo schema della
casa e delle sue stanze, con tutte le funzioni della vita del palazzo e delle
regole sociali ben evidenziate da arredi e accessori miniaturizzati, sempre di
grande qualità e fedeli copie del reale. Si tratta di oggetti ricchi di
significato e storia, testimoni straordinari utilissimi per conoscere meglio usi
e abitudini dettati dalle regole del vivere quotidiano, significativi di gruppi
sociali che oggi ci appaiono così distanti.
Nell’Ottocento, con l’affermazione economica della nascente classe borghese, le
case di bambola si diffusero ulteriormente come vero e proprio status-simbol,
fabbricate appositamente per il crescente mercato dei nuovi ricchi che cercavano
un riconoscimento sociale imitando usi e costumi delle storiche famiglie
blasonate, assunsero un aspetto più artigianale e meno artistico, perdendo
spesso i caratteri di unicità antichi in favore di una certa serialità,
facendosi anche più piccole e maneggevoli.
La crescente richiesta di giocattoli da parte della borghesia, fece si che le
case di bambola e tutti gli accessori utili al loro arredo diventassero merce
ricercata e comunque abbondantissima, prodotta da industrie specializzate
prevalentemente tedesche e francesi, pubblicizzata tramite cataloghi illustrati
e grandi magazzini.
PER
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Rocca Borromeo di Angera Via Rocca Castello,
2 - 21021 Angera VA Tel. 0331 931300 -
roccaborromeo@isoleborromee.it
www.borromeoturismo.it
- facebook.com/IsoleBorromee
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