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Il Mendicante Visionario
Mostra di
Arte Contemporanea
Inaugurazione della mostra
Sabato 26 gennaio 2013, ore 17.00
Circolo degli artisti. Pozzo
Garitta, 32 Albissola Marina (SV)
Mostra: Il Mendicante
Visionario di EDMOND HAXHIU
Luogo:
Circolo degli artisti
Indirizzo: Pozzo Garitta 32 Albisola Marina (SV)
Inaugurazione: Sabato 26 gennaio, ore 17,00
Periodo:
dal 26 al 3 Febbraio 2013
Orario:
16 – 19. Ingresso libero
Informazioni: tel. 3922722872 - fax. 0194501720
www.spaziomojo.com – mojo.art@gmail.com
Edmond
Haxhiu, fra i pochi artisti italiani d'origine straniera, pittore e
scultore, ha svolto un’intensa attività espositiva con numerose mostre
sia personali che collettive, in Italia e all’estero.
Le sue
sculture sono create in acciaio al carbonio, con parti in fusione a
1550°C, alcune battute a più riprese e altre con aggiunta di schegge
fuse con Tig che donano all’opera un effetto di ambiguità.
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Edmond
Haxhiu nasce a Krujé (Albania) nel 1978, aveva pochissimi anni e già,
nell’officina del padre fabbro, utilizzava gli scarti di ferro per
creare le sue prime sculture.
A 18
anni, finalmente realizza il suo sogno e si iscrive all'Accademia di
Belle Arti di Tirana, ma dopo pochi mesi abbandona gli studi per motivi
finanziari.
Siamo nel
1998 quando inizia il suo viaggio nell'emigrazione... Grecia e poi
Italia, Stati Uniti, Canada e di nuovo Italia.
In
America si ritrova a confrontarsi con diverse etnie e colture
differenti, questa esperienza gli sarà di grande aiuto per la sua
ricerca artistica futura.
Nel 2004,
grazie al Senatore Henry Stalling, la galleria d’arte contemporanea ‘Art
on the Ave’ a Detroit, ospita la sua prima personale.
In Italia
ha partecipato a vari concorsi ottenendo numerosi premi e riconoscimenti
per la sua ricerca creativa e forza espressiva, nel 2010 vince il
Concorso Internazionale di Arte Contemporanea ‘Città di Praeneste’.
Citato
nel Volume d’Arte, International Contemporary Artists, Ica Publishing.
Attualmente vive e lavora in Italia. |
Scrive di lui il
critico d’arte Riccardo Zelatore:
"Le differenti
tecniche espressive che Edmond Haxhiu adopera – pittura e scultura su tutti – si
intersecano di continuo e lungo l’arco della sua pur contenuta parabola creativa
e hanno oggi conseguito una loro autonomia. L’impressione che si ha è quella di
un eclettismo che non vuole essere diminutivo, quanto sinonimo di una ricca
percettività. Una sensibilità complessa, alla quale attingono anime plurali, che
si concreta appunto con pratiche diverse, ma espressioni equivalenti di
un’urgenza comunicativa multiforme. Egli usa il corporeo, il visibile come
materia per catturare l’invisibile. Così la scultura in ferro, di genetica
ascendenza, che sembra prevalere come prospettiva, lavora su canovacci tematici
noti e sempre contingenti. L’autore riattualizza attraverso le proprie metafore
linguistiche i motivi dell’ingiustizia, la sopraffazione, la precarietà
dell’umano rispetto all’universale. Nelle sue masse plastiche la realtà si
condensa nel coagulo di materia fusa, porosa, come spazio subitamente
precipitato e rappreso, paurosamente agitato nella sua palese inerzia. Il
processo dell’aggregazione non è un processo di stampo ma è il costituirsi
stesso della materia che non trascura la geometria solida dei volumi e
concentra, nei suoi moti convulsi e in apparenza disperati, miti antichi e
simboli di un’umanità offesa. |
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Questi
residui solidi, di uno spazio che non c’è più, vogliono però informarci sulla
sua originaria natura. E’ lecito domandarsi se sono relitti spenti, ultimi
spasmi di una vita, traslati di una imminente (o già avvenuta) fine, o
concentrazione di energia in un grumo di materia che rappresenta il gesto di
un’umanità ancora viva, foriera di aneliti ulteriori. Ecco quindi che la
scultura di Haxhiu è anche la scultura delle possibilità, che ammette
un’alternativa tra la fine e il seguito, che combatte quotidianamente la sua
battaglia fra speranza ed esperienza." |
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