Mostra dedicata
al ritratto. Ancora oggi l'uomo e il volto dell'uomo tornano ad essere al centro
del dibattito contemporaneo. Oggetto di ricerche artistiche da sempre, anche
nelle forme più estreme e disturbanti della body art fino agli esperimenti di
chirurgia artistica, al cyber-corpo ai volti mutanti ecc, appare ancora un
qualcosa di non identificato, involucro dell'identità sempre più incerta e
frammentaria di oggi.
In esposizione
opere di: Gianpiero De Gruttola, Américo Di Gregorio, Gianluca Mantovani, Eva
Pianfetti, Angela Valentini.
Gianpiero De Gruttola
nasce ad Avellino nel 1983. Trasferito a Torino sta ancora frequentando il
corso di pittura presso l'accademia Albertina. I suoi lavori sono parte di
progetti in divenire. L’opera presentata in questa mostra è ‘Circle line’ un
doppio ritratto ad olio e smalto su tela; un Giano bifronte, nel quale
l’artista si dibatte sul tema della dicotomia dell’essere. Passato e futuro,
ciclo sonno veglia, sogno e realtà e con essi la ricerca e la creatività
determinano la necessità di scandagliare nel profondo dell’animo una
ridefinizione del sé, dell’essere e del sentire opponendosi come aveva bene
visto Montale al vaticinare di un pragmatismo e di un materialismo soffocanti.
Américo Di Gregorio
nasce in Venezuela. Arrivato in Italia a Roma, si ritrova tra artisti anche
famosi come Turcato e Vedova. Un segno sottile, sofisticato, concettuale e
poetico allo stesso tempo contraddistingue il tratto incisorio di Américo Di
Gregorio, un intervento effettuato su supporto di compensato sul quale poi
l'artista interviene con colori quasi sgocciolati e non sempre tesi a campire
circostanziate zone iconiche. Il più delle volte, infatti Di Gregorio, sconfina
volutamente i margini delle forme inondando di armoniose cromie figure umane in
movimento che sembrano accavallarsi, scontrarsi, incontrarsi. Corpi in movimento
e coinvolti, forse loro malgrado, nella vita che è drammatica, che è lotta, che
è urlo.
Alcuni
quadri sembrano dei "non finiti" ed in questi la sensibilità così risparmiata si
avvalora giocando rimandi mentali quali brevi sequenze formali date con estrema
raffinatezza così come raffinato è l'aspetto semantico che muove il nostri
artista, cosi vicino alla verità delle cose, anzi identificato in esse mediante
un fare discreto, silenzioso, meditativo.
L'atteggiamento esistenziale e linguistico di Américo, del resto, si afferma in
maniera autonoma; egli, infatti, afferma i propri valori attraverso i mezzi
visivi adoperati che spesso lo situano su fronti espressivi atti a rinnovare in
modo quanto mai originale visioni arcaiche. Molti suoi lavori possono dirsi
graffiti metropolitani cui si coniugano risonanze ancestrali quali esiti di una
realtà astratta fino alle se forme essenziali, più recondite e, proprio per
questo, in grado di esprimere la vera essenza di quella stessa realtà.
Gianluca Mantovani è nato
nel 1974 a Livorno, città dove vive e opera. Nel 2004, spinto dall'innata
passione per il disegno e raggiunta una maturità personale, inizia da
autodidatta a cimentarsi nella pittura ad olio. Livorno, città dei macchiaioli,
lo avvicina inizialmente all'impressionismo: le prime opere risentono infatti
fortemente di tali caratteristiche ma la sua ricerca artistica e la
sperimentazione lo hanno spinto ad avvicinarsi ad altri stili, fino all'incontro
con il suo maestro Bruno Di Maio. Avvicinandosi alla pittura realista trova
quella che considera l'espressione artistica a lui più congeniale. La ricerca
della perfezione nella realizzazione dal vero diventa fonte di stimolo e
soddisfazione personale e ciò gli permette di mettere a frutto la sua abilità
nel riprodurre particolari nel figurativo. Le sue opere sono caratterizzata da
vigorosi contrasti, suadenti giochi di luci e ombre. Un cromatismo sempre
armonioso ed una assoluta, ormai spontanea, perfezione del disegno rivelano il
suo amore e il valore che dà alla pittura.
Eva
Pianfetti nasce a Torino nel 1980. Dopo la laurea all’Accademia di Belle
Arti di Torino nel 2005. Attualmente, oltre a proseguire la sua produzione nel
campo delle arti visive, si sta avvicinando al mondo della scrittura – mondo che
la affascina fin dall’infanzia e che l’ha oggi portata a decidere di tornare a
studiare, iscrivendosi alla facoltà di Lettere di Torino – e del teatro. Tra i
suoi progetti futuri rientra la realizzazione di uno spettacolo teatrale
riecheggiante il “Teatro della Crudeltà” professato da Antonin Artaud.
'...ho
sviluppato fin dall’infanzia una emotiva propensione per la scrittura. Il
desiderio di narrare mi ha accompagnata per lunghi anni accostandosi e venendo
talvolta sovrastato da un altro mezzo espressivo-comunicativo: la pittura. E con
questa, il disegno. Introversa all’estremo, ho imparato a esprimere gli
interrogativi e le riflessioni del mio essere nel mondo attraverso le parole
scritte e in seguito tramite linee e colori. Cerco di creare, attraverso
immagini e parole, dialoghi tangibili, criticabili, in grado di stimolare il
pensiero e mettere in movimento le menti di coloro che guardano, leggono,
ascoltano. Ritengo la comunicazione una delle principali forme di crescita e
sviluppo dell'intelletto umano, parallelamente all'insegnamento - non
dottrinale, ma vivo e pulsante. Non si cresce – mentalmente, intellettualmente -
da soli, ma attraverso il contatto con l’altro da noi, il diverso, l’indefinito
che mai possiamo cogliere nella sua astratta interezza. Cercare di conoscere
tutti gli aspetti del reale, attivare la mente per ottenere risposte non-usuali,
creative, alle domande che ci poniamo ogni giorno, aprire gli occhi su quella
che è la verità nascosta nella quale quotidianamente naufraghiamo. Questa la mia
meta. Una delle tante.
Nei miei
dipinti ombre e doppi si agitano e fuggono dalle individualità umane
rappresentate. Segnali stradali intervengono talvolta per indicare limiti,
blocchi, paure di un genere umano alterato nella sua naturalità, oltre che per
creare un contatto diretto con la contemporaneità, favorendo l’identificazione
dello spettatore nei soggetti rappresentati. Colori ora acquerellati, ora densi
e corposi si alternano sulla tela solo parzialmente preparata con del gesso. La
tela non trattata assorbe ed espande i colori, contrastando con la brillantezza
e la stasi dei colori fissati sul gesso. Contorni realizzati a matita grassa
creano arabeschi sulla tela, definendo le figure e giocando con le forme.’
Angela
Valentini nata a Sant’Elpidio a Mare nel 1958, dopo aver conseguito la
maturità artistica presso il Liceo Artistico di Porto San Giorgio, ha
frequentato il corso di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino,
diplomandosi nel 1980 sotto la direzione del maestro Elio Marchigiani. Alla sua
formazione inoltre hanno contribuito in maniera preminente i numerosi contatti
avuti con il maestro Remo Brindisi. Nello stesso anno ha frequentato un corso di
cinematografia promosso dalla regione Marche contribuendo alla realizzazione di
alcuni documentari per la terza rete. Nel 1990 si è abilitata per l’insegnamento
di Discipline Pittoriche. Dal 1990 in poi il suo percorso creativo si è
sviluppato ed esteso nel tempo verso sperimentazioni nei diversi campi come:
Pittura, Grafica, Designer, Decorazione, Fotografia e Restauro. Lavora tutt’ora
come pittrice per numerosi privati ed enti pubblici. Ha partecipato a diverse
esposizioni collettive. Nel 2007/2008 ha vinto il Primo Premio al Concorso
d’Arte e Decorazione Aerostatica G.Forlini ”Affreschi Volanti” realizzando opere
pittoriche su mongolfiere di grandi dimensioni.
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