MOSTRA ENNIO
FINZI - Piazzola sul Brenta (PD)
ENNIO FINZI. Dal Nero al
non colore
Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (Padova)
19 dicembre 2010 - 20 marzo 2011
Il nero da felicità e distensione. Ne è convinto Ennio Finzi che per la grande
esposizione che gli dedica Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, "la Reggia
delle Ville Venete", ha scelto opere tutte "Dal Nero al non colore". Un
centinaio le opere proposte, molte di grande dimensione, a coprire un percorso
che va dagli anni '50 ad oggi.
Con questa mostra la Regione del Veneto e il Gruppo Euromobil dei fratelli
Lucchetta consolidano il progetto di proporre, a cadenza annuale, un grande
artista veneto vivente, in un ideale percorso che metta via via in evidenza le
maggiori personalità artistiche operanti a Venezia e in Terraferma.
La mostra, a cura di Dino Marangon e Michele Beraldo, resterà allestita dal 19
dicembre 2010 al 20 marzo 2011.
La ricerca di Finzi (Venezia, 1931) si è tutta spesa tra colore e musica. "Il
colore", ha affermato lo stesso Finzi, "è quel suono che rincorro affannosamente
. è la ragione prima del mio fare, l'ebbrezza, la follia, la catarsi. Il colore
è il mio verbo, la ragione prima e forse unica di ogni possibile significato
dell'essere: esso risponde in nome dell'oscurità della luce, al tutto del
nulla."
Finzi ha da sempre considerato i colori prescindendo da ogni riferimento
esteriore o naturalistico e al di fuori da ogni costrizione scientifica o da
qualsiasi allusività simbolica.
"Per me il nero", sono sue parole " è un colore estremamente allegro. Vaglielo a
far capire al prossimo che il nero ti dà felicità, ti dà distensione."
Esplorato in una infinità di varianti, dall'uniformità all'emergenza segnica,
dal lucido all'opaco, dalla più assoluta oscurità alle sue innumerevoli modalità
di reagire alla luce sempre diversamente filtrata, catturata, intensificata,
modulata, talora ricorrendo persino all'inserimento di pungenti frammenti
vetrosi, il nero diventa una sconfinata tastiera sulla quale avanzare sempre
nuove ipotesi di superamento degli stessi confini del visibile.
Finzi pare così invitarci alla riscoperta del silenzio, concepito come pura,
ricchissima vacuità in cui può forse ridiventare possibile un sempre rinnovato
risuonare dell'apparire.
Il nero in Finzi assume le più diverse funzioni.
Eccolo allora, nei primissimi anni Cinquanta, servire a incarnare la
perentorietà dell'irregolare delinearsi di costruttivi reticoli di matrice
neoplastica, ma, subito dopo, appropriatosi Finzi della logica atonale della
musica di Arnold Schoenberg e superata ogni dominanza armonica o accordale, ecco
che il nero verrà proponendosi come momento di particolare emergenza pulsionale
del segno-gesto, o viceversa come suo più ampio e disteso contrappunto.
E ancora, pressoché contemporaneamente, eccolo diventare sconfinata estensione
nella quale lasciar risuonare danzanti timbriche Jazz, oppure campo vettoriale
al cui interno lasciar vibrare spettrali visualizzazioni di segrete, balenanti
radiazioni elettromagnetiche.
Ma può anche costituirsi in un non naturalistico spazio, aperto al cosmico
emergere di sobrie, ma rilevanti tracce materiche, oppure essere cassa di
risonanza all'espandersi del suono del colore, ma può altresì fungere da
intervallo volto a valorizzare e intensificare le singole radici e gradazioni
delle personalissime Scale cromatiche di Finzi, volutamente estranee a
qualsiasi teoria scientifica del colore.
Può, in assoluti monocromi, far da riferimento all'apparire di essenziali
trascendenze luminose, ma sarà poi ancora il nero a supportare il fascino
esercitato su Finzi dall'imporsi dei nuovi mondi delle nuove tecnologie:
dall'artificialità del neon alla fredda immaterialità del laser, consentendogli,
pur senza superare le soglie della pittura di accentuare gli aspetti
immaginativamente progettuali della propria creatività.
Ma al di là di ogni specificazione coloristica, a cui lo stesso nero pure
appartiene, Finzi ha altresì tentato, già a partire dagli anni Cinquanta, con i
suoi Cementi, di dare immagine anche alla compatta e chiusa opacità della
materia, mentre a una inedita, ma ancor più compiuta esplorazione del non
colore sembrano approdare le sue opere più recenti, nelle quali la pur
accentuata articolazione plastica delle superfici giunge a trasfigurarsi nei
metafisici, inafferrabili riflessi dell'argento e dell'oro.
La mostra sarà corredata da un catalogo di oltre 150 pagine (a cura di Michele
Beraldo Dino Marangon), con 100 riproduzioni a colori e apparati
biobibliografici
"Ennio Finzi. Dal Nero al non colore", Villa
Contarini, Piazzola sul Brenta (Padova), 19 dicembre 2010 - 20 marzo 2011.
Mostra promossa ed organizzata dalla Regione del Veneto e dal Gruppo Euromobil.
A cura di Michele Beraldo e Dino Marangon. Orario: 10 - 16 (mercoledì chiuso).
Chiuso inoltre Natale e Capodanno. Ingresso alla Mostra: gratuito. Ingresso alla
Villa: interi euro 5,50, ridotti 4,50.
Per informazioni e prenotazioni:
www.villacontarini.eu
villacontarini@regione.veneto.it tel. 049.8778272 / 3