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IL
RINASCIMENTO NELLE TERRE TICINESI - Mendrisio
Il Rinascimento
nelle terre ticinesi
Da
Bramantino a Bernardino Luini
Pinacoteca
Cantonale Giovanni Züst
Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
dal 9 ottobre 2010 al 10 gennaio 2011

Sede:
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate, Canton
Ticino
Date: 10 ottobre 2010 - 9 gennaio 2011
A cura di: Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco
Tanzi
Coordinamento scientifico e organizzativo:
Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla
Gruppo di lavoro: Giovanni Agosti, Maria Teresa
Binaghi Olivari, Alessandra Brambilla, Carlo Cairati,
Andrea Canova, Lara Calderari, Giuseppe Chiesi, Louise
Dalmas, Laura Damiani Cabrini, Simone Facchinetti,
Davide Mirabile, Paolo Ostinelli, Giovanni Romano,
Massimo Romeri, Nicola Soldini, Jacopo Stoppa, Marco
Tanzi, Silvia Valle Parri.
Allestimento: Claudio Cavadini
Catalogo: Officina Libraria
Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a
Bernardino Luini, curata da Giovanni Agosti, Jacopo
Stoppa e Marco Tanzi, si propone come un «reportage
critico», affascinante e del tutto originale.
Per la prima volta viene, infatti, percorsa la rilevante
produzione artistica rinascimentale del Canton Ticino:
un capitolo ineludibile dell'arte lombarda e europea di
quel periodo. Qualunque trattazione del Cinquecento
settentrionale deve fare i conti con la grande parete
affrescata da Bernardino Luini in Santa Maria degli
Angeli a Lugano. Eppure le ricchezze di questo
territorio non si limitano a questa emergenza clamorosa,
già meta dei pellegrinaggi artistici e mondani dei
conoscitori ottocenteschi.
Il territorio dell'antica Diocesi di Como e delle Tre
Valli Ambrosiane (Leventina, Blenio, Riviera), dal San
Gottardo al San Bernardino, tra laghi (Ceresio, Verbano,
Como) e fiumi (il Ticino, su tutti), catalizza, tra gli
anni Settanta del Quattrocento e la metà del secolo
successivo, una produzione artistica di assoluto
rilievo.
Sono decenni che vedono Bramantino dipingere la Fuga
in Egitto nel santuario della Madonna del Sasso all'Orselina,
Bernardino Luini, il polittico di San Sisinio a
Mendrisio e il tramezzo di Santa Maria degli Angeli a
Lugano: due vertici che cadono però in un terreno già
fertile. Valgano le Scene della Genesi a Campione
d'Italia, l'Ultima cena di Ponte Capriasca, il
Giampietrino, oltre ad artisti locali di talento, come
Bartolomeo da Ponte Tresa, Giovanni Antonio da
Montonate, Domenico Pezzi e Giovanni Antonio de Lagaia.
Le pale d'altare, le oreficerie e i ricami, le sculture
in legno e in pietra, le vetrate esposte nella mostra
allestita alla Pinacoteca Züst di Rancate, sono il
nucleo di partenza per itinerari che portano ad ammirare
affreschi e altri capolavori conservati nei luoghi
originari, in contesti di grande bellezza naturalistica.
Nel corso della preparazione di questa mostra sono state
ricostruite vicende di dipinti che hanno lasciato le
terre ticinesi per finire dispersi ai quattro angoli del
mondo. La fortuna nell'Ottocento di Bernardino Luini ha
favorito la diaspora delle sue opere: eccezionalmente
ritorna, grazie alla generosità del Philadelphia Museum
of Art, uno scomparto del polittico, commissionato dalla
famiglia Torriani, che si trovava sull'altar maggiore di
San Sisinio a Mendrisio e che ha lasciato la chiesa alla
fine del Settecento. Ma è stato possibile appurare anche
che cosa si trovava sull'altar maggiore di Santa Maria
degli Angeli a Lugano, a pochi metri dal tramezzo
affrescato da Bernardino Luini: un polittico del
lodigiano Calisto Piazza, realizzato per volontà di un
membro di casa Rusca. Anche in questo caso l'opera ha
lasciato Lugano nel Settecento e l'elemento centrale,
per secoli in Inghilterra e poi negli Stati Uniti,
ritorna in Svizzera: e sarebbe bello ci potesse restare.
Non sono mancate scoperte sul fronte
dell'identificazione di autori e date di esecuzione: per
esempio il Giulio Cesare riceve la testa di Pompeo,
un capolavoro dell'arazzeria milanese rinascimentale,
destinato a un altro esponente della famiglia Rusca, è
oggi diventato - grazie alla lettura dell'iscrizione -
l'unico pezzo firmato di Antonio Maria da Bozzolo, il
principale tessitore di arazzi nella Milano
rinascimentale, realizzato nel 1509; il suo cartone
spetta, per ragioni di stile, a Bernardo Zenale. Anche
questo preziosissimo manufatto, conservato nel Musée des
Arts Décoratifs di Parigi, sarà esposto a Rancate.
L'enigmatico Bramantino ha dovuto cedere qualcosa di
fronte a una pattuglia di suoi innamorati, vecchi e
nuovi: finalmente della Fuga in Egitto di
Orselina è possibile proporre una decifrazione della
misteriosa iconografia, alla luce dei Vangeli apocrifi.
Nella mostra si vedranno anche opere pressoché prive di
storia che emergono oggi alla ribalta, come uno
splendido stendardo processionale proveniente dal Duomo
di Como, appositamente restaurato per l'occasione da
Gianmaria Casella. Dalla grande cattedrale sul lago, per
la straordinaria disponibilità della Curia locale,
provengono anche due monumentali tele di Bernardino
Luini, un San Sebastiano e un San Cristoforo,
restate ingiustamente ai margini del suo catalogo per
l'intero Novecento.
Tra le scene madri con cui la mostra si conclude, dopo
avere cavalcato per più di mezzo secolo di storia, c'è
il confronto, sempre emozionante, tra Gaudenzio Ferrari
e Giovanni Angelo Del Maino: due opere del grande
pittore valsesiano, molto attivo per l'antica diocesi di
Como e non senza effetti sulla produzione artistica
ticinese, saranno esposte reduci da restauri (uno
generosamente offerto da Novaria Restauri, l'altro
sostenuto dal Credito Valtellinese e realizzato da
Barbara Ferriani) di fronte alla intensa Madonna
svenuta dello scultore pavese, anch'essa da poco
recuperata (grazie a Luciano ed Eugenio Gritti) e
praticamente sconosciuta al pubblico.
La tradizionale gravitazione di Varese e del suo
territorio verso la Svizzera e la collaborazione in atto
tra il Comune di Varese e la Pinacoteca Züst hanno dato
vita a una sorta di vetrina della mostra nella Sala
Veratti. Nel refettorio settecentesco dell'ex convento
di Sant'Antonino saranno esposte, a partire dal 16
ottobre 2010, due tavole del più importante pittore
varesino del Rinascimento: Francesco De Tatti. Ritorna
per la prima volta in Italia, generosamente prestata dal
Museo di Nancy dove si trova dal 1907, la Madonna con
il Bambino e angeli firmata e datata 1512,
commissionata da Gian Guido Orrigoni e destinata
probabilmente alla chiesa di San Martino a Varese. Dalla
parrocchiale di Craveggia, in Val Vigezzo, giunge un
Cristo in pietà che poteva costituire l'elemento
superiore del polittico da cui proviene la tavola di
Nancy. A rinforzare idealmente il senso di questo
gemellaggio è giunta la recente scoperta documentaria
che Francesco De Tatti ha realizzato nel 1526 un
polittico, oggi perduto, per la comunità di Rancate. Il
Comune di Varese e l'Università degli Studi di Milano
hanno inoltre sostenuto la messa a punto di un regesto
completo dell'attività di questo pittore.
PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZÜST
CH - 6862 Rancate
Tel: +41 (0)91 816.47.91; Fax+41 (0)91 816.47.99
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest
Orario: da martedì a venerdì: 9-12 / 14 - 18; sabato,
domenica e festivi 10-12 / 14-18; chiuso lunedì (tranne
i festivi); 24-25-31/12; 1/01
Ingresso: Intero: Fr. 8.-/ ? 6,50; Ridotto (pensionati,
studenti, comitive): Fr.6.-/ ? 5. Gratuito per le scuole
ticinesi
Visite guidate su prenotazione, anche fuori orario
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