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MANGIARI DI STRADA -
Impruneta (FI)
“C’è trippa per gatti”, ecco il fast food
all’italiana
Il 25 aprile, a Impruneta
(Firenze), il cibo di strada sarà protagonista in una
rassegna tutta da gustare
Firenze, 8 aprile 2010 – Sconfiggere il preconcetto che
la ristorazione ‘mordi e fuggi’ sia stata inventata
dagli americani. Ed entrare così nella dimensione del
cibo di strada, sano e sfizioso, prerogativa tutta
italiana, anzi toscana. L’appuntamento per appassionati
e golosi è per il prossimo 25 aprile a Impruneta con
“C’è trippa per gatti” festa dedicata a trippa,
lampredotto e mangiari di strada. La manifestazione si
svolgerà dalle ore 10 alle 20, nel piazzale della Casa
del Popolo e nelle vie limitrofe.
La
festa, organizzata dall’associazione «Maestri del gusto
maestri dell’arte» presieduta da Leonardo Grassini, in
collaborazione con il ristorante ‘Il Pruneto’ sarà
impreziosita anche da un gemellaggio enogastronomico con
la Repubblica Ceca, in un confronto tutto da gustare tra
gulash e peposo.
Il
peposo è uno dei mangiari di strada della tradizione
locale imprunetina. Cotto dalle massaie della zona per i
mariti al lavoro nelle fornaci, questo spezzatino veniva
riscaldato proprio nei forni dai quali uscivano le
sculture in cotto e le piastrelle per la pavimentazione
che hanno reso Impruneta famosa nel mondo.
Durante la manifestazione verranno allestiti banchi con
mostra-mercato di prodotti tipici, ci sarà spazio per
pranzare, cenare, fare merenda o anche per una semplice
degustazione. Trippa e lampredotto, fritture di coniglio
e pollo disossato, porchette, affettati e pecorini,
peposo, dolci toscani sono le pietanze che i visitatori
troveranno a ‘C’è trippa per gatti’, da confrontare con
gli assaggi delle specialità ceche e da abbinare al vino
dei produttori imprunetini.
Il
cibo di strada è da sempre uno degli alimenti più
sfiziosi. Mangiati direttamente dai banchetti,
come già avveniva nell’antica Roma e nel
Medieovo, i prodotti genuini, preparati semplicemente,
si sono tramandati fino a oggi. Gli esempi sono
molteplici: frutti di mare crudi pugliesi, olive
all’ascolana marchigiane, piadina romagnola, focacce
liguri, gnocchi fritti emiliani, lampredotto e trippa
toscani, porchetta romana, pane e milza palermitani,
crepes piemontesi. Ancora oggi gli esempi di chi offre
cibo tipico direttamente in strada sono tanti: i trippai
fiorentini, i chioschi di Palermo dove vengono serviti
polpo bollito e stigghiole (budella di capretto, agnello
o vitello alla brace), i venditori di ricci di mare a
Cagliari. Ci sono esempi in tutte le regioni d’Italia, a
dimostrare che prima dell’avvento dei Fast food, la
nostra tradizione poteva vantare ben altre eccellenze.
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