|
MOSTRA: RINASCIMENTO
PRIVATO - Aosta
Regione autonoma Valle d'Aosta
Assessorato Istruzione e Cultura
RINASCIMENTO PRIVATO
Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este
da Dosso Dossi a Brueghel
Aosta, Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas, 12
11100 Aosta
12 giugno - 1° novembre 2010
L'Assessore all'Istruzione e Cultura
della Regione autonoma Valle d'Aosta
Laurent Viérin
inaugurerà venerdì 11 giugno 2010
alle ore 18.00
al Museo Archeologico Regionale di Aosta
la mostra Rinascimento privato.
Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este
da Dosso Dossi a Brueghel.
Ulteriori informazioni ed immagini:
www.studioesseci.net
Comunicato stampa
Il titolo di questa mostra si rifà a quello del celebre
romanzo storico con cui Maria Bellonci vinse lo Strega
nel 1986.
Non a caso: questa esposizione, curata da Mario Scalini,
fa rivivere l'atmosfera culturale che permeò la Corte e
la Dinastia dei Principi d'Este tra Ferrara e Modena,
alla stregua di quanto Isabella d'Este, che del volume
della Bellonci è la protagonista, racconta di sé e della
Corte dei Gonzaga.
Per Rinascimento Privato. Aspetti inconsueti del
collezionismo degli Este da Dosso Dossi a Brueghel
giungerà ad Aosta una sequenza di capolavori
dall'Antichità romana fino al pieno Rinascimento, a
illustrare per la prima volta al pubblico la ricchezza e
la varietà di una delle più antiche raccolte
principesche europee, quella di Casa d'Este, appunto.
Ricchezza e varietà che, nel caso della dinastia fondata
da Leonello, colui che alla metà del Quattrocento fece
di Ferrara - capitale del suo Ducato - uno dei
principali centri della cultura umanistica, non è solo
testimonianza di potenza economica ma segno di precisi
interessi e passioni culturali. Le medesime che
coinvolsero Isabella, andata sposa a Francesco II
Gonzaga.
Tutte le opere arriveranno dalla Gallerie Estense di
Modena. E' in quella città, infatti, che trovarono corte
gli Este dopo che la prima loro capitale, Ferrara, venne
"devoluta" allo Stato Pontificio.
La mostra, attraverso una sintesi di quanto si è
conservato attraverso quattro secoli di vendite e
dispersioni, rievoca per il visitatore l'atmosfera di
uno studiolo, ambiente riservato all'otium del principe,
nel quale erano conservati gli oggetti più rari e
preziosi, simbolo delle ambizioni culturali del principe
stesso.
L'amore per l'Antico che contraddistinse l'umanesimo di
Leonello d'Este, la magnificenza di Borso, le passioni
antiquarie di Alfonso I e dei cardinali Ippolito I e
Ippolito II è straordinariamente esemplificato in mostra
dal rilievo marmoreo con Bacco e Menadi, dall'enigmatico
bassorilievo con lo Zodiaco che racchiude, come un
fregio, il divino Phanes generato dall'uovo cosmico,
quale simbolo dell'eterno ciclo di morte e rinascita. Fa
da pendant il meraviglioso busto rinascimentale che
impreziosisce con i suoi marmi mischi uno straordinario
Antinoo raffigurato come imperatore.
Le ricche raccolte numismatiche sono ben rappresentate
dal nucleo di 117 monete d'oro: rari esemplari dal mondo
punico fino al Medioevo bizantino, passando attraverso
la monetazione più raffinata prodotta dalla Grecia
propria, dalle città greche coloniali della Sicilia e
della Magna Grecia, fino alle emissioni d'oro di Cesare,
di Augusto e dei più celebrati imperatori che resero
Roma immortale.
E ancora, 500 gemme finora mai presentate al pubblico,
costituiscono in mostra il nucleo centrale delle
Antichità estensi.
Nell'esposizione vengono esaltate le materie prime delle
gemme: le varietà di calcedonio, i lapislazzuli, le
molteplici corniole, le ametiste, l'eliotropio ed in
particolare i granati nelle rare forme del piropo e
dell'almandino che riconducono alle vie commerciali che
fornirono rocce e minerali resi preziosi dalla loro
provenienza esotica, tra cui Cipro e l'Anatolia fino
all'Afghanistan e all'isola di Sri Lanka. Un altro
aspetto che riguarda le gemme sono le proprietà
terapeutiche e addirittura magiche che gli antichi
attribuivano alle pietre e alle raffigurazioni.
Personificazioni, divinità, simboli e magiche
raffigurazioni accomunano le gemme ad altre opere di
arte suntuaria, come alla pittura e alla scultura, alle
quali vengono accostate in mostra opere significative
delle collezioni estensi.
L'amore per le gemme che, frutto non solo di
collezionismo, ma anche di dono e di scambio tra
principi, è ben documentato in mostra dal Ritratto di
dama come Verginità di Giovanni Cariani, adorna di
questi preziosi ornamenti.
Nel percorso di mostra una trentina di altre opere:
affreschi, dipinti, bronzi di piccolo formato, trionfi
da tavola, una preziosa zuccheriera in lapislazzuli,
testimoniano come le raffigurazioni e i simboli propri
dell'Antichità confluiscano stupendamente nella cultura
rinascimentale di cui si appropria il variegato gusto
collezionistico di casa d'Este.
RINASCIMENTO PRIVATO. Aspetti inconsueti del
collezionismo degli Este, da Dosso Dossi a Brueghel.
Aosta, Museo Archeologico Regionale (Piazza Roncas, 12)
dal 12 giugno al primo novembre 2010. Orari: tutti i
giorni dalle ore 9.00 alle 19.00. Biglietti: intero euro
5,00; ridotto euro 3.50. Catalogo Silvana Editoriale
Informazioni e prenotazioni: Assessorato
Istruzione e Cultura
Servizio attività espositive Museo Archeologico
Regionale
Tel. 0165-275902 HYPERLINK
"https://www.regione.vda.it"
www.regione.vda.it
|
|