Alfiero
Alfieri, grande erede di Checco Durante e ultimo
esponente della tradizione teatrale romanesca, torna in
scena nella sua amata città. E questa volta non si rifà
ai classici del passato ma rappresenta un suo testo,
concepito a misura della sua lingua e delle tematiche e
problematiche attuali che attraversano la società,
spesso fonti di estremo umorismo. Che vita difficile!,
l’ultimissima commedia di Alfieri, sarà in scena al
Teatro Anfitrione di Roma dal 20 ottobre all’8 novembre
con un cast di grande esperienza che accompagna l’attore
da molti anni.
La storia si snoda
attorno alla, non poco patriarcale, famiglia Anselmi
composta da papà Natale - Alfiero Alfieri - mamma Pasqua
e i figli Lena e Franco. L’inizio della commedia sembra
voler disegnare una tipica, tranquilla famiglia degli
anni Sessanta, ma ben presto emergeranno gli “altarini”
della piccola di casa. Lena ha avuto un figlio prima del
matrimonio. Occorre dirlo a papà Natale, rigido e
all’antica, ma con un cuore d’oro. Franco, il figlio,
decide di sostituirsi a Lena fingendosi lui il figlio
fedifrago. Mamma Pasqua si dispera. La disinvoltura di
Franco che spiega l’accaduto al papà innesca una serie
di gag da risate a getto continuo. Si scatena poi il
finimondo quando arriva un’ospite inattesa, la futura
suocera Matilde. Per far venire a galla la verità
esploderanno equivoci a catena, impennate comiche…… fino
alla doppia sorpresa finale.
Orario Spettacoli
e prezzi:
dal martedì al
venerdì ore 21 (Intero – Ridotto € 18)
sabato – ore 17 e
21(Intero € 25 – Ridotto € 20)
domenica ore 17
(Intero € 25 – Ridotto € 20)
ALFIERO ALFIERI
Una vita dedicata al
palcoscenico: Alfiero Paliani (in arte Alfiero Alfieri),
classe 1942, comincia la sua esperienza formativa come
imitatore e show-man nel 1957, accanto a grandi maestri
dell’avanspettacolo quali Aldo Fabrizi, i fratelli De
Vico, Cecè Doria, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. In
quel contesto approfondisce l’arte dell’improvvisazione
e impara come abbattere “la quarta parete”, capacità che
gli consente tuttora l’esclusività nel panorama teatrale
italiano di dialogare con lo spettatore. In seguito,
dopo aver tentato di arruolarsi nell'aviazione, entra
nella legione straniera, dove dà vita alla sua prima
compagnia di cabaret dove tiene alto il morale dei suoi
commilitoni. Con questa, nel 1966, porta la sua
esperienza negli Stati Uniti dove, in Alabama,
rappresenta in molti teatri a gestione privata la
comicità italiana alternando sketch in lingua inglese a
monologhi di cabaret. La sua grande capacità di
affabulazione lo porta due anni dopo a entrare nella
Compagnia diretta dal grande Checco Durante, prima come
suggeritore, poi promosso nel ruolo di “attor giovine”,
interpretando al Teatro Rossini varie commedie di prosa
in dialetto romano e ricoprendo svariati ruoli
all’interno della Compagnia. Spiando dalla buca del
suggeritore e rubandogli le battute, da Durante Alfieri
eredita in questo periodo il mestiere del capocomico
Nel 1973, dopo una parentesi insieme all’organico
teatrale di Enzo Liberti, fonda infatti la Compagnia
Alfiero Alfieri dove è al contempo Direttore Artistico,
Regista, Autore e Primo Attore. In un cammino teatrale
che va avanti fino al 1989, Alfieri rappresenta diverse
commedie di prosa in dialetto romano, alternando testi
della drammaturgia classica dialettale a testi propri e
aprendo una scuola di prosa in romanesco per
salvaguardare il patrimonio dialettale. Nel 1990 eredita
lo spazio fisico del Rossini, perfettamente congruo alla
sua continua produzione autoriale, registica e attorica
restando in questa sede, nel cuore di Roma, per ben 15
anni, esercitando il ruolo di direttore artistico e
recitando accanto alla vedova dello scomparso attore,
Anita, in una serie di testi caratteristici del
vernacolo romano. Tra le rappresentazioni più
significative sono memorabili le riletture de
IL MARCHESE
DEL GRILLO, L’AVARO e IL MALATO IMMAGINARIO di Molière
(adattamento e regia di Alfieri), TRE MARITI e PORTO UNO
di Angelo Gangarossa, DON DESIDERIO DISPERATO PER
ECCESSO DI BUON CUORE di Giovanni Giraud, MIA FIGLIA
BARONESSA di Gigi Spaducci, CARO VENANZIO TI SCRIVO
QUESTA MIA di Enzo Liberti e molte altre. Dopo una
parentesi australiana di due anni, nella quale l’artista
ha modo di confrontarsi con la comunità italiana
all’estero e il pubblico locale portando nei più
importanti teatri di Perth e Sidney una rilevante prova
d’attor comico romanesco, Alfieri ritorna nella sua
amata città nel 2006, questa volta assumendo la
direzione artistica del Teatro Tirso de Molina dove
scrive e rappresenta per oltre due anni, con un costante
“tutto esaurito” di pubblico, commedie in costume, tra
cui le divertenti VALE PIÙ ÈSSE AFFORTUNATO CHE RICCO
SFONNATO e DE COTTE E DE CRUDE. Nello stesso anno è il
protagonista di una serata d’onore per Alberto Sordi e
Aldo Fabrizi, uno spettacolo interamente dedicato alla
forza e alla impareggiabile comicità di due mostri sacri
della storia della capitale, nel quale fa rivivere i
personaggi piu’ celebri interpretati dai due attori,
davanti ad una folla di quasi quattromila persone al
Gran Teatro di Roma. La sua ultima esperienza teatrale
risale al Teatro Dieci dove, nella stagione 2008/2009 ha
portato in scena IL MALATO IMMAGINARIO.
Al cinema, Alfieri esordisce nel 1956, con
GUARDIA, GUARDIA SCELTA, BRIGADIERE E MARESCIALLO di
Mauro Bolognini a cui segue IL MAESTRO, con la regia di
Aldo Fabrizi. Successivamente riveste il ruolo
dell’amico di famiglia in TOTÒ, FABRIZI ED I GIOVANI DI
OGGI di Mario Mattoli (1960), del marito ne I SETTE
MAGNIFICI CORNUTI di Marino Girolami (1962) e del
sacerdote nelle due brillanti commedie di Carlo Verdone
VIAGGI DI NOZZE (1996) e GRANDE GROSSO E VERDONE (2008).
Nella sua carriera Alfieri ha
ottenuto prestigiosi riconoscimenti tra i quali si
ricordano in particolare il Premio Paolo Stoppa 1992),
il Premio Roma Viva (1993), il Premio-Personalità
Europea (1996), il Premio Nomentum (2004) e il Premio
Arcadia - una vita per il teatro (2006). Nel 1999
Alfieri ha festeggiato i suoi quarant'anni di attività
istituendo il
Premio Aldo Fabrizi: un impegno per Roma.
Attualmente collabora con la casa di cultura Italiana a
Perth (Italo-Australian Welfare & Cultural Centre Inc. -
IAWCC) quale cultore della lingua dialettale romana.
Tuttora, nei suoi
spettacoli, Alfieri conserva nel suo bagaglio
scacciapensieri l' abitudine ad improvvisare a diretto
contatto con il pubblico, ad usare gli spettatori come
"spalle" con quel suo modo bonario di sfottere e
colloquiare in ogni momento possibile. Con lui il
revival romanesco è assicurato e diventa nuovamente
attuale, come dimostrano le sue serate sempre piene di
gente e di entusiasmo.