MOSTRA: MAURO CAPITANI
- Roma
Dall’Arno al Tevere con divagazioni, personale di Mauro
Capitani.
Dal
2 aprile (vernissage) al 2 maggio.
Davanti alle tele di Mauro Capitani si riconosce e si
percepisce il mare, si viene investiti dal profumo dei
fiori, si perde l’orientamento e ci si sente liberi in
immensi giardini colorati. Sentiamo una perfetta
sintonia che tocca le nostre percezioni visive, e
stimola un ricordo che non è nostro, appartiene alla
visione interiore dell’artista intensamente trasmessa a
chi ne fruisce l’opera.
Un
percorso tra la Toscana e il Lazio segnato da ampie
pennellate di colore che suggeriscono una sensazione,
un’emozione più che un particolare.
Non
mancano il mare con i gabbiani e le conchiglie, che a
volte fuoriescono dallo spazio della tela e occupano
anche la cornice; ci sono i fiori che in primavera
vestono i campi e ci ricordano che tutto rinasce; si
elevano imperiosi i paesaggi arroccati dei borghi
toscani che sembrano trascendere al cielo staccandosi
dalla terra.
Seguendo il percorso di Mauro Capitani, la cui prima
personale risale al 1967, conosciamo un artista che ha
conosciuto, studiato, fatto sue e reinterpretato con uno
stile unico le correnti artistiche di ogni tempo. Nella
sua personale “Dall’Arno al Tevere con divagazioni” è
soprattutto la sua unicità di colorista a mostrarsi al
pubblico. Giovanni Faccenda lo definisce “figura
di riferimento in uno scenario contemporaneo ormai
orfano di ‘coloristi’ capaci e orientati come lui. Ne
sono vibrante dimostrazione i recenti paesaggi ricchi di
cromie palpitanti e di fragranze, in cui è facile
assaporare, fra le altre, quella pregiata, che emana la
vera pittura”.
Le
pennellate di colore creano sulla tela un “componimento
poetico” oltre che paesaggistico, tanto che il critico e
scrittore Ferdinando Donzelli, in una sua
segnalazione di Mauro Capitani come artista di
particolare interesse nel catalogo Mondadori dell’Arte
Moderna Italiana, parla di una “sapiente cromia lirica
dei suoi dipinti”.
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