|
COMMEDIA TEATRALE -
Roma
TEATRO GHIONE
Dal
13 al
25 ottobre
2009
Sandra Collodel e Franca d’Amato
in
LA
SANTA SULLA SCOPA
Una
Commedia di Luigi Magni
Regia: Massimiliano
Giovanetti
Dopo
aver portato in scena nella scorsa stagione la
fortunatissima piece “ La Papessa Giovanna”, Sandra
Collodel quest’anno rinnova l’appuntamento con il
pubblico del Teatro Ghione interpretando insieme a
Franca D’Amato il testo di Luigi Magni “ La Santa sulla
scopa”. Esprimendo quindi la scelta di perseverare su
una drammaturgia contemporanea che si concentra su
grandi personaggi femminili che agiscono in precisi, se
pur differenti momenti della Storia di Roma, e che sono
protagoniste delle vulgate popolari di una città che
nello sviluppo e nella diffusione di leggende non è
seconda a nessuna altra.
In
questo testo Luigi Magni racconta l’incontro di una
Strega, o presunta tale, e di una Santa, malgrado se
stessa. Queste due donne affiorano gagliarde nella
galleria dei grandi ritratti donneschi di questo autore
straordinario che tanto continua a dare al nostro
teatro, al nostro cinema, alla nostra letteratura.
Pensiamo a film come “ Faustina” o “ La Tosca” fino ad
arrivare all’ultimo romanzo “ Lucina”. Le “donne “di
Magni sembrano brillare ovunque nella sua illimitata
produzione, dalla carta, alla pellicola, al
palcoscenico, come se Questi volesse colmare le aporie
di una storiografia tradizionalmente maschile con
l’ispirazione data da una conoscenza smisurata delle
leggende. Nessuno, come Magni, conosce di Roma la Storia
e “le storie” . Pensiamo a film come “Scipione detto
anche l’Africano” o “ Nell’anno del Signore”, per
citarne solo alcuni, oppure a leggende musicali
destinate al palcoscenico come “ I sette re di Roma”.
Siamo
in piena Controriforma. La Chiesa ribadisce i suoi
dogmi, individua severamente i propri nemici e li
punisce con inaudita violenza. Durante i festeggiamenti
della notte di S.Giovanni , Silvestra, una Strega,
avvolta da un coacervo di stracci è rinchiusa in attesa
di essere portata al rogo. La viene ad assistere nelle
sue ultime ore una suora, Apollonia, della Confraternita
della Consolazione e delle Grazie. Una è la sposa di
nostro Signore, l’altra è la concubina del diavolo. Lo
spettacolo racconta questo incontro che si esplica in
scontri, zuffe,inganni, fino a trasformarsi in una
inconsueta, inevitabile, tenerissima solidarietà.
Silvestra e Apollonia sono due espressioni dello stesso
riscatto femminile. Il puttanesimo dell’una e il
monachesimo dell’altra finiscono per essere dei clichè
affibbiati da un potere maschile. Grotteschi come
vestiti stretti e mortificanti che Silvestra e Apollonia
tenteranno di strapparsi di dosso.
La
leggenda della fondazione di Roma, sempre che di
leggenda si tratti, vuole che alle origini della Citta
Eterna ci siano Romolo e Remo, fratelli gemelli diversi
per carattere ma simili nell’ambizione. Destinati quindi
allo scontro. Infatti nella città quadrata appena nata
uno dei due soccombe per mano dell’altro …. “Ab urbe
condita” si manifesta un dualismo che nella sua tragica
esplicazione diventa una predestinazione, un marchio di
fabbrica. “Roma so’ dua” … si potrebbe
sintetizzare. Infatti sono tanti gli esempi di questo
dualismo. La Storia racconta conflitti e mette sempre
in risalto antagonismi, ma a Roma questi diventano
particolarmente significativi: Monarchia e Repubblica,
Cristianesimo e Paganesimo, Potere spirituale e Potere
temporale eccetera. La cultura popolare produce favole
che sono variazioni sul tema dell’antitesi. E l’antitesi
principale, specie a Roma, cor Papa, è quella tra
il Bene e il Male. Infinite sono le metafore e le
allegorie a proposito. Ma è proprio a Roma che le
personificazioni del Bene e del Male smarriscono i loro
connotati, o meglio, li mescolano. Non a caso nelle
rappresentazioni medievali l’Angelo viene sbertulato e
il Diavolo diventa il beniamino del pubblico. E quando
le personificazioni, con il passare del tempo, diventano
personaggi, questa con-fusione si rivela come il seme
stesso della storia.
Luigi
Magni che queste cose le sa meglio di chiunque,
racconta in questo spettacolo una favola che
mirabilmente mostra questo dualismo, quest’antitesi.
Anzi nel testo, a cominciare dal titolo, La Santa sulla
scopa, l’antitesi diventa un’ endiadi: la Santa e la
Strega sono una il complemento dell’altra. E lo fa con
la sua lingua, gustosissima e straordinariamente
espressiva. Una lingua romana solida, beffarda,
autorevole, carica di odori, gravida di sfumature. Una
lingua teatrale pura che coniuga linguaggio scritto e
parlato, una lingua veramente popolare.
Teatro Ghione
- Via delle Fornaci 37 Tel. 066372294
info@teatroghione.it - Orario botteghino: dal
martedì al sabato 10,30 –13,00 e 16,00 –20,00 - Costo
biglietti, a pertire da 16 euro. Prevendita 2 euro
|
|