progetto di Jana
Balkan
scrittura
drammaturgica di Marco Ongaro
in scena
Isabella Caserta
Marco Ongaro
regia di Walter
Manfrè
musiche e canzoni di
Marco Ongaro
arrangiamento
musicale di Enrico Terragnoli
sequenze video di
Luca Caserta
foto di scena di
Andrea Darra
scene e costumi
Laboratorio Teatrale
Il viaggio della
speranza, l’inseguimento di un sogno, il desiderio di
cambiare la propria vita. E’ il motivo che spinge
milioni di persone ogni giorno a lasciare il proprio
paese di origine alla ricerca di una vita migliore. Con
un testo di raffinata poesia, al di là dei luoghi
comuni, questo e molto altro viene raccontato dal
5 maggio al TeatroLoSpazio.it con
“Andata/Ritorno/Andata”, progetto di Jana Balkan,
scrittura drammaturgica di Marco Ongaro, regia Walter
Manfrè.
Intensa protagonista
è Isabella Caserta in scena con Marco Ongaro che canta
dal vivo. Musiche e canzoni sono di Marco Ongaro,
arrangiamento musicale di Enrico Terragnoli, sequenze
video di Luca Caserta, foto di scena di Andrea Darra,
scene e costumi Laboratorio Teatrale, produzione Teatro
Scientifico - Teatro/Laboratorio.
La storia si sviluppa
con una successione di quadri, che servono a
giustificare la decisione del lungo viaggio fatto da
Olga da uno sconosciuto villaggio della Moldavia per
arrivare nel nuovo Eldorado dell’Italia. Sistemarsi e
tornare, costruire una casa nel proprio villaggio, far
studiare i figli, assicurare loro un futuro migliore… E
tutto questo con il desiderio del ritorno, che si fa
sempre più forte accanto alla nostalgia, quasi a
cancellare il tempo, a cancellare le esperienze fatte
fuori della propria comunità o a sentirle come non
totali.
Umorismo e amarezza
s’inseguono in una regia che accompagna e sottolinea la
forza e la poesia del testo. In scena, Isabella Caserta
racconta e interpreta in un crescendo talora drammatico,
talora spensierato, storie di disperazione di una vita
precaria, della mancanza d’identità, dei dubbi
sull’esistenza. Le canzoni di Marco Ongaro, che canta
dal vivo, accompagnano e scandiscono i passaggi della
narrazione.
Walter Manfrè così
scrive nelle note di regia: “Un movimento continuo,
andata – ritorno - andata, domina questa nostra
riflessione/spettacolo sull’andamento della vita umana.
Il tema del viaggio, ormai desueto per la continuità con
cui è stato trattato dai poeti, torna qui prepotente
come costante di una povera anima che, se non fosse per
la propria ingenuità e la solarità che la pervade,
sarebbe da catalogare nel ciclo dei vinti di verghiana
memoria. Ma qui la nostra “eroina” vince. Vince. Non
trionfa. Sa attraversare con ostinazione il momento
‘Peripezie’ che ogni racconto impone ed arrivare al
porto sicuro di un luogo senza mare dove sa ristabilire
l’ ‘Equilibrio’… Quanta malinconia durante il percorso,
quanta paura. Ma anche quanto calore: di fuoco di legna,
di farine impastate, di pani, di case, di occhi di
bambini. E poi odori di morte, di vita e tradizioni e
regole e leggi che gente da lei lontana ha chiamato con
nomi strani… Il linguaggio poetico si mescola alla
cronaca, il quotidiano diventa sogno, il dolore
racconto. E le canzoni, storie anch’esse di altri, di
sogni di altri, di vite di altri si intersecano con
preghiere e sussurri e canti folklorici e litanie per
essere insieme, tutti, Poesia”.
Repliche tutti i
giorni ore 21.00, domenica ore 17.30, lunedì riposo.
Rassegna stampa
“Pur nello specifico
del tema dell’immigrazione, la storia si propone come
metafora dell’esistenza di ognuno nella città
globalizzata…" (Beatrice Benedetti, “Dnews”, 4 giugno
2008)
“Isabella Caserta
racconta e interpreta in un crescendo talora drammatico,
talora spensierato, storie di disperazione di una vita
precaria, della mancanza d’identità, dei dubbi
sull’esistenza. Le canzoni di Marco Ongaro accompagnano
e scandiscono i passaggi della narrazione…” (“Veronalive”,
giugno ‘08 )
“Umorismo e amarezza
s’intrecciano in una regia che accompagna e sottolinea
la forza e la poesia del testo…” (A. Galetto, “Carnet
Verona”, giugno 2008)
“Il progetto nasce
dalla constatazione che spesso molti stranieri approdano
in Italia e in Europa con tanti sogni da realizzare, in
primo luogo la speranza di trovare un lavoro e, una
volta risolte le loro difficoltà economiche, ritornare
nel loro paese. Quello che ci aspetta è una società
multietnica e una cultura che deve guardare, pur nel
rispetto e nella salvaguardia della nostra, alla
pacifica convivenza di popoli culturalmente diversi, che
trovano nello scambio del loro sapere e delle loro
civiltà la crescita reciproca”. (“Tellusfolio.it”, 19
maggio 2008)
“Musica e parole nel
difficile viaggio verso altre realtà.
‘Andata/Ritorno/Andata’ ha il pregio di non essersi
incanalato in una scia di commiserazione della povertà
extracomunitaria…Il secondo pregio è ritrovare d’incanto
il Teatro/Laboratorio, le sue panche scomode, i suoi
ricordi…Il recitato ha aperture gradite verso l’ironico
così da dare un respiro leggero al dramma…” (S.
Azzoni, “L’Arena”, 9 giugno 2008)
“Il testo di Ongaro e
la bravura della Caserta sono d’una tale bellezza e
d’una tale bravura che chi scrive è ritornato due volte
a vederlo…La cronaca quotidiana e il dolore si fanno
poesia, i sogni si fondono con la realtà e il dolore si
fa racconto. Ad un testo toccante fa riscontro una regia
intelligente e coinvolgente…Applausi convinti con molte
chiamate” (Sergio Stancanelli, “Amici della musica”,
giugno 2008)
“Opera di raccordo
per tentare di avvicinare le parti: l’emigrante da un
lato, il popolo che lo accoglie dall’altro. Olga ci
porta a conoscere il suo paese e i luoghi da cui
proviene, trasmettendoci affetto più che paura…” (M.
Sorio, “ Corriere della sera”, 27 luglio 2008)
“Nostalgia e lirismo,
tristezza e bellezza, sogno e magia… Un’Olga
corposamente, visceralmente presente e insieme
simbolicamente emblema della donna, della sofferenza,
dell’amore, della maternità. Creatura commovente
disegnata da Marco Ongaro con sensibilità rara… e
disegnata in scena da Isabella Caserta con forte pathos,
con passaggi rapidi dal riso al pianto, con la voce che
si dilata, si increspa, sprofonda in toni rochi,
s’innalza, trascina sull’onda dei sentimenti… Gli
applausi non volevano finire, pervasi da un sentimento
di condivisione” (Raffaello Canteri, “Verona Time”,
agosto/settembre 2008)
Durata dello
spettacolo: 75 minuti
TeatroLoSpazio.it
Spettacoli ore 21.00
- Domenica ore 17,30. Ingresso 12 Euro, ridotto 7 Euro,
tessera associativa trimestrale 3 Euro
Dopoteatro dalle 22:30 – domenica ore 21,00 – costo
biglietto 7 euro + tessera associativa trimestrale 3
Euro
Roma, Via Locri 42/44,
(traversa di via Sannio, Metro San Giovanni)Tel.+39
0677076486 +39 392 9583409
info@teatrolospazio.it
Gli
uffici sono aperti il pomeriggio, il apre botteghino
un'ora prima dello spettacolo.
Prenotazioni per il pubblico e informazioni 06 77076486
- info@teatrolospazio.it