|
MOSTRA BIH - Reggio
Emilia
Comune di Reggio Emilia
Telecitofono Associazione Culturale
Reggio nel Mondo
Ars
Aevi, Sarajevo
BiH
Arte, visioni, messaggi da SARAJEVO
“L’Europa muore o
rinasce a Sarajevo”
Alex
Langer
21
febbraio – 5 aprile 2009
Reggio
Emilia
Spazio Gerra/ Sinagoga/Coop Reggio Est
Portico della Galleria Parmigiani/Rebox, lightbox nei
quartieri di Reggio Emilia
Gabella
Inaugurazione e presentazione del progetto
Sabato
21 febbraio ore 18
SPAZIO
GERRA
(Piazza XXV Aprile 2,)
Identità, dialogo, coesione, convivenza, creatività e
diritti umani. Se queste parole smarriscono la
profondità del loro significato, l’uomo rischia di far
emergere il peggio di sé. É quanto accaduto nel corso
degli anni ’90 nei Balcani, dove nazionalismi, odi
etnici e religiosi hanno prodotto una ferita nell’intera
Europa, facendo sentire le democrazie ancora deboli e
impreparate ad affrontare conflitti così profondi.
Reggio Emilia
da sabato 21 febbraio, alle ore 18.00
presso lo Spazio Gerra. stabilirà un ponte con
la Bosnia Erzegovina e i Balcani grazie al
progetto “BiH – Arte, visioni, messaggi da
SARAJEVO”, che trae spunto dalla frase di Alex
Langer, “l’Europa muore o rinasce a Sarajevo”, per
riflettere e confrontarsi attraverso i linguaggi
dell’arte sul tempo presente. Artisti di fama
internazionale saranno protagonisti all’interno di
diversi spazi della città - lo Spazio Gerra, la
Sinagoga, la Coop Reggio Est e i
lightbox dei quartieri di Reggio Emilia, la
Gabella - per dare vita a una serie di iniziative
che coinvolgono personalità del campo dell’arte,
narratori e uomini di cultura italiani e bosniaci come
Anur, Svetlana Broz, Maurizio Chierici, Fabrizio Cicconi,
Piero Del Giudice, Jovan Divjak, Enver Hadžiomerspahić,
Pietro Mussini, Nebojša Šerić Shoba, Francesco Strazzari,
Abdulah Sidran, Massimo Zamboni.
BiH – Arte, visioni, messagi da Sarajevo
proseguirà fino al 5 aprile ed è
promosso dal Comune di Reggio Emilia - Assessorato
Cultura, Associazione culturale Telecitofono, agenzia
Reggio nel Mondo e Fondazione Ars Aevi di Sarajevo, e
realizzato con il sostegno di Borea Cooperation, Coop
Consumatori Nordest, e Gabella “Associazioni di idee”.La
manifestazione vede inoltre la collaborazione di Alda
“Associations of the Local Democracy Agencies”,
Osservatorio Balcani e Caucaso che
opera da sempre per la pace e
la convivenza nei Balcani e Fondazione Alex
Langer. Sponsor tecnico è Promusic.
L’importante collaborazione tra la città emiliana
e Sarajevo porterà a Reggio Emilia alcuni dei
progetti degli artisti balcanici di maggiore
interesse che si collocano nell’ambito del Centro
Ars Aevi, un sogno divenuto realtà grazie alla
tenacia del suo direttore Enver Hadžiomerspahić,
il quale durante l’assedio di Sarajevo, è riuscito nel
suo intento: far dialogare uomini provenienti da diverse
nazioni, di differente credo o cultura con il linguaggio
comune dell’arte. Da lì il passo è stato breve e, grazie
ad una mobilitazione internazionale che ha coinvolto
artisti, curatori, istituzioni, intellettuali, l’Unesco
e alcune realtà italiane, ha preso forma e presto avrà
un suo museo la cui costruzione è prevista nei prossimi
anni su progetto di Renzo Piano.
L’attività di Ars Aevi ha riscosso un grande
successo e attenzione da parte delle più importanti
manifestazioni d’arte come ad esempio la 53°
“Esposizione Internazionale d’Arte” della prossima
Biennale di Venezia che vedrà la partecipazione
del Centro legato a Enver Hadžiomerspahić.
Quello
di Reggio Emilia è il primo progetto che Ars
Aevi cura in collaborazione con altre istituzioni.
La Sinagoga restaurata di recente (Via dell’Aquila 3/a)
da sabato 21 febbraio alle ore 18.00 presenta
“Manifesto
Sarajevo”
di Enver Hadžiomerspahić, un’opera
nata sotto l’assedio che testimonia il rapporto
sottile tra parole e diagrammi: un gioco di specchi che
vuole far riflettere il visitatore sui valori comuni e
sulla responsabilità di ciscuno di noi.
Sempre
in Sinagoga è possibile ammirare un percorso di immagini
realizzate dal fotografo Fabrizio Cicconi
accompagnate dai testi di Massimo Zamboni che ha
dedicato al paradigma bosniaco la sua ultima opera
multimediale “L’inerme e l’imbattibile”. Mentre
all’ultimo piano un’installazione sonora dell’artista
Pietro Mussini, noto per la ricerca in tre D e le
opere realizzate con i led, accompagna i visitatori
all’interno di un percorso sul tema dell’identità e
dell’appartenenza.
Nello
Spazio Gerra è esposta invece una selezione di opere, a
cura di Amila Ramović, degli artisti Anur,
(nato nel 1971 a Sarajevo dove vive e lavora) e
Nebojša Šerić-Shoba (nato nel 1968
a Sarajevo, ma oggi residente a New York),
rappresentativa del loro percorso creativo dagli anni
della guerra ad oggi.
“Il
lavoro di entrambi testimonia di una realtà segnata da
costanti mutamenti di potere, dall’isolamento politico e
culturale, dalla crisi economica del dopoguerra, dalla
disintegrazione del sistema di valori e dal permanente
stato di tensione sociale, ingenerati dalla guerra.
Sebbene le loro opere possano sembrare talvolta lontane
da questo contesto non direttamente influenzate dal
conflitto, la vita dei loro creatori sicuramente lo è
stata. Nel caso di questi autori vale forse
l’affermazione di John Cage, secondo la quale per
stabilire se l’arte sia o meno contemporanea non bisogna
ricorrere a criteri estetici, ma sociali”, sottolinea
Asja Mandić a questo proposito nel suo testo per la
Biennale di Venezia del 2003.
Anur,
si definisce “artvertiser” per il proprio modo di
muoversi sempre sul confine tra arte e pubblicità. Il
poster, strumento privilegiato della comunicazione
pubblicitaria e del consumo, diventa per l’artista
veicolo di una critica sociale, talvolta anche cinica e
irriverente, che si ritrova nei tre diversi cicli di
Human Condition. Il primo lavoro in mostra, Made
in Bosnia (1993-1999), esposto al “the Plateau of
Humakind” curato da Harald Szeemann alla 49° Biennale
di Venezia 2001, prima tappa del lavoro di
Anur
sulla condizione umana, riflette il lato oscuro
dell’essere umano e rappresenta una reazione ironica
alla guerra e ai fenomeni di manipolazione dei valori
dei centri di potere. L’ultimo e più attuale progetto di
Anur, ancora in progress, Fake Art è un percorso
nel mondo delle banche di immagini digitali presenti
internet. L’artista produce attraverso il ritocco e la
manipolazione nuove immagini e nuovo senso, quasi a
voler opporre alla velocità del consumo di visivo che
rende in qualche modo indifferenti ad ogni immagine, un
altrettanto rapido rovesciamento di senso che permette
di vedere oltre lo stereotipo. L’autore allestirà un set
fotografico domenica 22 febbraio (dalle 10 alle
13 e dalle 16 alle 23) in cui fotograferà i visitatori
che lo desiderano ed eseguirà in diretta il lavoro di
ritocco e collage digitale producendo nuove opere della
serie fake art.
Nebojša Šerić-Shoba
presenta un dittico: Sarajevo-Monte Carlo
dove pone a confronto immagini dai contesti affini e al
tempo stesso diversi, opposti, mentre nel suo lavoro
Battlefields
(2002-2003) basato su fotografie dei campi di battaglia
della storia (Gallipoli, Troia, Waterloo, ecc.) allude
ai processi di trasformazione storica e sociale. Di
Nebojša Šeric-Shoba sono anche i Serious Kids e i
lavori di videoarte, che, come del resto tutte le sue
opere, invitano a concentrarsi sul presente.
Tutta l'opera di Nebojša Šerić Shoba
è fortemente radicata nelle sue esperienze personali e
ragisce alle condizioni sociali e politiche e culturali
del contesto locale, collegandole e innalzandole al
livello di questioni globali.
Il
supermercato Coop Reggio Est (Via Sani 6) a
partire dalle ore 11.00 di Sabato 21 febbraio,
diventa eccezionalmente sede espositiva del
lavoro Artvertizing di Anur, seconda tappa
nella sua ricerca sulla condizione umana.
Anur
in questa occasione utilizza il poster, noto mezzo di
comunicazione delle campagne pubblicitarie, per stupire
e provocare lo spettatore/cliente. Attraverso lo scambio
intertestuale tra immagini e brevi testi l’artista
colpisce l’osservatore con messaggi molto diretti e
apparentemente banali, che rivelano però ad un’attenta
lettura una molteplicità di livelli interpretativi. Il
progetto si sviluppa anche nel portico della galleria
Galleria Parmeggiani, nel cuore del centro
storico.
Il
progetto fotografico Identify occupa invece i
grandi pannelli rebox nei quartieri di Reggio
Emilia mettendo in luce un eccezionale serie di azioni
realizzate da un team di esperti del Porodrinje
Identification Project impegnati per anni nell’
identificare le vittime del genocidio di Srebrenica
commesso nel giugno del 1995. Le fotografie, di grande
impatto, utilizzano gli oggetti ritrovati sulle vittime
del genocidio per non dimenticare la strage di
Srebrenica e mettere in evidenza il paradossale fenomeno
sociale e psicologico di identificazione di massa che le
grandi marche europee e mondiali di abbigliamento
incitano e incoraggiano.
“BiH – Arte, visioni, messaggi da SARAJEVO”
oltre le mostre in programma propone nei mesi di
marzo e aprile diversi incontri pubblici,
workshop e laboratori per gli Istituti superiori della
città e proiezioni di film d’autore che vedranno la
partecipazione tra alcuni dei più importanti narratori
e personaggi pubblici dei Balcani. Uno dei protagonisti
di questi incontri sarà ad esempio (4 aprile -
Sinagoga) Abdulah Sidran. L’eclettico autore di
numerose sceneggiature del regista Emir Kusturica, da
“Ti ricordi Dolly Bell?” fino a “Papà è in viaggio
d’affari”, sarà presente in occasione dell’uscita
italiana del libro Romanzo Balcanico che
raccoglie i suoi scritti per il cinema e per il teatro,
oltre ad una raccolta di materiali iconografici e saggi
curata da Piero del Giudice.
Reggio
ospiterà anche (28 marzo Sinagoga) la nipote di Tito,
Svetlana Broz, impegnata in Gariwo, una delle
principali associazioni umanitarie di Sarajevo, che
presenterà il suo libro I giusti nel tempo del male.
Nel corso della mostra sarà ospite anche ( 14 marzo
Sinagoga) Jovan Divjak, un militare serbo che
decise di difendere la città di Sarajevo nei giorni
dell’assedio e che racconta la sua esperienza in una
lunga intervista pubblicata nel libro Sarajevo Mon
Amour.
Info
Tel. 0522 456249
www.spaziogerra.it
spaziogerra@municipio.re.it
|
|