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XIII ED. ISOLE CHE PARLANO - Palau (OT)

Prende il via a Palau - dal 7 al 13 settembre - la XIII edizione di Isole che Parlano, festival dedicato alla musica, fotografia, teatro circo e laboratori a misura di bambino. La manifestazione - ideata da Nanni e Paolo Angeli - è organizzata dall’Associazione Sarditudine, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palau, della Provincia Olbia Tempio, della Regione Sardegna, della fondazione Banco di Sardegna, della fondazione  Giovanni Demuro Onlus, con il patrocinio dell’ISRE, dell’UNESCO, di Radio Tre RAI, Archivio Mario Cervo e di Orsus. Canzoni su assi di legno è il tema della XIII edizione della manifestazione - quest’anno caratterizzata da cantabilità e fruibilità - che punta, grazie alla conferma delle partnership, ad un definitivo radicamento nel territorio. Si parte lunedì 7 con ‘Isole che parlano… ai bambini’: sezione di tre giornate declinata ‘a misura’ dei più piccoli, in cui si alterneranno laboratori mattutini (la cui performance finale è prevista il 10 settembre al Centro di documentazione) e  spettacoli serali. Il progetto laboratoriale, a cura di Alessandra Angeli, dal titolo “Il suono della voce: memoria e futuro” si articola in corsi pratici di video-narrazione (a cura di Simone Ciani, in cui i piccoli ‘videomaker’ intervisteranno i vecchi del paese), avvincenti ri-musicazioni di cortometraggi di animazione (a cura di Andrea Martignoni e Noemi Bermani),  laboratori di teatro/danza in cui bambini  e adulti sono  chiamati ad un confronto creativo (a cura di Agostino Aresu).  L’attività spettacolare serale richiama le discipline trattate nel contesto didattico: lunedi 7 - ore 21.00, Centro di documentazione - Andrea Martignoni proporrà ‘Notte animata’, una carrellata di cinema d’animazione; martedì 8 - palestra delle Scuole Elementari - Michele Cafaggi (noto per le tourneè con Fabrizio de Andrè) ci trascinerà, con clownerie per pensieri leggeri, in un concerto anomalo per  bolle di sapone; mercoledì 9 - Piazza Fresi -  il Circus delirium ci trasporterà nelle fantastiche atmosfere di ‘Bambola’, ironica gigantografia - con uso di trapezi e tessuti musicati dal vivo - di un carillon che sfugge al controllo di uno scienziato pazzo. Giovedì 11 - centro di documentazione, ore 18.00 - si apre la sezione dedicata alla fotografia con l’inaugurazione del reportage ‘Trasmigrazioni’ di Alfredo Bini, mostra prodotta dall’associazione Sarditudine, in collaborazione con la rivista Witness Journal. Dall’inizio del 2009 circa 10.000 migranti al mese hanno attraversato il deserto del Tenere per raggiungere l'Europa e l’Italia. Vengono dagli stati dell’Africa occidentale e centrale e, con mezzi di fortuna, raggiungono il Niger.  Gli scatti del fotografo toscano, ne immortalano il lungo viaggio via terra: migliaia di chilometri sulla pista transahariana che conduce alla Libia, percorso obbligato per chi tenta di entrare nella "fortezza Europa" via Lampedusa. La mostra rimarrà aperta fino al 30 settembre. Alle ore 21.30 ci addentriamo nel programma musicale con il V.O. Quartet, ensamble di archi tutto al femminile: sapori che includono paesaggi world, musiche folk irlandesi, britanniche e sud americane, klezmer, gypsy, pop e jazz. Il tutto riletto attraverso una solida base colta e contemporanea e coreografato dalla danzatrice Montse Roig. Si infittisce la programmazione a partire da venerdì 11: al mattino - ore 11.30 Centro di documentazione - È-migrazione, incontro con V.O. Quartet e Leyla Adu; al tramonto - ore 18.30 Tomba dei Giganti li Mizzani - recital del batterista Oriol Roca, agitatore della scena catalana e testa di ponte con l’avanguardia belga e olandese. A seguire - ore 21.30, Piazza Fresi - due concerti imperdibili: musica virata da sonorità blues e british pop nel solo di Leyla Adu (pianoforte, voce) - considerata dalla critica internazionale la Nina Simone del XXI secolo - e il trio Dodó -  in cui i colori pastello sud americani degli argentini Ivo Saints (violino) e Maru di Pace (chitarra), si incontrano con la splendida vocalità della polistrumentista Ewa Wikström. Sabato, Isole che Parlano esplora il territorio comunale. Si parte alle ore 11.30 - chiesa campestre di San Giorgio - con l’incontro delle ‘songs writers’ Amanda Jayne e Ewa Wikström; a seguire il ‘Primo Canto’: la polivocalità dei corsi ‘a Cumpagnia’ e di Su Contrattu de Seneghe allieterà l’aperitivo campestre (offerto dall’ORSUS). Alle ore 17.00, Roccia dell’Orso, l’attesissima processione in ricordo di Pietro Sassu e Mario Cervo: di Granito, oltre due ore di musica tradizionale sarda e corsa, con protagonisti i già citati cantori di Seneghe e ‘a Cumpagnia’ e con i tratti processionali colmati dal virtuoso Andrea Pisu (launeddas). Alle ore 21.30 sul palco principale la produzione originale ‘Immagino allora trIO’: tre giganti della cultura musicale sarda - Andrea Pisu (launeddas), Bruno Camedda  e Riccardo Pittau (tromba) - sono chiamati a rivitalizzare, in chiave balcanica, il repertorio tradizionale campidanese. Grande attesa per il 'vaudeville' contemporaneo della cantante e fisarmonicista americana Amanda Jayne - versione al femminile delle migliori stagioni di Tom Waits - affiancata dal fantastico sestetto The Murder of Crows: cabaret circus, frenetici ‘battere e levare’, con virate immaginifiche in un sognante moulin rouge est europeo.  Domenica mattina - ore 11.30, Centro di documentazione - incontro sul tema attualissimo dei popoli migranti con il fotografo Alfredo Bini. Quindi, nello scenario mozzafiato di Cala Martinella, il concerto al tramonto - ore 18.30 - del V.O. Quartet, che proporrà un repertorio in interazione con il contesto naturalistico.  Dopo una tre giorni musicale - animata dalle allegre scorribande della marching band Fanfara Burek e da musica fino a notte fonda con Dj set al femminile (Boca Marina Internet Café) - il cerchio si chiude con la  follia balcanica e l'impeto solare della Boban y Marko Markovic Orkestar (guest Riccardo Pittau); anima e cuore dei capolavori di Emir Kusturica, olimpo della musica tradizionale Gypsy serba. Evento imperdibile per poter ascoltare - unica data italiana - una delle migliori brass band al mondo. Fare 13 continua a sintetizzare, nell’immaginario, l’accesso a una dimensione onirica in cui la fortuna arriva dal cielo - generosa, rigogliosa, vitale -  per sanare una vita terrena fragile e precaria.  Sommando tutti i rituali scaramantici di cui è culturalmente in possesso, Isole che Parlano affida la sua tredicesima edizione  al rito del saluto al mare e i suoi sogni alla più dolce melodia atavica: la bellezza del cielo stellato.

 


 
 

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