Comunicato stampa
Dal 30
aprile al 13 settembre 2009 si terrà al Museo Civico
Archeologico di Bologna la mostra Potere e splendore.
Gli antici Piceni a Matelica. Organizzata dalla
Soprintendenza Archeologica delle Marche, dal Museo
Civico Archeologico di Bologna e dal Comune di Matelica.
La
mostra raccoglie gli eccezionali frutti di scoperte
recenti nelle necropoli della comunità picena di
Matelica (MC), risalenti al VII secolo a.C., riuniti
assieme dopo complessi restauri. La consistenza di tale
comunità emerge oggi finalmente nella sua ricchezza e
articolazione e nei suoi molteplici legami con mondi
lontani. La cospicua mole di dati venuti alla luce
contribuisce ad una migliore conoscenza dell’archeologia
italica preromana, non solo locale.
La
mostra e il suo catalogo si propongono, dunque, di far
comprendere tutti gli aspetti socio-economici e di
cultura materiale di queste antiche comunità dell’alta
valle dell’Esino, che dovevano trarre il loro benessere
e la loro ricchezza dallo sfruttamento delle ampie
risorse agricole e pastorali del territorio, nonché dal
controllo delle direttrici viarie transappenniniche
dall’Adriatico al Tirreno. Comunità che vedono,
generazione per generazione, personaggi emergenti di
sesso maschile e femminile, esibire i connotati del
ruolo e segni del rango (armi da parata come elmi e
spade impreziosite da inserti di avorio e ambra, carri e
calessi, oggetti preziosi in oro argento e avorio,
nonché sontuosi apparati da mensa) attraverso simboli,
rituali e pratiche religiose evolute e articolate, di
cui la straordinaria complessità e ricchezza dei corredi
funerari ne rappresentano la più alta testimonianza.
Il
Museo Civico Archeologico di Bologna ha una lunga
tradizione nell’attività didattica per le scuole,
tradizione che prosegue anche in occasione della mostra
“Potere e Splendore. Gli antichi Piceni a Matelica”.
Verrà, infatti, allestito un percorso didattico,
destinato ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie,
intitolato “Principi piceni”. Si tratta di una
sorta di gioco di ruolo, dove i ragazzi, rivestendo i
panni di principi, aristocratici, guerrieri e servitori,
potranno rivivere i momenti fondamentali della vita di
una corte picena. Obiettivo del percorso didattico è
quello di far conoscere, attraverso il gioco, una
civiltà meno nota rispetto a Etruschi, Greci e Romani,
ma non per questo estranea ai grandi movimenti culturali
e artistici che interessano le civiltà del Mediterraneo
a partire dall’VIII secolo a.C.
I
ragazzi potranno conoscere alcune nozioni di base sulla
Civiltà Picena con l’aiuto di pannelli didattici. La
cornice narrativa che funge da pretesto per il percorso
è l’ascesa del nuovo principe alla guida della comunità:
per l’occasione, le famiglie aristocratiche più
influenti rendono omaggio al nuovo capo nella sua
dimora, accompagnati da tutto il loro seguito di
guerrieri, spose e servitori. Così i ragazzi saranno in
grado in grado di individuare gli oggetti esposti in
mostra, comprenderne la funzione e il significato, in
relazione alle strutture sociali dell’epoca.
I PICENI
Nella nostra penisola si delineano, a
partire dalla seconda metà del X secolo a.C., realtà
archeologiche ben differenziate in senso regionale, alle
quali sono stati assegnati nomi di popoli (Etruschi,
Latini, Sanniti, ecc.) e di civiltà (Etrusca, Picena,
ecc.). Sotto il nome di Picena si designa la civiltà
fiorita, durante l’Età del Ferro, nel tratto di costa
adriatica compreso tra i fiumi Foglia e Pescara e
delimitato ad ovest dalla catena appenninica. Si tratta
di un nome convenzionale, suggerito però, sia dalle
fonti scritte che, subito dopo la conquista romana si
riferiscono a questo territorio parlando di “ager
Picenus” e di “Picentes”, sia dal fatto che la maggior
parte dei ritrovamenti si concentra proprio nell’area
coincidente con la V Regio augustea (Picenum). La
particolare configurazione geografica per strette valli
parallele del territorio marchigiano ha contribuito a
far sì che la Civiltà Picena, pur con la sua
inconfondibile fisionomia, si presenti variamente
articolata con differenziazioni locali rilevanti. La
mancanza, poi, di un centro egemone, capace di
sviluppare, con la coscienza di una cultura comune,
un’organizzazione territoriale e politica più vasta, ha
reso possibile il permanere, sino alla fine,
dell’organizzazione per gruppi tribali che si esprimeva
in tale frammentazione culturale. La conoscenza di
questa civiltà si fonda quasi esclusivamente sulla
documentazione archeologica derivante, soprattutto,
dallo scavo delle necropoli, ma è noto anche un buon
numero di abitati ed alcune aree di culto. In base
all’esame dei dati archeologici acquisiti, lo sviluppo
della Civiltà Picena si inquadra dall’inizio dell’Età
del Ferro alla fine del IV secolo a.C.
I Piceni a Matelica
Le recenti ricerche archeologiche hanno
portato alla scoperta di estese aree di abitati e di
necropoli che, attualmente, si pongono tra le
testimonianze più importanti dell’intero territorio
marchigiano e non solo. Gli insediamenti sono
collocabili, con continuità differente a seconda dei
siti, tra l´VIII e il IV secolo a.C.
Gli scavi archeologici estesi su ampie
aree hanno permesso di portare alla luce interi villaggi
le cui strutture, formate da capanne, presentano
prevalentemente una pianta rettangolare e, in alcuni
casi, hanno un lato breve curvo. Quelle di maggiori
dimensioni superano i 20 metri di lunghezza e sono
delimitate da allineamenti di buche o da trincee di
fondazione dove venivano alloggiati i pali lignei per il
sostegno delle pareti, mentre nelle buche interne erano
posti i pali di sostegno della copertura.
Ma i dati più significativi per la
ricostruzione della cultura di questa popolazione
provengono dallo scavo delle ampie necropoli rinvenute
in quasi tutto il territorio comunale e, spesso, in
relazione ai villaggi. Le tombe più antiche, databili
tra il IX-VIII secolo a.C., sono rappresentative delle
prime fasi della Civiltà Picena, sia nel rituale
funerario, con il defunto deposto all’interno di una
semplice fossa in posizione rannicchiata su un fianco,
che nell’articolazione dei corredi, in cui prevalgono le
armi nelle tombe maschili e gli oggetti di ornamento in
quelle femminili. La fase più eclatante dal punto di
vista delle scoperte è costituita dalle tombe del VII
secolo a.C. con tumulo e fossato circolare. L’area
funeraria delimitata dal fossato comprendeva la
deposizione del defunto con il ricco corredo personale
costituito, per lo più, da monili ed oggetti di
ornamento e una grande fossa-deposito. In essa erano
collocati carri, vasellame di bronzo e di terracotta,
armi, utensili per il banchetto e per il simposio,
oggetti in metallo prezioso, d’oro e d’argento, ed altri
manufatti realizzati con materiali esotici come gusci di
uova di struzzo, avorio e ambra, simboli di una società
aristocratica raffinata, colta e, allo stesso tempo,
potente sul piano economico.
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Potere e Splendore. Gli antichi Piceni a Matelica
Bologna, Museo Civico Archeologico, via
dell’Archiginnasio 2
30
aprile – 13 settembre 2009
Martedì / venerdì 9 – 15, sabato, domenica e festivi 10
– 18,30
Intero
(adulti fino a 65 anni): € 6,00
Ridotto
(minori di 14 anni, maggiori di 65 anni, scolaresche): €
3,00
Gratuito:
bambini fino a 6 anni, insegnanti accompagnatori (2 per
classe), accompagnatori di disabili, giornalisti con
tesserino, guide turistiche con patentino, soci ICOM.
Visite guidate:
a pagamento per scolaresche e gruppi.
Laboratorio didattico per scuola primaria e secondaria
di primo grado:
fino ad esaurimento posti disponibili (max. 25 studenti
a gruppo). Gratuito, con biglietto di ingresso ridotto
alla mostra(€ 3,00).
Per
informazioni
antichi.piceni@comune.bologna.it
Per prenotazioni:
tel. 051 2757244 (lun/ven 9-12.30).