Domenica 29 marzo alle 18.00 la Galleria Marconi
di Cupra Marittima presenta la personale di Sabrina
Muzi a cura di Claudio Libero Pisano, dopo il
successo dell’esposizione di Marco Bernacchia e
Francesca Gentili.
La
mostra conclude il ciclo Marche Centro d’Arte ed
è il quinto appuntamento della rassegna Gallerista
sull’orlo di una crisi di nervi.
Con la
personale di Sabrina Muzi si conclude Marche Centro
d’Arte. Lo scopo della rassegna è mostrare la
vivacità delle produzioni artistiche presenti nella
regione, una regione in cui convivono pluralità e
singolarità, a partire dallo stesso nome. Ogni artista
ha una sua peculiarità, e un suo percorso di ricerca, ha
una voce che unendosi alle altre del territorio, dà vita
a un mosaico ricco, vivo e vivace.
“La
ricerca di Sabrina Muzi continua con un ulteriore
passaggio nella direzione di un rapporto mai episodico
tra sé e la natura. Utilizza diversi mezzi che
concorrono allo stesso fine. Video, foto e disegni hanno
lo scopo di sottolineare un unico messaggio dove sempre
più intima diventa la condivisione con l’elemento
naturale. Sia quando è il suo corpo, come nel video
Remote Body, che si nasconde e si perde tra i rami fino
a diventare un unico elemento. Sia nelle foto, dove
l’artista non compare, è evidente una relazione mai
distaccata. In quegli alberi rappresentati più che
l’elemento estetico traspare quasi il respiro, l’affanno
della natura impressa sulla carta. E l’artista se ne fa
portavoce, lascia che la sapienza tecnica e la capacità
esecutiva si mettano al servizio di un messaggio
circolare. Offre il suo sguardo alla natura che lo
restituisce in tutta la sua potenza, bellezza e
inquietudine”. (Claudio Libero Pisano)
Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi
Il
giorno dopo l’inaugurazione di una mostra il gallerista
tira le somme. Le rughe si sono distese e si parla
amabilmente sgranocchiando salatini e patatine. Il
sorriso riempie il volto barbuto e la soddisfazione per
il risultato è al centro dei suoi discorsi. Dello yeti
che si aggirava con spatola, stucco e gomma magica, non
è rimasto nulla. La Galleria adesso sembra il paese
delle favole, dove pace e armonia regnano e le riviste
sono ordinate sulla scrivania. Un attimo di pace prima
della prossima inaugurazione.
All’ansia di una mostra, collaboratori di vario tipo
aggiungono stress, ritardi, piccole o grandi
inefficienze che un povero gallerista si trova a dover
affrontare, perdendo i capelli e/o facendo diventare
bianchi i pochi che gli restano. Eccolo buttarsi su
massicce dosi di tachipirina per affrontare
l’immancabile febbre pre-mostra, mettersi ai fornelli
per preparare pasti con innumerevoli portate e quantità
capaci di sfamare interi reggimenti, eccolo infine
perdere l’attimo atteso ogni giorno come la manna dal
cielo: il riposino pomeridiano. Una vita dura fatta
dalle piccole insoddisfazioni di ogni giorno e dalle
grandi soddisfazioni di ogni mese.
Gallerista sull’orlo di una crisi di nervi
è l’omaggio a quella cosa bellissima ed entusiasmante
che è l’organizzazione di una mostra, cosa bellissima,
ma anche snervante e stancante. Ecco che aumenta il
numero delle sigarette fumate fuori dalla porta, ecco
che i chiodi e le viti si accumulano sul pavimento. Poi
si inaugura, si parla, si ride e il giorno dopo si
pulisce. Questa è la “tragica” routine che accompagna la
vita di un gallerista. Ma non bisogna dimenticare però
la bellezza di una mostra, il piacere di una
chiacchierata con gli amici, l’emozionarsi sempre nuovo
che ripaga da ogni affanno. I rapporti umani, e non solo
professionali, con artisti, critici e curatori, sono il
vero collante dell’attività e il motore che rende sempre
nuova la voglia di andare avanti.
Solo un grazie a chi ci permette di poter seguire ed
apprezzare il mondo dell’arte nel suo continuo
movimento.