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MOSTRA: PIANURE D'EUROPA - Cremona

PIANURE D’EUROPA

Foto di Valerio Gardoni

 

APERITIVO DI INAUGURAZIONE VENERDI’ 3 APRILE, ORE 19.00

 

Dal 3 aprile al 15 maggio 2009

 

Project Room Galleria Dellearti - c/o Dellearti Design Hotel – Cremona

 

 

 

Grazie alla collaborazione fra Fondazione Dominato Leonense, Delle Arti Design Hotel e Fondazione Pianura Bresciana la mostra fotografica "Pianure d'Europa" sarà allestita presso la Project Room di Cremona dal 3 aprile prossimo.

 

Partendo dalla consapevolezza del forte valore delle cascine, Fondazione Pianura Bresciana ha realizzato un intero progetto su questo tema- in collaborazione con la Regione Lombardia, Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e Assessorato al territorio, Parchi e V.I.A della Provincia di Brescia - promuovendo attività legate al censimento delle cascine bresciane, con la loro schedatura e mappatura.

 

Un aperitivo di inaugurazione aprirà le porte a questa esposizione, durante il quale sarà possibile degustare prodotti e assaggiare birra artigianale realizzati con un antico cereale, il monococco - coltivato sulla nostra terra 5.000 anni fa e oggi riscoperto grazie all'impegno della Cooperativa Sociale L'Antica Terra e al Birrificio Artigianale Babb.

 

Una raccolta di splendide fotografie di Valerio Gardoni che raccontano della nostra pianura, diversa ma ugualmente simile nell'animo a tutte le pianure d'Europa, dove le bretelle d'asfalto che corrono su di essa si insinuano in un paesaggio sbiadito fatto di svincoli, rotonde, cavalcavia, centri commerciali e villaggi di case a schiera; dormitori di una società veloce, in perenne trasformazione, sempre più in ansia come fosse un enorme periferia metropolitana.

 

Eppure basta girare alla prima stradina campagnola con cartelli che richiamano i nomi: Fienil Basso, Madonnina, Malpensata, Castelletto, Molino novo, Ca Bianca… subito l'orizzonte cambia aspetto, il profilo delle cascine si disegna nell'aria torbida di umidità, di nebbia, di afa. Che importa se ora i vecchi attrezzi consumati sono appesi con la fatica e la miseria nei musei della civiltà contadina e un poco di ansia metropolitana s'è impadronita dell'aia dove scorrazzano veloci macchine agricole; le cascine sono ancora lì a simboleggiare una sfida tra passato e futuro, a raccontare la storia della grande pianura.

 

Maestose con i silos come torri d'un castello, le case coloniche, la colombaia, i fienili con le gelosie di mattoni rossi, le stalle basse di volti. Tra i campi arati o verdi di maggengo e di grano si distendono i viali sterrati contornati dai pioppi cipressini che entrano diritti dai logorati portoni di legno spalancati sulle aie, con il bucato steso, qualche gallina e il grugnito del maiale. Si è consumata fra l'aia e i campi la vita, silenziosa come nebbia d'autunno, di generazioni di contadini e di braccianti fatta di storie, di fatiche e di salari magri come la quaresima, giorno dopo giorno come chicchi d'un rosario.

 

La fotografia si avvina a quel mondo con grande rispetto, senza violarlo. Entrando tra le mura dei cascinali ritrovando oggetti abbandonati, vecchi attrezzi da lavoro che paiono rudimentali arnesi dal valore archeologico, stalle silenziose, collane per cavalli logorate dal tempo, cantine buie con vetri dalle forme misteriose, sedie lasciate accanto a finestre aperte sulla campagna, stanze da letto ancora in parte arredate.

 

La fotografia documenta molteplici aspetti legati a questo mondo che sta a poco a poco scomparendo, come la storia dell'agricoltura praticata nel territorio, l'aspetto legato alla religiosità e alla devozione popolare, documenta un mondo, quello della cascina, ormai radicalmente mutato, ma che appartiene indissolubilmente alle grandi pianure, alla sua storia.

 

Nelle grandi pianure d'Europa, dove lo sguardo si perde nel verde intenso del nord o sotto il sole che arde l'infinito, cambiano i volti, i paesaggi, le architetture, i coltivi, ma intatta rimane l'armonia della campagna plasmata e modellata dal sudore, dalla fatica, dall'ingegno e dall'arte di uomini che l'hanno calpestata.

 

 

Vernissage aperto al pubblico: Venerdì 3 aprile 2009 - ore 19.00

 

Durata: dal 3 aprile al 15 maggio 2009

Orari: lun.-dom. ore 11.00 - 22.00

 

Dove: Project Room Galleria Dellearti

c/o Dellearti Hotel

via Bonomelli 8, 26100 Cremona

 

Ingresso libero

 

 

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VALERIO GARDONI

 

Valerio Gardoni, scrittore, fotografo, viaggiatore. Valerio è nato a Orzinuovi, nella Bassa Bresciana, e oggi vive in una cascina nascosta fra gli alberi ai piedi di Monticelli d'Oglio.

 

Ha mosso i suoi primi passi verso la natura attraverso lo scautismo. A 15 anni ha incontrato il suo grande amore, la canoa (o meglio il kayak), quando ha effettuato la prima discesa del fiume Oglio. Da allora moltissima acqua è passata sotto il suo kayak. Dal fiume di casa ai fiumi dell'intera Europa sin oltre il circolo polare artico. Ha partecipato a moltissime spedizioni internazionali, discendendo fiumi nei cinque continenti. Alpinista, vanta salite a diverse cime europee, sulle Ande, in Himalaia.

 

Pratica un' intensa attività di sci alpinismo. Viaggia scegliendo mezzi, a volte faticosi come la bicicletta o a piedi, nel pieno rispetto del mondo che lo circonda. Ha praticato la speleologia ed il paracadutismo. Una vita avventurosa, impegnativa, a volte rischiosa, ma anche un ritorno vero e semplice alla natura, una ricerca di un rapporto umano più ampio e più profondo con chi è intorno a noi. L'amore per la natura, i paesaggi aspri e solitari, i tramonti in terre lontane, gli animali, il fragore delle acque nel loro lento incidere le rocce, il riuscire a trovare se stesso lontano dal grigiore della civiltà consumistica: sono le cose che lo trascinano sui fiumi del mondo che esercitano su di lui un fascino magnetico.

 

Collabora attivamente con l'Operazione Mato Grosso, per la scuola di Andinismo in Perù nata per dare una speranza ai ragazzi poveri della Cordigliera delle Ande. Collabora anche con AAZ per migliorare le condizioni di vita dei bimbi dello Zanskar regione Tibetana Ambientalista è da anni nel consiglio direttivo di Mountain Wilderness per difendere gli ultimi spazi selvaggi della terra.

 

I viaggi nel tempo e nello spazio ai quattro angoli del mondo sono diventati percorsi di ricerca, la fotografia è un mezzo per cogliere ciò che non si vede, un bisogno per guardare oltre, per cercare dentro e dietro la realtà la misteriosa essenza della vita, un desiderio di far emergere la dignità di popoli e genti attraverso le immagini e racconti scritti. Le sue immagini hanno illustrato riviste e libri, sono state proposte in numerose mostre e incontri con videoproiezioni.

 


 
 

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