FESTIVAL
INTERNAZIONALE - Arezzo
Festival Internazionale
I GRANDI APPUNTAMENTI DELLA MUSICA
AREZZO dal 5 novembre al 19 dicembre 2009
Dieci affascinanti luoghi di Arezzo palcoscenico per
artisti internazionali e artisti italiani, stelle di
grande charme e virtuosi ammaliatori. Dieci concerti,
dieci incontri-dibattito con venti protagonisti, due
orchestre, tre ensemble, un coro, nove solisti.
E
non mancano gli eventi conviviali.
Discipline diverse si intrecciano: musica, letteratura,
arte, politica, filosofia in uno dei rari festival
invernali
Giovedì 5 novembre
si inaugura ad Arezzo il Festival I Grandi
Appuntamenti della Musica che, con un programma
fittissimo, si protrarrà fino al 19 Dicembre. Il
festival, ideato da Giulia Ambrosio e prodotto
dall’Ente Filarmonico Italiano, si svolge con il
patrocinio e i contributi del Ministero per i Beni
Culturali e con l’importante sostegno dell’Assessorato
alla Cultura del Comune di Arezzo e della
Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Altri partner
sono la Provincia di Arezzo, Giovanni Raspini,
Caffè River, l’Agenzia per il Turismo di
Arezzo, Tenuta Sette Ponti.
Un
progetto musicale e culturale che mescola con sapienza i
saperi artistici con quelli umanistici, la divulgazione
scientifica con la riflessione politica. Un festival che
lancia uno sguardo d’insieme sulle tante forme della
creazione artistica, generi e linguaggi eclettici
offrono diverse letture e interpretazioni.
Una
splendida città per più di un mese invasa dalle arti in
ben dieci location diverse, monumenti famosi ma anche
luoghi più segreti, palazzi aperti per l’occasione:
l’occasione per scoprire un’altra Arezzo.
Per
questa nona edizione il Festival si presenta in
una veste ancora più ricca e variegata: programmi
raffinati, concerti esclusivi e musicisti di prestigio,
tra cui alcuni dei nomi più prestigiosi della scena
concertistica attuale, ma anche letteratura,
giornalismo, scienza. Inoltre incontri con intellettuali
e scrittori, in molti casi sotto i riflettori con le
ultime novità editoriali.
L’intento della manifestazione, ormai pienamente
consolidatasi e che mai come quest’anno si annuncia come
un evento, è quello di unire diverse voci e forme d’arte
sotto il comune denominatore di uno sguardo sul
contemporaneo che non escluda una riflessione sulle
grandi opere della storia artistica e umanistica in
generale. Da Galileo a Marinetti, passando attraverso
Bach, Beethoven e Jimi Hendrix: molte delle idee sono
state suggerite anche dalle ricorrenze che quest’anno si
celebrano, come il Centenario del Futurismo, la Festa
della Toscana, l’Anno dell’Astronomia e gli anniversari
di Haydn e Mendelssohn. Temi uniti spesso da sottili
rimandi e suggestioni.
Cuore
del Festival e centro operativo è uno storico palazzo
aretino del Cinquecento, sede dell’Ente Filarmonico
Italiano, che resterà aperto tutti i giorni per
ospitare molte delle attività in calendario: è in questa
sede che avrà luogo l’inaugurazione della mostra di
libri dedicati al Futurismo (5 Novembre ore 11).
E
proprio ai libri, alla letteratura, la scienza, la
storia, la politica il Festival dedica quest’anno molto
spazio: l’anima contemporanea dei Grandi
Appuntamenti della Musica ancora una volta è
infatti rappresentata dai grandi Autori.
Presentazioni di volumi freschi di stampa, dibattiti,
incontri spesso anche articolati secondo format insoliti
e nuovi. Grandi autori, a partire da Sandro Lombardi,
nell’occasione insieme a Sergio Givone, con
“Le mani sull’amore”, storia di una travagliata
relazione omosessuale; Sandro Cappelletto per
“Altravelocità. Avventure di un viaggiatore in treno”
con gli intermezzi musicali del pianista Marco
Scolastra; una riflessione critica sulla categoria
degli intellettuali verrà guidata da Alberto Asor
Rosa e Simonetta Fiori che incontrano
Guido Barbieri. Sulla scena anche Margherita Hack
con una conferenza sull’astrofisica. Una grande firma
del giornalismo come Arrigo Levi, presentato da
Andrea Scanzi, prendendo spunto dal suo vissuto
biografico, descriverà momenti cruciali della storia
recente. “Scacco a Dio”, il nuovo libro di Roberto
Vecchioni porterà il dibattito sui turbamenti della
fede; Piero Melograni introdurrà “1989. La fine
del Novecento” di Enzo Bettiza, riflessione sulla
caduta del muro di Berlino E ancora, un incontro con
Umberto Ambrosoli e Nando Dalla Chiesa sulla
storia e il suo significato, coordinato da Camillo
Brezzi. Infine Giordano Bruno Guerri
presenterà la sua biografia di Marinetti, volume di
straordinaria completezza: un appuntamento che si
annuncia pirotecnico.
Ma
veniamo alla musica, anima del Festival, con un
concerto imponente che spicca in cartellone. Si inaugura
infatti con una produzione esclusiva che vede Eliahu
Inbal, ben noto da anni in Italia, dirigere
l’Orchestra della Toscana e le ottime soliste
Silvia Marcovici e Sarah Pagin, con un
programma che è un inno alla classicità, comprendente il
Primo Concerto per violino e orchestra e 2 Arie per
soprano di Mozart, l’ouverture Coriolano e la Sinfonia
n. 7 di Beethoven (Chiesa SS. Annunziata, 5
Novembre).
Continuando con la musica, troviamo un evento di grande
originalità e molto atteso: la performance di
Luisa Sello, flautista friulana di fama
internazionale, con il suo eclettico “Pierrot Solaire”,
concerto e insieme spettacolo performativo in cui la
musica contemporanea e i gesti si accompagnano e si
spiegano a vicenda in uno scambio davvero evocativo e
affascinante, abbracciando testi e coreografie ideati
dalla stessa compositrice: un’occasione di grande appeal
per avvicinarsi alla musica colta contemporanea con
passione e diremmo leggerezza (Teatro Pietro
Aretino, domenica 15 Novembre).
Ecco
l’appuntamento che ha già creato il “caso” ed è già
quasi sold out. Arriva al Festival, in
esclusiva per l’Italia, la star internazionale
Aziza Mustafa Zadeh, eccezionale musicista e degna
figlia d’arte, che da anni ormai ha conquistato il
pubblico di tutto il mondo, guadagnandosi, tra i tanti
premi ricevuti, anche il prestigioso Sony Echo Prize.
Suona, canta e compone con un linguaggio jazz tra i più
straordinari che si possano trovare oggi: tanto che la
critica l’ha paragonata a musicisti come Keith Jarrett o
Chick Corea. Il suo è uno stile unico e affascinante, in
cui il folklore dell’estremo oriente incontra il jazz
europeo e la musica classica. Tecnica pianistica e senso
del ritmo eccezionali: non a caso tutti i suoi concerti
sono trionfi. Dalle note di Aziza vengono fuori
citazioni bachiane, virtuosismi romantici e
improvvisazioni jazz. Sembrerebbe già sufficiente, ma
un’altra sorpresa arriva quando Aziza comincia a
cantare: una voce limpida vola attraverso sinuose
melodie orientali e irrompe improvvisamente nello scat
jazzistico. Aziza rapisce letteralmente il pubblico
lasciandolo sospeso come le acrobazie di un funambolo e
lo conquista con la sua bellezza straordinaria, giovane
e naïve. E al talento e alla bellezza di Aziza renderà
omaggio Giovanni Raspini, argentiere e gioielliere di
Arezzo famoso nel mondo, che sarà lo sponsor esclusivo
del concerto, dedicando all’artista un gioiello con il
quale Aziza poserà nel delizioso teatro neoclassico di
Anghiari (Teatro dei Ricomposti di Anghiari, 20
Novembre).
Questo
vuole essere un Festival all’insegna dell’unità dei
saperi: cogliendo insieme questo proposito e le
occasioni della Festa della Toscana 2009 e dell’Anno
dell’Astronomia, Arezzo sceglie di celebrare
Vincenzo e Galileo Galilei, due tra i più importanti e
illustri uomini della Toscana. Il concerto dell’ensemble
toscano L’Homme armè, intitolato “Le corde e il
cannocchiale. Il Fronimo e la polifonia a casa Galilei”,
propone infatti alcune chansons e madrigali
contenuti nelle raccolte di Galilei padre, fondamentale
teorico, liutista e compositore del Cinquecento, che ha
dato alla musica, un contributo decisivo in termini di
teoria, polifonia e fisica acustica. L’Homme armè,
diretto da Fabio Lombardo, è uno degli ensemble di
eccellenza nell’ambito della musica antica che, per
l’occasione, si avvarrà della presenza del liutista Gian
Luca Lastraioli e degli audaci intermedi elettronici del
giovane compositore Simone Conforti (Palazzo
Albergotti, 28 novembre). Nel pomeriggio
dello stesso giorno inoltre si terrà una tavola rotonda
di approfondimento su Vincenzo e Galileo Galilei,
affidata a Ferdinando Abbri, Massimo
Bucciantini e Paolo Scandaletti (Sala
del Consiglio comunale, 28 Novembre).
Il
giorno seguente sarà la bella voce del soprano Stelia
Doz, accompagnata dal pianista Guido Salvetti,
a interpretare le musiche di Martucci e Debussy su testi
di un canzoniere napoletano e di Baudelaire per un
concerto dedicato ai 150 anni dell’Unità di Italia
intitolato “Percorsi della musica e della poesia: da
Napoli a Parigi a fine ottocento” (Teatro Pietro
Aretino, 29 Novembre).
Un
intermezzo decisamente diverso apre le iniziative per il
Centenario del Futurismo: una cena futurista,
un happening gastrocolto di raffinata originalità, in
una cornice architettonica più che consona, con piatti
ideati per l’occasione interpretando così
l’atteggiamento di sfida e innovazione di cui i
futuristi furono sostenitori accaniti. Autore delle
ricette Piero Ricci, accademico e storico della
gastronomia, esegue Paolo Tizzanini, chef
dell’Acquolina, spesso sulla ribalta televisiva (Atrio
della Provincia, 29 Novembre).
Clou
delle celebrazioni futuriste il giorno successivo quando
la musica è di nuovo protagonista: Daniele Lombardi,
eccellente pianista e conoscitore del repertorio del
Novecento, eseguirà il concerto “The bad boys of piano.
Futurismo & Futurismi”, con brani di Savinio, Casavola,
Casella, Antheil, Louriè e Dixon Cowell (Teatro
Pietro Aretino, 30 Novembre).
Un
trio di giovanissimi di eccezionale bravura - per
l’occasione denominato Ma vlast (La mia patria) -
composto dalla pianista Simonetta Tancredi, il
violinista Francesco Solombrino e il
violoncellista Pierluigi Marotta, eseguirà due
capolavori della musica slava: il Trio Dumky di Dvorak e
il Trio op.15 di Smetana (Teatro Pietro Aretino, 4
Dicembre). Un programma passionale ed
emozionante.
Altro
appuntamento clou del Festival è senza dubbio
“Barock Cello”, l’attesissimo concerto tenuto
dall’istrionico e seducente violoncellista e compositore
siciliano Giovanni Sollima, protagonista come
sempre di ripide incursioni in mondi poeticamente molto
diversi. Il successo di Sollima è dovuto non solo alla
bravura, ma anche e soprattutto alla capacità di
spaziare tra i generi e gli autori più disparati, da
Bach a Jimi Hendrix, o ad altre star del rock e del jazz
delle quali sa cogliere intime consonanze con i grandi
del passato, interpretando così un repertorio anarchico
e sensazionale, eseguito con una tecnica personale ed
evoluta (Teatro Pietro Aretino, 10 Dicembre).
Ancora
una solista di fama internazionale, la pianista
Marisa Tanzini, per un altro concerto celebrativo e
raffinato: l’artista eseguirà “Il Corale e l’Elfo”
comprendente alcune tra le romanze senza parole di
Mendelssohn, le splendide “Variations serieux” dello
stesso autore, inoltre una scelta di preludi e fughe dal
“Clavicembalo ben temperato” di Bach, che ispirò
spiritualmente il compositore romantico del quale
quest’anno si celebrano i 200 anni dalla nascita
(Teatro Pietro Aretino, 11 Dicembre).
A
chiusura, in una cornice aulica e suggestiva, il
tradizionale Concerto di Natale affidato ai
complessi orchestrali e corali della Scuola di Musica di
Fiesole diretti da Nicola Paszkowski: una coproduzione
con l’ente fiesolano che chiuderà in bellezza la
programmazione musicale, celebrando i 200 anni dalla
morte di Haydn. Un tutto Haydn comprendente la sinfonia
n.48 “Maria Theresia” e l’intensa “Theresienmesse” per
soli, coro e orchestra, eseguiti in uno scenario
d’incomparabile bellezza, nella Chiesa di San Francesco
di Arezzo, ai piedi del celebre ciclo della “Leggenda
della vera croce” di Piero della Francesca
(Basilica di San Francesco,
19 Dicembre).
I
LUOGHI del festival
Ente Filarmonico Italiano, Via Cesalpino 19
Un
ampio spazio al pianoterra di un palazzo cinquecentesco,
cuore del Festival che rimarrà sempre aperto
Chiesa della SS. Annunziata, Via Garibaldi 185
Una
chiesa rinascimentale di Antonio da Sangallo fa da
sfondo al concerto inaugurale con uno splendido ciclo
“pittorico” di 12 vetrate del 1500 e una Deposizione del
Vasari
Teatro Comunale Pietro Aretino, Via della Bicchieraia 32
Vera
istituzione cittadina: su un complesso conventuale
medievale una raffinata ristrutturazione firmata dallo
Studio Atelier Mendini e decorata all’interno
dall’artista aretino Roberto Remi
Dopolavoro Ferroviario
Tutto
il fascino di una location fuori dagli schemi,
“popolare” e altra”
Teatro dei Ricomposti, Anghiari
L’appena restaurato teatro neoclassico di Anghiari è uno
scenario incantevole per uno degli appuntamenti clou del
Festival
Sala del Consiglio Comunale, Piazza della Libertà 1
All’interno di un palazzo medievale una quadreria
spettacolare con opere tra gli altri di Sebastiano del
Piombo
Palazzo Albergotti, Via Borgunto 26
Uno
dei palazzi più prestigiosi ed antichi della città.
Splendido il salone da ballo del ‘700 cuore della
mondanità più raffinata dell’epoca
Atrio d’Onore del Palazzo della Provincia, Piazza della
Libertà 3
Atrio
d’onore con rivisitazioni degli anni Trenta su un
edificio di fine Ottocento dallo stile neogotico
Prefettura, Piazza Poggio del Sole 1
Capolavoro razionalista dell’architetto Michelucci in un
sito etrusco di grande valore archeologico
Sala dei Grandi della Provincia, Piazza della Libertà 3
Totalmente decorata, spettacolare e grandiosa nella
sequenza di dipinti di aretini illustri
Basilica di San Francesco, Piazza San Francesco
Austera e splendida come uno scrigno racchiude il
prezioso ciclo di affreschi di Piero della Francesca
sulla Storia della Vera Croce: la cornice più aulica e
suggestiva per il Concerto di Natale, data di chiusura
del festival
FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI AREZZO
I GRANDI
APPUNTAMENTI DELLA MUSICA
CENA FUTURISTA domenica
29 novembre ore 20.00
Arezzo, Atrio d’Onore del
Palazzo della Provincia
Sarebbe cosa banale e
antifuturista proporre la copia di una delle cene di
Marinetti: quel che era d’avanguardia nei primi anni del
‘900 oggi risulterebbe passatista. Rimane allora la
possibilità di cogliere il gesto dei Futuristi in
cucina: la provocazione, la rottura col
passato, con la regola e l’immobilismo.
L’anti-tradizione, che oggi vuol dire farla finita con
le pappe, le panzanelle, le ribollite; denunciare
“l’imbroglio” del tipico e del territorio; esaltare
accostamenti arditi e crudeli
(l’uccello più veloce, lo struzzo, sul legume più lento
le lenticchie),
perseguire dissonanze nel piatto per poi insistere
sull’armonia della tavola (cristalleria, vasellame,mise
en place) con i sapori e i colori delle vivande.
Significa anche puntare sulla velocità (la comunicazione
globale), sia contro la lentezza di nonne sinistre, sia
contro l’omologazione del “mass-food”. E’ allora il
piacere di trovare nomi ora terroristici ora ironici ai
piatti proposti, in cui l’estetica della sintesi
(sinestesie) crei inaspettate sensazioni e
fantascientifici paesaggi.
DETERRITORIALIZZAZIONI SINESTETICHE
Bombe a mano
Crudité cruenta
Venerino
Brodo solare
Autruche Autrichienne in
boutade butalina
su letto ossimorico di
lenticchie
Papa al rhum
La
cena si terrà nel solenne Atrio d’onore della Provincia
di Arezzo, ambiente con rivisitazioni degli anni Trenta
su un edificio di fine Ottocento dallo stile Neogotico.
Sarà un vero e proprio happening al quale per primi gli
stessi camerieri insieme ai commensali daranno vita
animando una scena che a partire dalle divise di
servizio costituirà una provocazione come solo Marinetti
stesso avrebbe potuto mettere in scena.
L’apparecchiatura userà due colori molto futuristi, il
rosa e il nero (già colori del logo 2009 del Festival,
una Copertina per busta portadischi di Giacomo
Balla, 1925). Il nero, in particolare, evocherà il
periodo storico del fascio: lo troveremo nei piatti, nel
riso venere canadese con nero di seppia e trombette di
morto.
Ogni
piatto sarà una sorpresa! A cominciare dal primo
antipasto: un frutto che potrebbe essere una bomba a
mano, farcita di ……. ogni commensale preparerà il suo
ordigno! Alla cena parteciperà un ospite d’onore della
quale non possiamo rilevare il nome per motivi di
sicurezza dovuti al valore e alla fama della star….
che sfilerà sul red carpet.
La
cena è stata ideata da PIERO RICCI, appassionato di
cucina che nel tempo libero insegna all’Università e
verrà preparata da PAOLO TIZZANINI, patron
dell’Osteria dell’Acquolina di Terranuova Bracciolini (AR).
I vini
saranno forniti da aziende vinicole toscane e siciliane,
scelti anche questi secondo un criterio “futurista”
assicurano dal comitato di esperti gastronomi al quale
partecipa anche l’Accademia Italiana di Cucina. Un’unica
anticipazione: tra i 6 vini che accompagneranno la cena
futurista ci sarà anche il prezioso
Mahâris della Tenuta
siciliana dei Moretti
Il Mahâris, che prende il
nome dalla torre
d’avvistamento che gli
Arabi usavano per scrutare
il mare, è il vino che
simboleggia l’incontro
tra stili e culture
differenti.
Da una parte l’autoctono
siciliano per eccellenza,
il nero d’Avola,
dall’altra i grandi vitigni
internazionali dal marcato
carattere mediterraneo.
Caratteristiche
Il Mahâris si presenta di
colore rosso rubino con
riflessi porpora mentre al
naso esprime note
balsamiche, ben amalgamate
a sentori di cacao
e caffè. Sensazioni che
tornano anche al palato,
rotondo e dai tannini
vellutati, con fine bocca
speziato e fumè che lo
rendono piacevole
e indimenticabile.
La cena è aperta al
pubblico al costo di 50 euro
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