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MOSTRA PITTURA MARIO CORINTHIOS - Roma

Mostra personale di Pittura

 

Mario Corinthios

Omaggio a Richard Wagner

A cura di Andrea Romoli Barberini

 

Inaugurazione mercoledì 4 giugno (fino al 20 giugno 2008)

 

Rufartgallery, Via Benaco 2, 00199 Roma

 

 

A partire da mercoledì 4 giugno  2008 (fino al 20 giugno)  la Rufartgallery di Roma ospita la mostra  personale di Mario Corinthios (www.mariocorinthios.it), Omaggio a Richard Wagner,  in cui viene esposto un ciclo di opere pittoriche scaturito dalla rilettura del “mito dell’eterno ritorno”.

La mostra, curata da Andrea Romoli Barberini, comprende dipinti ispirati all’Oro del Reno, al Crepuscolo degli Dèi, al Parsifal, ma anche alla Passione secondo San Matteo di Bach, al Guglielmo Tell di Rossini e alla Piccola volpe astuta di Leos Janacek.

Il progetto di un corpus di dipinti ispirati alle opere di Richard Wagner nasce negli anni ‘80. Il connubio con la musica sinfonica e operistica è uno dei temi ricorrenti dell’artista romano. “La filosofia di Wagner scaturisce dalla sua musica, e quest’ultima è anche pensiero,  interpretazione e visione del mondo” scrive Mario Corinthios nel suo breve saggio sul compositore tedesco. “Il mito vive in noi e noi viviamo in esso”, scrive l’artista. “L’arte ha la peculiarità di rivelare, come fa il mito, la vera essenza del mondo e la forza visionaria dell’artista altro non è che la capacità di guardare oltre l’apparenza ingannevole della realtà, di fissare lo sguardo sul Tempo assoluto, metastorico e metafisico. La sua sintesi artistica diventa in tal modo sguardo che svela, che rivela”. Come il tema “promenade” in Quadri di una esposizione di Mussorgski, il leit motiv della mostra è il “mito dell’eterno ritorno”, che fa irruzione nei dipinti wagneriani, ed in particolare nell’Incantesimo del Venerdì Santo, ma anche nei dipinti ispirati al Guglielmo Tell di Rossini, “tutto cangia, il ciel s’abbella”, e nella Piccola volpe astuta di Leos Janacek, definita da Massimo Mila “un ininterrotto mormorio della foresta”. Nella Passione secondo San Matteo, l’artista intende invece rappresentare il lato oscuro, complementare al mito ottimistico dell’eterno ritorno, e cioè il destino tragico dell’uomo, ambientandolo in una natura antropomorficamente partecipe. Al lutto dei cipressi rivolti verso l’alto come fiamme, simili a una triste nenia, al silenzio della terra, delle case cupe e senza finestre, risponde il cielo con i suoi vortici di colori, con uno sfondo giallo che rievoca gli sfondi oro delle pale trecentesche. Il tema dominante della composizione è quello della crocifissione, del sacrificio, tema centrale anche in tutta l’opera wagneriana e, in particolare, nell’Anello del Nibelungo, dove il concetto di morte, sacrificio e redenzione viene affrontato con un’ottica pagana e panteistica. Così come la Matthäuspassion di Bach, capolavoro assoluto e senza tempo nel quale viene affrontato il mistero della morte, si pone a fondamento di ogni ulteriore sviluppo della musica occidentale, così il dipinto Matthäuspassion si pone come antecedente nei confronti del ciclo pittorico wagneriano. Ma nel destino tragico dell’uomo è insito anche il tema della rinascita, che si manifesta attraverso l’eterno rinnovamento della natura. La morte è, infatti, vinta dall'eterno rinascere della natura, dal perenne rinnovarsi della vita, come nel corteo finale degli animali della foresta nella sublime opera di Janacek.

 

 

 

Notizia Biografica

Mario Corinthios nasce a Roma il 6 febbraio 1960. Trascorre a Istanbul la propria infanzia dove, all'età di 11 anni, inizia a dipingere sotto la guida del maestro Sarafyan. Nel 1977 consegue il 2° premio di pittura alla V Biennale d'Arte per gli Studenti INA-Touring presieduta da Palma Bucarelli, a Palazzo Strozzi (Firenze), con un’opera liberamente ispirata a “Tetti al sole” di Raffaello Sernesi. Nel 2000 riemerge drammaticamente l’urgenza creativa che lo porta a ridurre  progressivamente il proprio impiego presso il Ministero degli Affari Esteri per consacrarsi esclusivamente all’arte.  Nel 2002 frequenta le lezioni del maestro Tullio de Franco presso la RUFA. I dipinti dell’artista, un po’ metafisici e dal sapore neorinascimentale, parlano dell’avvento di una umanità rinnovata e contengono un urlo di denuncia contro il “disorientamento morale e la frammentazione intellettuale” della nostra epoca.

 

 

Info e Ufficio Stampa: 06-85.86.59.17; www.iaa.it; www.rufartgallery.it; rufa@iaa.it; info@rufartgallery.it, www.mariocorinthios.it.

Orario: Ingresso libero da lunedì al venerdì, dalle 11 alle 13; dalle 16.00 alle 18.00.  Sabato dalle 9,30 alle 13.

 


 
 

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