“Quando due immagini sono intimamente
accostate, per volere dell’autore oppure del caso, nasce
fra queste una magica relazione, una sorta di
cortocircuito spazio-temporale. A differenza dei dittici
medievali dipinti su tavola, nel caso del doppio
fotogramma, ad essere avvicinate non sono soltanto due
figure, bensì pezzi di mondo. Questi vengono
decontestualizzati e inseriti uno accanto all’altro
formando una realtà distinta, possibile solo in
fotografia e frutto del contatto fra le immagini. […]
Fabio Mantovani, Kei Nagayoshi e Marco Scozzaro si
servono della macchina fotografica per indagare aspetti
differenti della realtà, ma scelgono il dittico come
linguaggio comune. Probabilmente il doppio fotogramma è
utilizzato dai tre autori per rafforzare le possibilità
narrative della fotografia; offrendo una lettura univoca
del soggetto rappresentato, oppure, al contrario,
ricercando quella pluralità di significati che il mezzo
è pronto a restituirgli”. (Luca Panaro)
Gallerista sull’orlo di una crisi di
nervi
Un urlo agghiacciante fa tremare i vetri
della Galleria. È un caldo pomeriggio di ottobre e tutto
sembra scorrere per il meglio. Sul tavolo ci sono la
solita bottiglia di ginger, il solito pacchetto di
patatine, riviste d’arte a libera consultazione e tutte
le altre cose che fanno sì che un ambiente si possa
chiamare casa, anche quando è una galleria d’arte. La
mostra si avvicina e si è in pieno fervore
organizzativo, il telefono è bollente e il computer
lavora a pieno regime per mandare i comunicati stampa,
quando…
quando l’ADSL si punta e non vuol saperne
di andare avanti. Ecco allora l’urlo del gallerista, con
l’occhio vitreo e iniettato di sangue alla ricerca di
qualcuno che faccia il miracolo e rimetta il PC in rete.
Un altro piccolo contrattempo sulla strada dell’arte.
Allo stress di una mostra, collaboratori
di vario tipo aggiungono stress, ritardi, piccole/grandi
inefficienze che un povero gallerista si trova a dover
affrontare, perdendo i capelli e/o facendosi venire i
capelli bianchi. Eccolo buttarsi su massicce dosi di
tachipirina per affrontare l’immancabile febbre
pre-mostra, mettersi ai fornelli per preparare pasti con
innumerevoli portate e quantità capaci di sfamare interi
reggimenti, eccolo infine perdere l’attimo atteso ogni
giorno come la manna dal cielo: il riposino pomeridiano.
Una vita dura fatta dalle piccole insoddisfazioni di
ogni giorno e dalle grandi soddisfazioni di ogni mese.
Gallerista sull’orlo di una crisi di
nervi
è l’omaggio a quella cosa bellissima ed
entusiasmante che è l’organizzazione di una mostra, cosa
bellissima, ma anche snervante e stancante. Ecco che
aumenta il numero delle sigarette fumate fuori dalla
porta, ecco che i chiodi e le viti si accumulano sul
pavimento. Poi si inaugura, si parla, si ride e il
giorno dopo si pulisce. Questa è la “tragica” routine
che accompagna la vita di un gallerista. Ma non bisogna
dimenticare però la bellezza di una mostra, il piacere
di una chiacchierata con gli amici, l’emozionarsi sempre
nuovo che ripaga da ogni affanno. I rapporti umani, e
non solo professionali, con artisti, critici e curatori,
sono il vero collante dell’attività e il motore che
rende sempre nuova la voglia di andare avanti.
Solo un grazie a chi ci permette di poter
seguire ed apprezzare il mondo dell’arte nel suo
continuo movimento.
dal 2 novembre al 27 novembre
from 2th november to 27th
november
orario: lunedì-sabato dalle 16 alle 20
opening time: Mon-Sat 4 to 8 p.m.
Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70
63012 Cupra Marittima (AP)
tel 0735778703
e-mail
galmarconi@siscom.it
web
www.siscom.it/marconi