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MARCHE' AU FORT - Bard
(AO)
Per
informazioni
Regione Valle d’Aosta, Assessorato Agricoltura e risorse
naturali:
www.regione.vda.it/agricoltura - tel. +39 0165
275216
Ufficio Stampa
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I prodotti del Marché au Fort
La montagna, in Valle d'Aosta, non è solo
il principale elemento del paesaggio. E' anche
all'origine della particolarità dei prodotti regionali.
Sono i profumi delle sue erbe a dare a carni e formaggi
sapori inconfondibili e ricchi di aromi, è la pendenza
dei suoi terreni a permettere all'uva di acquistare il
carattere che contraddistingue l'ormai pregiata
produzione di vini valdostani, è la varietà del polline
della flora montana ad aiutare le api a produrre il
miele di rododendro e di millefiori. Un contesto
naturale spesso incontaminato, accompagnato dalla
sapienza che i montanari hanno sviluppato nei secoli,
permette oggi di offrire a chi visita la Valle d'Aosta
un panorama di prodotti tipici ampio e variegato: dai
prodotti DOP, Fontina, Fromadzo, Lardo di Arnad e Jambon
de Bosses, alle numerose varietà di altri formaggi e
salumi, passando attraverso i prodotti della terra,
mele, castagne, noci, frutti di bosco e miele.
Prodotti del territorio
Fontina
Prodotto per
antonomasia dell’agricoltura valdostana ed elemento base
della gastronomia locale, la Fontina è un
formaggio grasso a pasta semicotta, fabbricato con il
latte bovino intero proveniente da una sola mungitura.
Un Decreto del Presidente della Repubblica del 1955 ha
ufficialmente riconosciuto la Fontina come prodotto a
denominazione di origine e nel 1996 essa ha ottenuto la
Denominazione di Origine Protetta (DOP)
dall’Unione Europea. La tipica attività casearia risale
però a molto tempo prima e già nel XV secolo fu oggetto
di un’accurata descrizione da parte del medico
vercellese Pantaleone da Confienza, nel cui trattato
sono annotate con chiarezza e precisione le tecniche di
lavorazione e le caratteristiche organolettiche di
questo formaggio. Il termine “fontina” compare per la
prima volta nel 1717, in un documento dei monaci
dell’Ospizio del Gran San Bernardo. Due le tesi
etimologiche: secondo alcuni deriverebbe dal nome di
alcuni alpeggi locali, ove ne viene prodotta una qualità
particolarmente pregiata, secondo altri sarebbe da
collegare alla spiccata attitudine alla fusione (“fontis”
o “fondis” nell’antico francese). Le essenze fresche
e profumate dei pascoli d’alta quota, che si estendono
tra le montagne più imponenti d’Europa, sono
l’alimentazione ideale per le mucche autoctone (pezzata
rossa e pezzata nera), dalle quali si ricava l’elemento
base della Fontina: il latte. Appena munto viene
trasformato, evitando la pastorizzazione e i lunghi
trasporti, secondo una procedura tuttora artigianale.
Le forme (circa 9 kg caduna) sono cilindriche a facce
piane con scalzo leggermente concavo e vengono riposte
in grotte e magazzini, umidi e freschi, ove
stagioneranno per un minimo di tre mesi. La salatura
viene fatta a secco e periodicamente vengono spazzolate
o strofinate affinché il sale si distribuisca
uniformemente su tutta la superficie. La Fontina, dal
gusto dolce e gradevole, ha un alto contenuto energetico
ed è ricca di fosforo, calcio e vitamine (A e B). Viene
consumata cruda o nell’ambito di prelibate ricette di
cucina. Autentiche leccornie sono la fonduta, che
si ottiene riscaldando il formaggio fino ad ottenere una
pasta cremosa, che ben si accompagna con carni e
verdure, e la zuppa alla vapelenentse, preparata
con brodo, cavolo verza e pane integrale.
Per reagire a tentativi di imitazione che si andavano
diffondendo sul mercato è stato costituito nel 1952 il
Consorzio Produttori Fontina, ente di tutela del
marchio e della qualità di questo unico e inimitabile
formaggio.
Fromadzo
Non è segreto per
nessuno il fatto che la Valle d’Aosta sia terra di
pascoli di alta montagna dove le mucche si nutrono di
erbe profumate che danno al latte un sapore davvero
unico. L’uomo poi, con impegno e arte, dona il suo
contributo per ottenere il prodotto alimentare da sempre
orgoglio dei “montagnards”: il formaggio. La
maggior parte del latte viene infatti trasformato in
prodotti caseari.
Freschi o stagionati, i formaggi valdostani soddisfano
tutti i palati, anche quelli dei degustatori più
esigenti alla continua ricerca di antichi e raffinati
sapori. Il Vallée d’Aoste Fromadzo è un
prodotto DOP, preparato con latte vaccino di due
mungiture, al quale è possibile aggiungere piccole
quantità di latte caprino. Semidolce quando è fresco,
diviene più pronunciato, leggermente salato, talvolta
con una punta di piccante, quando raggiunge una maggiore
stagionatura. Spicca il suo gradevole profumo di latte.
Il disciplinare consente la produzione di diverse
tipologie: semigrasso, semigrasso con aggiunta di erbe
aromatiche (ginepro, cumino selvatico, ecc.), magro,
misto vaccino-caprino. Le forme del Fromadzo,
“invecchiate” dai sessanta giorni ai quattordici mesi,
si presentano con una crosta di colore paglierino o
grigia con sfumature rossastre. La pasta ha una
struttura compatta con occhiature sparse di piccole e
medie dimensioni.
Altri formaggi
La toma di
Gressoney, apprezzato formaggio da tavola, viene
lavorato direttamente negli alpeggi della valle del Lys.
Ogni anno ne sono prodotte 1000-1500 forme di pezzatura
media (5 kg), poi stagionate su assi di legno in cantine
o grotte per un periodo che varia dai due ai quattro
mesi.
Infine, il
salignoùn, tipica ricotta piccante ottenuta dal
siero residuo della lavorazione casearia e arricchito
con latte o panna. Impastato con sale, pepe e
peperoncino, viene sovente insaporito con erbe
aromatiche di montagna. Si tratta di una vera
prelibatezza, spesso preparato per il consumo familiare
ma reperibile anche in alcuni caseifici della Regione.
Il reblec, formaggio fresco, di pezzatura piccola
ricavato dal latte intero (in alcuni casi si aggiunge
anche della panna). La cagliata è tagliata a pezzi che,
dopo essere stati inseriti nelle forme, vengono
sottoposti a rivoltamenti e sgocciolature. Può essere
consumato già dodici ore dopo la sua lavorazione. Ottimo
come dessert, magari spolverato con zucchero e cannella.
Fra le specialità casearie non possiamo dimenticare il
seras, ricotta ottenuta dal siero residuo della
lavorazione della Fontina. Può essere consumato fresco
oppure salato e stagionato per affumicamento.
Jambon de Bosses e Lard d’Arnad
Sul tipico tagliere
valdostano non può mancare il Vallée d’Aoste
Jambon de Bosses DOP, prosciutto crudo speziato
con erbe di montagna, prodotto a 1600 metri di
altitudine, nell’omonima località di
Saint-Rhémy-en-Bosses, nella Valle del Gran San
Bernardo. I primi documenti che ne testimoniano la
produzione risalgono al 1397, nei Contes de l’Hospice du
Grand-Saint-Bernard. Le notizie storiche si susseguono
poi nei secoli, confermando la notorietà di questo
pregiato prosciutto. Le particolarità gustative del
Jambon, per la cui maturazione serve almeno un anno,
sono dovute all’abilità dei “maturatori”, tramandata di
padre in figlio, oltre che alle caratteristiche
ambientali. L’incrocio delle correnti provenienti dal
Col Citrin, dal Gran San Bernardo, dal Malatrà e dal
Serena gli consentono infatti di acquisire, durante la
maturazione, quel gusto aromatico con una delicata
venatura di selvatico. Momento ideale per gustare il
jambon è la sagra che si tiene annualmente a
Saint-Rhémy-en-Bosses, la seconda domenica di luglio. Da
Arnad prende nome un altro prodotto rinomato, il famoso
Vallée d’Aoste Lard d’Arnad DOP, una
complessa alchimia di acqua, sale, erbe aromatiche e
spezie, sapientemente miscelate e unite al lardo. Il
sapore è piacevole e ricorda le erbe usate nella
salamoia: ogni fetta è bianca al taglio, con possibile
leggero strato di carne e cuore leggermente rosato.
Viene conservato in appositi contenitori (doïls)
di castagno, rovere o larice. Nel primo inventario del
Castello di Arnad, del 1763, si trova già indicazione
della presenza di quattro doïls all’interno della
cucina. La “Féhta dou lar” (festa del lardo),
ormai divenuta tradizione, si festeggia l’ultima
domenica di agosto e richiama migliaia di turisti.
Altri prodotti a base di carne
Ma le specialità non
si fermano qui. Sono numerosi i prodotti tradizionali
locali che tentano i palati ed incantano gli amanti
della buona tavola. Un posto d’onore lo meritano i
salumi caratteristici e le carni essiccate, delizie
esclusive particolarmente stuzzicanti da condividere con
gli amici, magari intorno ad un caminetto acceso.
I boudin o sanguinacci, insaccati
confezionati con sangue di maiale (o in alternativa con
le barbabietole rosse), lardo, patate lesse e aromi,
sono tradizionalmente abbinati in cucina con le patate
rosse di montagna bollite.
Le saouseusse, salamini di carne bovina
e/o suina alla quale, insieme al lardo, vengono aggiunte
spezie e aromi.
La motsetta è una carne essiccata di
muscolo di vacca, pecora o capra (quella di camoscio o
di stambecco è ormai sempre più rara), nata dall’antica
esigenza di conservare a lungo la carne per il
fabbisogno invernale della famiglia. Al gusto ricorda le
erbe aromatiche utilizzate insieme al sale, all’aglio e
alle bacche di ginepro. La sua stagionatura può durare
da un mese a un anno. Deve essere servita a fette
sottili, accompagnata da pane di segale o da crostini.
Il teteun, altra esclusiva specialità
valdostana, si ottiene dalla mammella delle bovine,
posta in salamoia, pressata e fatta bollire.
Viene servito sia freddo che tiepido, solitamente
condito con una salsa “verde” a base di prezzemolo, olio
e aglio. L’occasione più appropriata per degustarlo è la
“Fèta du teteun”, che si svolge ogni anno a
Gignod, la penultima domenica di agosto.
Ai prodotti della gastronomia locale sono dedicate,
durante la stagione estiva, numerose altre sagre
tematiche che attirano migliaia di “interessati”
visitatori.
Castagne, noci, miele
Se la mela è il
frutto per eccellenza della Valle d’Aosta, la
castagna ha da sempre rivestito un ruolo
importante. È presente soprattutto nella zona compresa
tra Châtillon e Pont-Saint-Martin e all’imbocco della
Valle del Lys, dove si concentra l’80% dei castagneti
della Regione.
Frutto per eccellenza dell’autunno, risulta essere
ingrediente primario di numerose specialità della
gastronomia valdostana. La si abbina con i salumi (lardo
e motsetta), la si serve in zuppe e minestre, la si
accompagna con il burro e con il latte di montagna ma
soprattutto la si apprezza come dolce: glassata, in
confettura, con la panna montata o con il cioccolato. Di
facile conservazione, sovente essiccata per poterla
consumare durante l’intero arco dell’anno, la castagna
valdostana è un prodotto di grande qualità, di piccola
dimensione, ma straordinariamente gustosa. Della
raccolta, lavorazione, conservazione (senza alcun
trattamento) e commercializzazione del prodotto si
occupa “Il Riccio”, cooperativa con sede a
Lillianes, alla quale conferiscono la maggior parte dei
produttori della Bassa Valle. Altro importante frutto
della Valle sono le noci. Preziose, dal
sapore inconfondibile, difficilmente reperibili in
quanto prodotte quasi esclusivamente per il consumo
familiare: sono una vera delizia da abbinare con dolci e
formaggi.
Il miele, nettare zuccherino dalla purezza
inconfondibile, trae origine da diversi ambienti montani
che caratterizzano le spettacolari fioriture dei prati e
dei pascoli, delle radure e dei boschi. Da queste fonti
nettarifere nascono le tre tipologie di miele
valdostano: chiaro e delicato è quello di rododendro,
più scuro e con retrogusto amarognolo quello di
castagno, fruttato e floreale il conosciutissimo
millefiori.
Il miele valdostano, antico alimento della comunità
locale, viene lavorato ancora come una volta, senza
subire alcun trattamento termico e mantenendo così
invariate le sue proprietà organolettiche. La tutela del
prodotto è affidata al Consorzio Apistico della Valle
d’Aosta, che tra l’altro ne garantisce la
provenienza, mentre buona parte della
commercializzazione è curata dalla Cooperativa Miel
du Val d’Aoste.
Provate il miele di castagno su fette di pane di segale,
con burro e motsetta: una vera delizia!
Mele e pere
Attraversando il
fondovalle si scorgono, sia sulla destra che sulla
sinistra orografica della Dora, numerosi frutteti
coltivati secondo regole rigorosamente tradizionali, ove
il ricorso ai trattamenti antiparassitari è
limitatissimo. Ciò grazie al clima secco e alla buona
esposizione al sole, fattori indispensabili per ottenere
frutti dolci, dai colori e dai profumi intensi. La mela
è senza dubbio il frutto più diffuso in tutta la Valle
d’Aosta (la produzione annua supera i 35 mila quintali),
in prevalenza nelle zone di Saint-Pierre, Sarre e
Villeneuve. Le sue virtù alimentari si conoscono da
secoli e costituiscono un valido apporto nutrizionale,
altamente digeribile da adulti e bambini. Le specie
tipiche sono quattro.
La renetta, simbolo della tradizione
frutticola valdostana, dalla polpa finissima e profumata
e dalla buccia rugosa di colore giallo-ruggine, è una
qualità particolarmente indicata per la produzione di
torte, frittelle e altre specialità culinarie. La
golden delicious, dalla polpa succosa,
zuccherina e croccante e dalla buccia giallo-rosata, è
molto aromatica, tanto da meritarsi l’appellativo di
“perla” della tavola. La red delicious,
dal colore rosso intenso e molto zuccherina, è
conosciuta ed apprezzata nella versione starking. Infine
la jonagold, col suo caratteristico sapore
dolce-acidulo che deriva dall’incrocio di due differenti
qualità (la golden e la jonathan), è gialla striata di
rosso e la sua polpa è molto croccante e particolarmente
succosa.
Merita un assaggio anche il martin sec,
una pera piccola e regolare, dalla buccia ruvida di
color ruggine, utilizzata soprattutto nella versione
sciroppata o cotta nel vino. La raccolta e la
commercializzazione sono oggi prevalentemente affidate
alla Cofruits, cooperativa di Saint-Pierre che ha
lanciato sul mercato nuovi prodotti, quali confetture,
succhi, mele essiccate, aceto di mele e acquavite di
mela renetta.
I vini DOC
Le condizioni climatiche della Valle
d'Aosta, unitamente alle caratteristiche dei terreni e
alla loro esposizione, giacitura e pendenza, sono i
punti di forza di una viticoltura di montagna che,
inserita in un ambiente ancora incontaminato, ha saputo
evolversi con modernità e oggi rappresenta una realtà di
grande valore. I vigneti si snodano lungo tutto il
versante esposto a mezzogiorno della Valle, che prende
il nome di "adret", su terrazzamenti con pendenze tali
da permettere ai raggi del sole di giungere sull'uva con
un angolo di inclinazione di 90°, apportando maggiore
energia alla vite e di conseguenza migliore qualità del
vino. La vite viene coltivata fra i 300-400 metri della
Bassa Valle e i 1.225 m sul livello del mare di Morgex,
in Alta Valle: i più alti vigneti d'Europa. La scarsità
delle piogge, il clima secco e le forti escursioni
termiche tra il giorno e la notte durante il periodo di
maturazione accentuano l'intensità dei profumi dei vini
valdostani.
In questo scenario i valdostani, con la pazienza e la
tenacia che caratterizza i popoli alpini, hanno
sviluppato una viticoltura eroica caratterizzata da
terrazzamenti e muri a secco per aumentare la superficie
disponibile e per smorzare i forti dislivelli, dalla
difficoltà di meccanizzazione e dal ricorso alla difesa
integrata, per salvaguardare la genuinità e la tipicità
dei propri prodotti. Punta di diamante di una produzione
limitata ed esclusiva è la riscoperta di alcuni vitigni
autoctoni, inseriti nella Denominazione di origine
controllata Doc “Valle d'Aosta- Vallée d'Aoste” che
racchiude il meglio della produzione valdostana.
Blanc de
Morgex et de La Salle - Dai vigneti più alti d'Europa, è un vino che
va bevuto giovane. Adatto come aperitivo, ben si sposa
con antipasti delicati e con la trota di montagna.
Ottimo con la pizza. Nella versione “del ghiaccio”, da
vendemmia tardiva, si abbina con formaggi stagionati e
pasticceria secca.
Enfer
d'Arvier - Intenso,
di sapore corposo, nasce in vigneti posti in un
anfiteatro naturale caratterizzato da un forte
irraggiamento solare, da cui trae l'appellativo di
“inferno”. Ideale con le carni rosse, gli arrosti e la
selvaggina, ben si abbina con zuppe tipiche e formaggi
locali.
Nus
- La leggenda narra che già Ponzio Pilato apprezzasse
questo vino. E' un vino di buona armonia, piacevolmente
asciutto che deriva da un vitigno locale di buona
vigoria. Servito a tutto pasto, ottimo con le carni, ben
si abbina con motsetta, salumi locali, Fontina e pane
nero.
Nus
malvoisie - Nella
versione flétri diventa un vino di grande carattere. I
grappoli vengono portati a fermentazione e maturazione
in piccole botti di legno. Vino ottimo dagli antipasti,
ai primi, alle carni bianche e come vino da
“chiacchiera” e da dolci secchi per la versione flétri.
Chambave - È un
vino secco, di buona alcolicità. La sensazione tannica è
marcata e accentua la nota erbacea che si avverte in
chiusura. Buon rappresentante della tipicità dei vini
rossi valdostani. Ben si abbina con salumi locali,
zuppe, carni in umido, specialmente con la “carbonada”.
Chambave muscat -
Molto ricercato nella versione flétri come vino da
meditazione, viene vinificato quando i pregiati chicchi
perdono gran parte dell'acqua, evidenziando la ricchezza
zuccherina ed aromatica. Ottimo come aperitivo, si
abbina anche a crostacei e formaggi di media
stagionatura.
Torrette - Vino
armonico, dal sapore secco e asciutto, nella versione
supérieur ha una maggiore ricchezza zuccherina ed un
invecchiamento più prolungato. Buono a tutto pasto,
ottimo con le carni, gli arrosti e la selvaggina ma
anche con salumi locali e formaggi invecchiati.
Arnad-Montjovet -
Dal sapore asciutto, caratterizzato da sensazioni di
cuoio e di spezie, ricorda alcuni prestigiosi vini a
base di Nebbiolo. Il lardo di Arnad è il suo “degno
compagno”, oltre alle carni di capretto e di maiale.
Ottimo con formaggi stagionati, soprattutto tome
vecchie.
Donnas
- Vino prezioso, definito “il fratello montano del
Barolo”, la credenza popolare lo vuole afrodisiaco.
Nasce da uve Nebbiolo, localmente denominate Picotendro.
Camoscio e selvaggina da pelo sono i suoi
“accompagnatori” preferiti. Buono l'abbinamento con
formaggi di lunga stagionatura.
Chardonnay -
Vitigno plastico, utilizzato per produrre vini giovani,
freschi e fruttati. Può generare, con vendemmie tardive,
dei vini bianchi complessi e strutturati da fermentare e
maturare in legno. Accompagna, secondo le versioni,
piatti semplici o portate più impegnative.
Müller
Thurgau - Vitigno
adatto a climi freddi, gli sbalzi termici durante il
periodo di maturazione favoriscono la formazione dei
suoi eleganti profumi tipici. Ottimo come aperitivo, con
crostacei, piatti di pesce e carni bianche, o con
formaggi stagionati e pasticceria secca per la versione
in vendemmia tardiva.
Petite
Arvine - Vino
bianco delicato, acquista eleganza con l'affinamento in
bottiglia. Si accompagna bene con antipasti, leggeri
spuntini e carni bianche e con molti piatti di pesce. Le
vendemmie tardive vengono abbinate a formaggi stagionati
od erborinati consumati con pane nero e miele.
Pinot
gris - Vitigno a
maturazione precoce, è ottimo come aperitivo (la sua
alcolicità stimola l'appetito), si può abbinare con
fonduta o antipasti sia a base di formaggio che di
pesce. La versione vendemmia tardiva è ideale per
accompagnare formaggi stagionati o pasticceria e frutta
secca..
Fumin
- Una vecchia perla dell'enologia locale, riscoperta e
valorizzata grazie anche all'affinamento in legno e alla
maturazione in bottiglia. Il Fumin trova armonia
nell'abbinamento con carni rosse, civet e selvaggina in
generale, oltre che con formaggi di lunga stagionatura.
Gamay
- Vitigno originario della regione francese del
Beaujolais, si è diffuso in Valle d'Aosta grazie alla
sua produttività e resistenza. È un vino di buon
equilibrio e di piacevoli profumi. Impiegato a tutto
pasto, con salumi locali, minestre e zuppe. Ottimo con
la bistecca alla valdostana.
Petit
rouge - Storico
vitigno valdostano, il Petit rouge è attualmente il più
coltivato in Valle d'Aosta, nella zona fra Saint-Vincent
e Avise, e trova le sue migliori espressioni nelle zone
di Torrette e Enfer d'Arvier. Usato a tutto pasto con
salumi, zuppe locali, casse-croûte e carni.
Pinot
noir - Vino di buon
corpo ed equilibrio nella versione tradizionale “in
rosso” e la vinificazione “in bianco”. Ottimo con la
motsetta e con piatti tipici valdostani, con carni rosse
e salumi. La versione “in bianco” è adatta per aperitivi
e ben si sposa con la trota di montagna.
Prëmetta - È un vero rosato
naturale, che nasce da un vecchio vitigno autoctono ed è
ottenuto da una fermentazione con macerazione delle
bucce di alcuni giorni. Si accompagna bene con diversi
primi piatti locali: la Vapelenentse, la Seupetta di
Cogne e altre zuppe con verdure e Fontina.
Merlot
- Vitigno principe della regione francese del Bordolese,
ben si adatta al clima fresco ed asciutto della Valle
d'Aosta. Origina vini ricchi di colore e tannini dolci.
Rosso da tutto pasto, ben si presta ad accompagnare
insaccati, carni e formaggi locali.
Syrah
- Vitigno originario della valle del Rodano in Francia,
in valle è in grado di produrre grandi vini. Ben si
adatta alla maturazione in legno, trova la sua massima
armonia nell'abbinamento con carni rosse in generale
oltre che con formaggi di lunga stagionatura.
Cornalin
- Vitigno coltivato in valle da tempo immemorabile e
riscoperto negli ultimi anni, origina vini dalla
spiccata personalità. Ha un colore rosso rubino intenso
ed è buono a tutto pasto, ideale con le carni, risulta
ottimo con gli arrosti ma si sposa anche con salumi e
formaggi locali.
Mayolet
- Vitigno precoce da sempre presente in Valle d'Aosta, è
una delle "riscoperte" enologiche degli ultimi anni. Di
colore rosso rubino brillante e profumo fine e delicato,
con note di frutti rossi, può essere usato a tutto pasto
con salumi, zuppe locali, casse-croûte e carni.
Liquori - Grappe e Génépy
In Valle d’Aosta esiste una vera e
propria tradizione alla produzione di grappe e
distillati di erbe di montagna.
La grappa, nettare
trasparente dal profumo sottile e dal gusto secco, è il
digestivo ideale dopo i ricchi pasti a base di
specialità locali. La tipicità della produzione e una
particolare regolamentazione regionale consentono, entro
certi limiti, la distillazione delle vinacce per il
consumo familiare, al quale si aggiunge oggi anche la
produzione aziendale, che ha permesso l’ampliamento
della gamma pur continuando a rispettare i metodi d’antan,
che conferiscono al distillato un sapore e una genuinità
unici nel loro genere.
Le erbe alpine, che crescono a quote
prossime ai ghiacciai perenni, custodiscono, oltre alle
notorie proprietà terapeutiche, le essenze particolari
(artemisia glacialis e artemisia weber) di
un altro distillato tipicamente valdostano. È il
génépy, il cui aspetto giallo verdolino e il cui
gusto pieno e amarognolo derivano proprio da queste
essenze, raccolte con parsimonia e poi selezionate ed
essiccate con meticolosità certosina. In Valle d’Aosta
le distillerie sono tre: La Valdôtaine, azienda
di Saint-Marcel specializzata nel settore, La Cave
des Onze Communes di Aymavilles e La Crotta di
Vegneron di Chambave; ad esse si aggiungono alcuni
distillatori autorizzati.
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