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ALLO SPECCHIO IL
NOVECENTO - Ancona
Allo specchio
Il Novecento
nelle
collezioni della Fondazione Cariverona e della
Fondazione Domus
Ancona, Mole Vanvitelliana,
Banchina da Chio- 19 dicembre 2008- 15 marzo 2009
Inaugurazione 18 dicembre ore 17
Una mostra come un
racconto. La trama, come in un arazzo o in un tappeto
persiano, è intessuta nel dipinto di Cagnaccio di San
Pietro, al cui titolo fa riferimento tutta la mostra:
Allo specchio. Una rassegna che permette di
ammirare artisti tra i maggiori del Novecento che,
raramente trovano spazio idoneo alla riflessione e al
confronto, come invece accade tra le mure vanvitelliane
della Mole di Ancona. La mostra prende le mosse da
quella inquietudine di un Tempo sospeso che si
percepisce come nota dominante nel quadro di Cagnaccio e
che si ritrova espresso come in un’eco nelle figure
solitarie di Cesare Maggi, Il montanaro o di
Guido Trentini, La pianta rossa, oppure nei
paesaggi di Paresce, di Morandi e di Rossi, nella
mestizia dell’ora del Vespro di Vincenzo De
Stefani, nell’impossibile dialogo delle figure
metafisiche di Savinio, di Campigli e di Chia. Dalle
pieghe del panneggio bianco, dove si annida la firma
dell’artista e la data del 1927 e dalla modella Presa
alle spalle da Cagnaccio discende un percorso dello
sguardo su alcune delle sculture più rappresentative
della collezione della Fondazione Cariverona e della
Fondazione Domus come La donna che nuota
sott’acqua di Arturo Martini, presenti nella mostra
solo grazie a questo prezioso dettaglio che l’obiettivo
fotografico ha saputo sapientemente ritagliare. Il
manicure alla moda, la punta dell’orecchino ci
avvicinano al centro narrativo del quadro di Cagnaccio,
a quello specchio trattenuto al muro da graffe
acuminate. Dalla massa ancora scomposta dei capelli,
dalle punte crudeli si avverte il senso del Dipanare
della storia e allora il visitatore può attraversare in
piena consapevolezza il Concetto spaziale di
Fontana, Varsavia di Vedova e i grovigli di segni
eleganti di Giovanni Meloni. Il pacato disporsi dei
piccoli contenitori sul piano della toletta invita
all’ascolto del Silenzio degli oggetti nelle nature
morte di Casorati, di Morandi, di Tadini e di Severini.
Allo sguardo non resta che inoltrarsi dentro lo specchio
che racchiude il gesto rivelatore della modella:
l’astuccio del rossetto sulle labbra. Rossi legami sono
al centro di S’avvicina il temporale di Francesco
Danieli, in Alberi e siepe a Villa Borghese di
Balla, esplodono nell’Incendio alle Cinque Terre
di Birolli, veleggiano nell’aquilone di Licini, dilagano
nella fucilazione di Guttuso e nella Scheggia di
Basaldella. La vera immagine è contenuta nello
specchio, costituisce il centro narrativo scelto da
Cagnaccio, dunque rappresentare riflessi è il segno di
una raggiunta sapienza pittorica, quasi di un
virtuosismo come nella pittura di Orazio Pigato con le
sue Case sull’Adige a Santo Stefano, in Antonio
Donghi fermo a ritrarre i giochi della luce sulle sponde
del fiume che bagna Castelfranco Veneto e ancora
in Aurelio Tiratelli e in Rubens Santoro. Ferma sulla
soglia la modella di Cagnaccio guarda nello specchio
come alla finestra. Augusto Manzini pone sul davanzale
delle sue finestre il vaso di fiori, metafora della
presenza femminile. La pittura, l’arte figurativa è
racchiusa nello sguardo. Quando l’artista si pone alle
spalle del soggetto interpreta uno sguardo di cui è
impossibile controllare la traiettoria, rendendo così
palese il desiderio mai appagato di comprendere il
visibile. La donna alla finestra è dunque metafora
dell’artista che invano insegue la possibilità di
catturare tutto il visibile nell’opera. Oltre la soglia,
fra gli altri, lo sguardo febbricitante dei ritratti di
Boccioni e quello vuoto del gesso di Accademia di Guido
Trentini. Cagnaccio con la sua opera sembra suggerire la
certezza illusoria dell’immagine allo specchio e lo fa
restituendo quella realtà a frammenti e in via di
decomposizione che prende forma ai margini. L’immagine
si moltiplica nel Paesaggio anemico di Schifano,
si frantuma nell’Hommage à Yves Klein di Arman,
si disfa in mestizia in La canzone del Piave di
Ettore Berardini. La signora allo specchio offre il suo
sguardo al visitatore poco prima di entrare in scena nel
gran teatro di Orfeo Tamburi ( che intendeva raccontare
a mosaico per l’E 42 la storia del teatro) e di cui
sono rimasti i bozzetti monumentali sui quali, come su
un fondale, prendono vita storie di danza e d’amore.
Nei pezzi di ogni collezione è racchiusa una storia, una
vicenda che parla di passione per il bello, questa della
Fondazione Cariverona documenta più di un aspetto della
ricerca dell’arte italiana del Novecento, nella sua
qualità più alta. È dallo spessore dell’opera che
nascono come da una tela orditi e trame di percorsi
narrativi e interpretazioni critiche. La collezione
continuamente viene arricchita per l’alacre impegno di
chi a questa è preposto, come dimostrano gli artisti in
mostra: Afro (Basaldella), Arman, Roberto Marcello
Baldessari, Giacomo Balla, Ettore Beraldini, Renato
Birolli, Umberto Boccioni, Cagnaccio di San Pietro,
Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Ceroli, Sandro
Chia, Enzo Cucchi, Francesco Danieli, Vincenzo De
Stefani, Antonio Donghi, Lucio Fontana, Renato Guttuso,
Osvaldo Licini, Cesare Maggi,
Augusto Manzini, Arturo Martini, Giovanni
Battista Meloni, Francesco Menzio, Umberto Moggioli,
Giorgio Morandi, Michael Nobel, Renato Paresce, Orazio
Pigato, Gino Rossi, Rubens Santoro,
Alfredo Savini, Alberto
Savinio, Mario Schifano, Pio Semeghini, Gino Severini,
Emilio Tadini, Orfeo Tamburi,
Tancredi (Parmeggiani), Aurelio Tiratelli, Guido
Trentini, Giulio Enrico Trois,
Emilio Vedova.
Rassegna a cura di Gino
Castiglioni; Comitato Scientifico: Gino Castiglioni,
Silvia Cuppini, Alessandro Delpriori e Paola Marini;
percorso espositivo: Silvia Cuppini; progetto
d’allestimento: Roberto Bua, Joan Martos, Alice De
Vecchi; catalogo curato dallo stesso Castiglioni: 24 ORE
Motta Cultura; Promossa dal Comune di Ancona, dalla
Fondazione Cariverona e dalla Fondazione Domus per
l’arte moderna e contemporanea. Organizzata dalla
Fondazione Cariverona, dal Fondo Mole Vanvitelliana e
dall’Assessorato alla Cultura di Ancona.
Inaugurazione: 18
dicembre ore 17.00 – orario: dal martedì al
venerdì 15.30/19.00 - sabato e festivi 10.00/13.00 –
15.30/19.00 - ingresso: biglietto intero € 5.00 -
ridotto € 3.00 – scuole e gruppi € 2.00 - info
e prenotazioni: biglietteria 071 2225031 - visite
guidate e didattica 071 2225037 – Assessorato alla
Cultura 071 2225019.
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